Il governo, a meno che non modifichi le proprie politiche (tra cui la fine delle sanzioni economicamente autolesioniste contro la Russia (che causano l’aumento dei prezzi dell’energia) e l’invio di miliardi di armi all’Ucraina, diventando invece un pacificatore neutrale), dovrà indire un referendum in tutto il Regno Unito sull’argomento entro sei mesi. Il governo è intervenuto da una parte nel conflitto ucraino, senza alcun mandato da parte dei cittadini britannici, che hanno dovuto subire enormi conseguenze economiche.
Tra queste, l’aumento dell’energia, del costo della vita, dei tassi di interesse, dell’inflazione, della disoccupazione, delle tasse e delle tariffe, oltre a scioperi, danni alle imprese e riduzione dei servizi pubblici.
I contribuenti hanno pagato finora 100 miliardi di sterline per il sostegno ai prezzi dell’energia e 10 miliardi di sterline per gli aiuti militari e di altro tipo all’Ucraina.
L’impegno per la pace aiuterebbe a porre fine allo spargimento di sangue, a ripristinare la stabilità e a ridurre la situazione mondiale dell’energia, del cibo e dei rifugiati.
Ad oggi le firme sono oltre 13000, se la petizione raggiunge le 100000mila firme dovrà essere discussa al Parlamento
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