Di Jacopo Brogi
Siamo arrivati anche a questo: il Capo del governo italiano che fa pubblicità ad una nota azienda di supermercati.
Il marchio non è uno qualsiasi, ma il figlio legittimo della “Supermarkets Italiani”, la prima catena nazionale fondata negli anni cinquanta da Nelson Rockefeller: esatto, proprio di quella famiglia là.
Ecco che “La pesca” di Esselunga, ossia lo spot che rimbalza in queste ore in ogni dove, dall’etere al web italico, diventa un caso politico promosso da Giorgia Meloni sui social: “Bello e toccante”.
Neanche Berlusconi, che di tv ne possedeva a iosa, faceva mai pubblicità diretta alle sue aziende. Favori sì, anche palesi, ma senza dichiararlo, anzi semmai negandoli pubblicamente.
Oggi siamo agli spot diretti. Forse Esselunga vuol vincere finalmente la storica guerra commerciale contro le Coop rosse, ormai fucsia, da tempo immemore. E stavolta il governo è amico, a quanto pare.
“La Pesca” di Esselunga è il frutto dell’amore, una bambina creativa e pensierosa che vive con la madre, e che il padre va a predere la sera. Una famiglia come tantissime, “allargata”, per non ammettere che si è ormai sfasciata.
“Non c’è una spesa che non sia importante“, ci dice lo spot, mentre il marchio Esselunga arriva sopra la pesca, frutto dell’amore, frutto dell’unione fra i due genitori che forse c’è ancora, come la bambina vorrebbe.
Il “Mulino Bianco” è ormai fallito, il mondo buono anche. Oggi vince il supermercato, che ha ormai spianato i piccoli negozi di vicinato; le nuove città di periferia hanno solo “Lo Store”, “Gli Iper”, “I Mega”, vicino casa.
E quindi via, il capo del governo promuove e fa da megafono a degli spot televisivi di una grande catena di supermercati, che assieme al commercio online, hanno fulminato in dieci anni almeno 100.000 negozi. Parola di Confcommercio [Città e demografia d’impresa (8a edizione), Febbraio 2023], peraltro non certo lontana dalla base elettorale dell’attuale Premier.
Cose turche nel Belpaese, anzi. Italianissime.
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