Israele: la violenza spietata, inumana degli uomini

I palestinesi difendono la propria vita

Polizia israeliana bastona brutalmente uomini e donne, disarmati e inermi seduti

di Maurizio Torti

Non è la prima volta e purtroppo non sarà l’ultima, ad essere testimoni oculari o con l’aiuto di obbiettivi fotografici, della brutalità, della violenza spietata degli uomini. In Palestina a Gerusalemme, come nelle immagini, sono le forze di polizia, le forze occupanti israeliane, impegnate da anni a cacciare via il maggior numero di palestinesi musulmani e cristiani e ottenere quanta più terra è possibile. Questo è semplicemente lo scopo di Israele, esercitato con una occupazione manu militari.

Nessuno ferma questa follia israeliana, gli organismi internazionali come l’ONU, le agenzie per i diritti umani, i leader del mondo sono inermi, non si interessano per fermare queste brutalità. Tutti sanno, tutti riconoscono l’apartheid di Israele nei confronti dei palestinesi ma non fanno nulla.

Pochi si limitano a ripetere in loop, “la questione in Medio Oriente è complessa, una soluzione in Palestina è molto difficile. Falso, la soluzione è molto semplice: basta ritirare tutte le forze armate israeliane dalla terra dei palestinesi e in pochi giorni tutto finirà.

È un sogno? No è la giustizia. I palestinesi hanno il diritto come popolo ad avere dei propri confini, lavorare la terra, creare industrie e avere la piena sovranità della loro vita.

Le news delle ultime ore sono l’ennesimo evento violento e la sua malvagità attrae la stampa mondiale ma è solo un’attenzione temporanea, poi tutto tace, si spengono i riflettori e nuovamente tutti dimenticano la Palestina e i palestinesi, unici a pagare un prezzo altissimo per ottenere le loro libertà in quando uomini che combattono la malvagità del male.

Sono scintille e fanno luce e nelle redazioni quando la luce è abbagliante, non è possibile fare finta di essere distratti.

Da questa mattina centinaia di israeliani nazionalisti religiosi si sono radunati sulla Spianata delle moschee mentre i fedeli palestinesi sono da ieri sera barricati nella moschea di Al-Aqsa. Rivedremo nuovamente scene come nel video? La polizia israeliana minaccia di evacuare la Spianata con la forza come nei giorni scorsi, oltre 400 arresti, decine di feriti, nonostante l’opposizione della Giordania custode della moschee.

In queste settimane vedendo migliaia di cittadini israeliani protestare contro la riforma della giustizia, evocata da Benjamin Netanyahu, sembra aprirsi uno spiraglio, nasce la democrazia in Israele? Forse ma sono ancora pochi gli israeliani consapevoli della manipolazione subita, anni di indottrinamento all’odio verso i palestinesi e la Palestina. Pochi ma ci sono, come i gruppi di giovani “Refuse” obiettori totali, rifiutano di prestare il servizio militare e bruciano nelle piazze di Tel Aviv le lettere della “chiamata alle armi”.

Refuse, obiettori totali in Israele

La Palestina e i palestinesi dimenticati dal mondo costretti a difendersi da tutti, anche da un’autorità palestinese incapace e sempre più attenta a reprimere chi difende la vita della famiglia e dei propri figli, piuttosto di difendere i diritti dei loro cittadini.

La rivolta è scoppiata nel 1987, la stampa mondiale la divide in fasi, prima, seconda e terza intifada ma per i palestinesi è solo difesa della propria vita. È un ciclo di storie di arresti, torture, assassinii, distruzioni, abbattimenti di case, negazione di ogni diritto umano e nessuno è interessato a fermare questa brutale violenza.

C’è la guerra in Medio Oriente? Si, non quella che conosciamo dalla TV, la prima e seconda guerra mondiale, o come in Ucraina, tecnicamente gli analisti la definiscono come una “guerra a bassa intensità” e coinvolge una vastissima regione facilmente individuabile, il Libano, la Siria e la Giordania.

