A i blogger, videoblogger, giornalisti, produttori di contenuti digitali, a i liberi pensatori nel web attenzione il 25 agosto la società della sorveglianza in Europa darà un’ulteriore stretta alla libertà di pensiero nel web.
Il 25 agosto entra in vigore la legislazione dell’UE per combattere gli effetti potenzialmente dannosi intadotti dai social media.
Le nuove regole, che fanno parte del Digital Services Act (DSA), le quali richiedono alle piattaforme come social e non solo, di rendere aperti i loro sistemi al controllo della Commissione europea che vuole modificare la Direttiva sul commercio elettronico in relazione ai contenuti considerati illegali, alla pubblicità trasparente e alla disinformazione.
Ancora un’altra nuova norma è il Digital Operational Resilience Act – DORA
Il 16 gennaio 2023 è entrato in vigore il DORA e sarà vincolante a partire dal 17 gennaio 2025. Il DORA si pone come obiettivo virtuoso quello di consolidare e armonizzare, a livello europeo, i principali requisiti di cybersecurity con riguardo alla resilienza operativa digitale nel settore finanziario. Esso si rivolge oltre che ai tradizionali istituti finanziari e assicurativi, alle imprese di investimento, alle agenzie di rating, agli enti pensionistici aziendali o professionali, ai revisori legali, ai fornitori di servizi di comunicazioni dati e di crowdfunding, nonché ai fornitori “critici” dei servizi ICTSecurity.
Creare nuovi scenari in base a questi nuovi adempimenti per le società operanti nel web e quali saranno le ricadute sulla libertà di pensiero e sulla produzione di contenuti digitali, diritto di ogni cittadino, per ora non è ancora possibile, possiamo immaginare quanto sarà potente la società della sorveglianza.
Cosa fare? È fondamentale comprendere bene questa fitta rete di nuove regole, una vera e propria ragnatela dove restare “prigionieri” è molto facile. Per i songoli cittadini è troppo tardi, siamo caduti nella trappola dell'”utilità dello smartphone non capendone cosa trascinava con se, la società della sorveglianza. A cosa serve contestare le città di 15 minuti, le telecamere di sorveglianza, se non riesci a non guardare lo smartphone per soli 15 minuti? Questa è una contraddizione enorme e vogliamo continuare a fare finta della sua non esistenza? Nessuno invoca l’età della pietra, senza internet o senza telefono ma lo smartphone è la “protesi” che ti connette alla società della sorveglianza. Ora è chiaro? La chiave per entrare nella prigione della città da i 15 minuti è il tuo smartphone, il tuo tablet e tutti i device collegati in internet che possiedi a casa e in ufficio. Ma non basta, lo porti con te ovunque e poi vuoi protestare per la sorveglianza? Nessuno vi chiede di abbandonare lo smartphone ma almeno di acquisire consapevolezza di quello che realmente succede e ti coinvolge personalmente.
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