Il tempo dell’Africa

Sosteniamo chi si oppone ad ogni forma di colonialismo vecchio e nuovo

Presidenti africani assassinati.

di Maurizio Torti

Le notizie arrivano dall’Africa e scorrono rapidamente sui nostri schermi, leggiamo gli approfondimenti minuto dopo minuto mentre cresce l’ansia per l’inizio di una nuova aggressione allo Stato del Niger.

Anche lo Stato del Gabon ha intrapreso la strada per la libertà dopo aver subito secoli di colonialismo, di furti e prepotenze dalle multinazionali per lo sfruttamento delle ricchezze presenti in Africa. Il Sahel negli ultimi anni ha lanciato il suo grido di libertà e la Francia, dopo anni di colonialismo è costretta a rivedere non solo le politiche in Africa ma la sua presenza anche militare. In Niger la nuova governance-militare ha inviato messaggi molto chiari allo Stato francese e non solo, ha intimato all’ambasciatore francese, dopo aver annullato all’Ambasciata e suoi rappresentanti, qualsiasi privilegio, di lasciare il Niger. L’invito ad andare fuori dal Niger è rivolto anche ai militari della base francese in Niger. Il messaggio indica un termine massimo per cui la loro presenza sul suolo del Niger viene accettata, la scadenza è tra poche ore e la tensione nel paese è molto forte. L’aggressione occidentale potrebbe avere inizio da un momento all’altro, è già stata decisa una data ma non è proprio facile creare una forza militare per aggredire il Niger, dato che il metodo occidentale, quello della guerra per procura, come avviene in Ucraina, non è stato accettato da molti paesi africani, contrari ad ogni tipo di intervento militare. L’Occidente può contare solo su pochi alleati e il tempo passa e non è ancora chiaro a chi può giovare.

Tutta l’Africa è scossa e risvegliata da una fame di giustizia e altri regimi africani, legati a doppio filo con alcune potenze straniere, mostrano molta paura, come il Camerun, guidato da 41 anni dallo stesso presidente terrorizzato da un colpo di Stato, il dittatore del Camerun ha pensato di prevenire il cambiamento, sostituendo tutto lo Stato Maggiore dell’esercito. In Senegal le rivolte sono respinte con il sangue, da almeno 36 mesi le proteste contro il governo sono segnalate in molte città. Dopo l’assassinio di Gheddafi la Libia è concretamente spaccata in due, due governi e da una parte e dall’altra le potenze straniere si contengono le ricchezze, gas e petrolio. E ancora in Congo, dove il fiume rosso sangue continua a scorrere ma è sempre quello dei popoli africani.

Non è importante se oggi scriviamo il nome del dittatore, gli africani conoscono benissimo cosa stanno subendo e da chi. L’Africa è proiettata verso il cambiamento e purtroppo siamo consapevoli che questo avverrà pagando un prezzo ma l’Africa e i suoi popoli non hanno già pagato un prezzo elevatissimo, incalcolabile?

In tutto il continente meraviglioso non c’è un pezzo di terra che non sia stato acquistato da società straniere, protette dalle forme del vecchio e nuovo colonialismo. Non c’è miniera o campo coltivato in cui i maggiori profitti non sono per i popoli africani ma sempre per le stesse società straniere, perennemente protette da Stati colonialisti senza scrupoli.

Da dove viene il nostro benessere? A scuola ho letto della schiavitù subita dai popoli africani, ho studiato lo sfruttamento dei territori africani, ho letto di folli felici di uccidere un elefante o una tigre solo per provare delle forti emozioni.

Molti cittadini africani scappano cercando di sopravvivere in Europa o altri Stati del mondo e da anni ascolto sempre la stessa frase pronunciata dal politico di turno, italiano, francese, americano, inglese e danese, una fila lunga si alterna sul podio e dichiara: “aiutiamo gli africani nel proprio paese”.

Da anni esiste la globalizzazione di tutto e per tutti ma non per l’Africa e gli africani, per loro c’è solo lo sfruttamento, la rapina e il furto. Avete mai sentito parlare di un artista africano famoso ma che vive in un quartiere povero “bidonville” in una qualsiasi città dell’Africa centrale o del sud Africa? Neanche la globalizzazione hanno voluto portare in Africa, no, non sarai mai famoso come artista africano se sei in Africa, hai una solo possibilità ma devi avere un attico a New York, devi vivere nel “salotto buono”.

Da anni l’immagine dell’Africa nei circuiti culturali occidentali è sempre la stessa, vecchia, impolverata, trita e ritrita. Saltuariamente un pò di musica resiste ancora con le band reggae e i tamburi come coreografia per una danza tradizionale.

Quanta miseria nella narrativa occidentale verso la cultura dei popoli africani e questo è il risultato dei vecchi e nuovi colonialismi.

Ora è il tempo dell’Africa e mi emoziono anche a scriverlo, è un momento storico, milioni di africani sono pronti a spezzare le catene e noi cosa facciamo?

Certo, raccontiamo aggiornando le pagine dei giornali, le homepage ma questo è tutto quello che possiamo fare per milioni di persone da secoli sfruttate da uomini senza scrupoli e in nome del dio danaro?

Non basta aggiornare le news, nessuno deve nascondersi sul principio “sono un giornalista e mi limito a scrivere le news”.