Gli eventi violenti si alternano tra lanci di missili dal Libano e dalla Siria, come avvenuto poche ore fa, ai bombardamenti sulla Siria e su un particolare territorio della Palestina, Gaza. Un carcere a cielo aperto abitato da oltre 2 milioni di persone da anni bersaglio dell’aviazione e dall’artiglieria israeliana, tutti accusati da Israele di essere “terroristi” Alcuni anni fa, i militari israeliani occupavano anche questa piccola striscia di terra e al loro ritiro, riuscirono in una operazione di marketing politico incredibile, convincendo l’opinione mondiale dell’esistenza di palestinesi cattivi e palestinesi buoni. In sintesi quelli di Gaza sono i “cattivi palestinesi” da tenere rinchiusi in una enorme gabbia.

C’è qualche elemento che caratterizza questo contesto violento, è la politica alla Knesset e le reazioni a seguito della tentata riforma della giustizia fortemente voluta da Benjamin Netanyahu.

A seguito degli ultimi bombardamenti su Gaza e le violenze a Gerusalemme, Netanyahu è in grave difficoltà. Non è riuscito a superare la crisi politica provocando nuovi eventi violenti in tutta la Palestina e gli Stati confinanti.

A delle eventuali elezioni, un sondaggio delle ultime ore, non attribuisce la maggioranza a Netanyahu, nonostante gli accordi con i piccoli partiti nazionalisti e religiosi, ormai forze politiche nel governo. La crisi è profonda e l’uso della guerra, della violenza è l’arma di distrazione di massa per Netanyahu, già indebolito dalle proteste di milioni di israeliani.

 

 

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5 Commenti

  1. Dal titolo dell’articolo: “la violenza spietata inumana degli uomini”. La violenza “pietosa” esiste? Poi “inumana degli uomini”: la violenza degli uomini è sempre e solo “umana”, non solo semanticamente, ma anche perché la spietatezza è un carattere specie specifico dell’Homo Sapiens sapiens.

    • Ciao, non ho verificato alla Crusca ma il punto di partenza è “brutale” e da qui viene declinato il resto. Come sempre grazie per i tuoi suggerimenti

  2. Il mio commento invece è contro la Palestina, tutt’altro che terra di un popolo dimenticato, oppure indottrinamento all’odio contro i Palestinesi. E se fosse il contrario invece? E se l’indottrinamento musulmano spingesse ogni singolo palestinese ad agire autonomamente per odio contro Israele e, poi allargando, contro tutto ciò che non è musulmano? Sino ad ora abbiamo visto quello, anche in Israele, dove i singoli individui continuano ad effettuare attacchi terroristici contro Israele. No, non direi il contrario, direi che Israele risponda. E lo farei anch’io. Sovranità popolare è un bel titolo per una rivista che dovrebbe stare a fianco di TUTTI nella propria sovranità, intanto e soprattutto al fianco degli Italiani, ma questo. Peccato per le vostre idee sinistrorse-palestinesi, avrei volentieri contribuito con i miei scritti, ma avremmo finito per non comprenderci.

    • Gentile Anna Maria Pilotto grazie per il tuo contributo.
      Siamo a fianco di tutti, con i cittadini israeliani e palestinesi. Dopo tanti anni bisogna provare alternative e applicare nuove politiche sempre e per un solo scopo, riconoscere i diritti dell’uno e dell’altro. Siamo con i cittadini attivisti nonviolenti e sono sia israeliani e sia palestinesi ma troppo soli e non riusciranno. Uniamoci tutti, da soli è impossibile. Perchè vuoi rinunciare a scrivere sulle nostre pagine? Non siamo uguali al 100% ma questo non è un impoverimento ma una ricchezza. Ci sono diverse persone che scrivono, collaborano a queste pagine e al mensile, come è possibile definire un’intera redazione “sinistrosi? Cosa significa? Proviamo a conoscerci e se vuoi scrivere non soffocare la tua curiosità. A presto
      A presto

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