Roma 20 Ottobre 2023
di Maurizio Torti
Domani 21 ottobre appuntamento alle ore 15:00 a Piazza Vittoria per manifestare contro il progetto delle “Città dei 15 minuti” e l’attivazione delle zone ZTL. Il corteo si muoverà da Piazza Vittoria per raggiungere Piazza Venezia, c’è l’autorizzazione delle autorità ma la voglia e di concludere in Campidoglio e incontrare il sindaco di Roma Gualtieri.
La giornata di protesta è organizzata e promossa da Simona Boccuti, Presidente de ‘’Il popolo delle mamme’’, dall’imprenditore Andrea Bova e da Angelo Distefano, Presidente dell’Associazione Partite Iva Italia.
Alla manifestazione hanno aderito molte sigle, una in particolare, “Fermiamo la Ztl in fascia verde”. La contrarietà a questo progetto, “Le Città da 15 minuti” ed in particolare l’attivazione delle zone ZTL, è stata manifestata immediatamente da i cittadini romani, sostenendo una raccolta firme da oltre 110mila adesioni, promossa da Fabrizio Santori, consigliere della Lega, i movimenti Popolo Produttivo e i liberisti italiani.
In questa giornata, i cittadini vogliono ancora una volta ribadire il no a nessuna mediazione, respinto anche il tentativo di rinviare di un anno l’attivazione delle zone ZTL.
Non tutto l’arcipelago delle organizzazioni, associazioni, movimenti e singoli gruppi, sostenitori comunque del NO all’attivazione delle zone ZTL e alle “Citta dei 15 minuti”. Non ci saranno in piazza i sostenitori di “Comitato firme contro i varchi Ztl”, anch’essi promotori di una raccolta firme sostenuta da oltre 30mila cittadini ma la differenza è metodologica e antica. I due fronti si distinguono sulla scelta della democrazia rappresentativa, infatti, il “Comitato firme contro i varchi Ztl” sceglie di consegnare direttamente le firme in Campidoglio durante l’assemblea capitolina nell’aula consigliare. Mentre la manifestazione di domani ha chiuso ogni spiraglio con le Istituzioni per ribadire in modo trasparente e determinato no all’attivazione delle zone ZTL e no alle “Città dei 15 minuti”
La città di Roma non si accorge di quanto sta per accadere nelle strade centrali, non ci sono manifesti ma l’appuntamento corre veloce tra le decine di social allertati per la manifestazione di domani.
Da molti esperti e da molti semplici cittadini l’attivazione delle Zone ZTL renderà tutto molto complicato e in alcuni casi impossibile andare anche a lavorare. Molte famiglie hanno fatto enormi sacrifici e risposto alle richieste di marketing per comperare un automobile non inquinante come le euro 5, in questo caso, non potranno circolare con l’attivazione delle nuove zone ZTL. “Sei incentivato al cambio del mezzo di trasporto e poi scopri che non ti servirà a nulla”. Tutto questo è schizzo frenico, commenta un cittadino molto arrabbiato.
Le “Città dei 15 minuti” sono progetti per cui c’è una spesa di realizzazione e di gestione molto concreta, nonostante anche gli aiuti europei e fondi privati, come per molte cose italiane sarà un grande “papocchio” un disastro, perchè non ci saranno i soldi per realizzarlo completamente e quindi sarà, forse, realizzato, il 40% di cui il 15% è già esistente.
Nella sua complessità a creare dubbi nei cittadini e quindi la maschera di riqualificare il territorio, come sostiene il progetto e il sindaco Gualtieri è caduta, la società della sorveglianza non è richiesta dai cittadini, non è una priorità e non è un modello da realizzare in Italia. Non se ne parla ancora molto ma c’è sempre il rovescio della medaglia, le “Città da 15 minuti” sono energivore” e necessitano di coordinamento totale, gestito in parte dagli stessi comuni, per cui oggi non hanno alcuna risorsa da investire, sembra un programma per il futuro Anche per la società della sorveglianza, in Italia si applicherà un modello tutto italiano ma ad oggi nessuno lo ha ancora disegnato. C’è qualcuno che pensa veramente di sorvegliare prima e poi intervenire su uno sconfinamento di quartiere? Prendendo il caso della gestione dei rifiuti, questione non di poco conto e non affatto risolta nella città di Roma, quindi c’è spazio per le “Città dei 15 minuti”?
Il divieto di movimento in una città, in una metropoli è un’assurdità e in Italia la politica andrà avanti e la realizzeranno ma certamente non con i divieti di nessun genere. Migliorare i servizi? Accorciare i tempi di attesa nell’amministrazione e nella sanità? Triplicare i servizi bibliotecari e le biblioteche nei quartieri?. Le città non possono essere per pochi e non ci sarà alcuna tipologia di “greenpass” a sostengo delle Istituzioni. Il test realizzato, in un forte contesto emotivo, l’emergenza sanitaria è stato già considerato “illegale”. Nessuno è obbligato ad avere uno smartphone per vivere i servizi e la sua città. Ne parliamo quando in Italia verrà fatta una legge per cui avere un cellulare è obbligatorio. Fino a qual giorno, io, noi, tutti abbiamo una scelta, sempre. Ai sindaci dei C40 ricordiamo che la tecnologia non sempre è la soluzione ma il progresso si. Nelle città ci sono piccole e grandi cose e suggeriamo di ascoltare i cittadini per conoscere la città e le comunità che le arricchiscono di cultura, di tradizioni, di arte, donando loro lo splendore nel corso dei secoli.
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