Tutti gli Stati africani hanno il diritto di essere riconosciuti alla pari come ogni altro Stato europeo o americano, l’era dello sfruttamento deve essere superata ora, non domani. Non è più possibile costruire e sostenere leader africani guidati da potenze straniere, trasformati in terribili dittatori, difensori degli interessi non degli africani ma degli europei e degli occidentali in generale. Da anni concretamente la Cina riversa sforzi economici in alcune aree dell’Africa anche questo è accettabile solo se agli africani viene riconosciuta la pari dignità economica, sociale e culturale.

A seguito dell’ultimo congresso Africa Russia molti leader africani hanno definito accordi di cooperazione con la Russia in molti ambiti e anche in questo caso ci aspettiamo un reale principio di lealtà nell’ambito del commercio e del progresso negli Stati africani in cooperazione con la Russia. È questo il nuovo mondo? È questo il mondo multipolare? Se rispondiamo si a entrambe le domande, dobbiamo aspettarci nei prossimi anni di vedere il progresso estendersi in tutta l’Africa. Saremo noi a viaggiare verso il continente africano per testimoniare questo tempo e ammirare questa terra meravigliosa.

Siamo umani, abbiamo il dovere di sostenere i popoli africani, lo dobbiamo alla storia dell’Africa, lo dobbiamo alle ingiustizie subite dagli africani. Il tempo dell’Africa. C’è necessità di sostenere in qualsiasi modo i popoli africani e da queste pagine vogliamo fare un appello ai lettori, ai colleghi, agli editori indipendenti, e a chiunque di attivarsi in qualsiasi modo. Organizziamo delle conferenze pubbliche, raccogliamo testimonianze, parliamo dell’Africa e degli africani, sosteniamo chi sta lottando contro il colonialismo.

L’elenco di uomini e donne africani, attivisti per la libertà e contro ogni forma di colonialismo, morti in circostanze poco chiare, perseguitati, incarcerati, torturati e assassinati è una lista molto lunga, impressionante, in questo articolo riportiamo solo i nomi e le date di 22 presidenti africani assassinati. La storia dell’Africa è segnata dall’assassinio di tanti uomini e donne che hanno provato a liberarsi dalle catene della schiavitù, dello sfruttamento e del colonialismo. Il tempo dell’Africa, non lasciamoli soli.

1963: SYLVANUS OLYMPIO, PRESIDENT OF THE REP. OF TOGO –
1966: JOHN-AGUIYI IRONSI, PRESIDENT OF THE REP. OF NIGERIA
1969: ABDIRACHID-ALI SHERMAKE, PRESIDENT OF THE REP. OF SOMALIA
1972: ABEID-AMANI KARUMÉ, PRESIDENT OF THE REP. FROM ZANZIBAR

1975: RICHARD RATSIMANDRAVA, PRESIDENT OF THE REP. OF MADAGASCAR
1975: FRANÇOIS-NGARTA TOMBALBAYE, PRESIDENT OF THE REP. OF CHAD
1976: MURTALA-RAMAT MOHAMMED, PRESIDENT OF THE REP. FROM NIGERIA
1977: MARIEN NGOUABI, PRESIDENT OF THE REP. OF CONGO-BRAZZAVILLE

1977: TEFERI BANTE, PRESIDENT OF THE REP. ETHIOPIA
1981: ANOUAR EL-SADATE, PRESIDENT OF THE REP. FROM EGYPT
1981: WILLIAM-RICHARD TOLBERT, PRESIDENT OF THE REP. OF LIBERIA
1987: THOMAS SANKARA, PRESIDENT OF THE REP. OF BURKINA-FASO

1989: AHMED ABDALLAH, PRESIDENT OF THE REP. COMOROS
1989: SAMUEL-KANYON DOE, PRESIDENT OF THE REP. OF LIBERIA
1992: MOHAMMED BOUDIAF, PRESIDENT OF THE REP. ALGERIA
1993: MELCHIOR NDADAYÉ, PRESIDENT OF THE REP. FROM BURUNDI

1994: CYPRIEN NTARYAMIRA, PRESIDENT OF THE REP. OF BURUNDI
1994: JUVENAL HABYARIMANA, PRESIDENT OF THE REP. OF RWANDA
1999: IBRAHIM BARRÉ-MAINASSARA, PRESIDENT OF THE REP. OF NIGER

2001: LAURENT-DESIRED KABILA, PRESIDENT OF THE REP. CONGO-KINSHASA

2009 JOÃO BERNARDO VIEIRA, PRESIDENT OF GUINEA-BISSAU
2011: MOUAMMAR KHADAFI, PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF LIBYA

 

 

 

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

2 Commenti

  1. Non mi interessa né il vecchio e neppure del nuovo colonialismo. Dell’africa non me ne importa.

    • Ciao. Il colonialismo nelle sue forme è parte della storia come possiamo ignorarlo? Se continuano con queste politiche in Africa, il flusso di africani in Europa non si fermerà mai. Gli Stati africani provano ad essere sovrani, dobbiamo anche noi in Italia provarci a diventarlo. Grazie Padano

1 Trackback / Pingback

  1. Il tempo dell’Africa - Come Don Chisciotte

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*