di Marco Cristofoli,
Molti non lo sanno ma oggi è ancora possibile andare ad occupazione piena, oggi abbiamo 9 mln di italiani senza lavoro e senza alcun reddito, che per l’8° potenza economica del mondo è una vergogna, pensare però di creare 9 mln di nuovi posti di lavoro è realmente impossibile.
Oggi abbiamo pensioni e salari da fame, prezzi alle stelle, imprese non competitive, disoccupazione oltre il 30% e uno Stato senza risorse economiche, con una spesa gonfiata di tasse e un gettito fiscale insufficiente.
La causa è l’iper tassazione, abbiamo 3 volte le imposte necessarie e 2 volte quelle del resto del mondo che riducono drasticamente i salari lordi, meno 30% rispetto al resto d’Europa a causa delle alte tasse sulle imprese, riducono drasticamente i salari netti, 52% di imposte e contributi sul reddito contro il 27% del resto d’Europa, riducono le pensioni, oltre che per la gestione aberrante dell’Inps, le nostre pensioni sono ri-tassate del 15/20%, rendono le nostre imprese non piu’ competitive con il 68% di imposte complessive contro il 30% del resto d’Europa, alzano i prezzi almeno del 40%, con una tassazione sui consumi del 72%, indirette dentro i prezzi piu’ Iva, e di conseguenza il nostro paese non ha risorse perche il nostro gettito fiscale è schiacciato da questa situazione economica indotta da una altissima pressione fiscale ingiustificata.
Attraverso una rivoluzione fiscale che riduce le imposte i contributi e le tasse del 50%, poi fino al 70%, sempre rimanendo a pareggio di bilancio, attraverso una Riforma drastica dell’Inps, che separa l’assistenza dalla previdenza cedendola al fisco (-64 MLD), che ricalcola tutte le pensioni al contributivo (-70 MLD), dove lo Stato apre ad una Pensione di Base Fiscale destinata all’assistenza ed alla compensazione delle pensioni basse ricalcolate, attraverso le riforma della Scuola, dell’esercito, della protezione civile, potremo ricollocare i 9 mln di italiani che oggi sono senza lavoro e senza alcun reddito.
Quindi non ci servono 9 mln di posti di lavoro, gli italiani che non lavorano, che non studiano e che non hanno ancora raggiunto l’età della pensione, vengono ricollocati a scuola per 2,5 mln, alla leva Civile e Militare per 500 mila per anno, in pensione, dagli over 60 in poi per 3 mln che lasciano i loro posti di lavoro vacanti per i giovani, mentre, grazie alla rivoluzione fiscale che fa riprendere con energia la nostra economia schiacciata dall’iper tassazione, si creano 3 mln di nuovi posti di lavoro per disoccupati rimanenti.
Passeremo quindi da una forza lavoro di 20 mln di contribuenti e 15 mln di pensionati, con un rapporto di 1,4 lavoratori che contribuenti a pensionato, a 27 mln di lavoratori contribuenti e 18 mln di pensionati, con un rapporto di 1,5 contribuenti per pensionato, ma con un Inps sgravata di 134 MLD di costi non coperti dai contributi.
Una volta raggiunto questo obbiettivo, dove le pensioni saranno aumentate del 38%, i salari del 63%, i prezzi al consumo diminuiti del 40%, dove le nostre imprese saranno molto competitive, dove la disoccupazione sarà quella fisiologica intorno al 1%, dove il nostro Pil sarà in crescita continua annua del 12% e il nostro Stato avrà molte piu’ risorse, passando dall’attuale deficit cronicizzato a 40 MLD di Eu anno ad un avanzo di gettito fiscale dai 70 ai 140 MLD di Eu anno, come dovrebbe avere uno stato ad economia di trasformazione, avremo un altro problema da risolvere quello dell’automazione industriale, della robotizzazione e dell’intelligenza artificiale, un problema già in essere, una tecnologia che da un lato porterà altra occupazione, ma dall’altro ne farà perdere molta di piu’.
A questo punto l’umanità si troverà davanti ad un bivio. Avere un ristretto numero di persone molto ricche e sempre piu’ ricche ed una parte di popolazione crescente senza lavoro e senza alcun reddito, inutile sia per produrre che per consumare, oppure un limite all’arricchimento personale esagerato e fuori controllo di questo ristrettissimo numero di persone ed una equa ridistribuzione della ricchezza creata e del denaro conseguente.
Le produzioni sono sempre piu’ concentrate in poche imprese, sempre piu’ grandi, con pochi dipendenti, molta tecnologia e senza pagare le imposte, perche hanno la sede amministrativa nei paradisi fiscali a danno della piccola e media imprese che invece è lei a pagare il 90% delle imposte di questo paese, in questo modo ci troviamo con pochi soldi in tasca ai cittadini ed imprese e poche risorse nelle casse dello Stato, bisogna invertire la tendenza.
In primo luogo lo Stato si deve riprendere tutte le proprie attività che ha perso durante le privatizzazioni, servizi pubblici, luce, gas, telefono, web, acqua, rifiuti, trasporti, poste, autostrade, e poi le imprese strategiche del ferro, acciaio, alluminio, della chimica, della metalmeccanica, e poi il 3° settore, che oggi, in mano a privati, fanno utili per 250 MLD di Eu anno, sono 350 Eu mese a cittadino e 700 Eu mese a lavoratore.
In secondo luogo, tutte le medie e grandi imprese che avranno un rapporto automazione/dipendenti al di sopra di una determinata soglia andranno parzialmente statalizzate, cioè dovranno cedere delle quote di partecipazione allo stato, che andranno calcolate in percentuale in base ai volumi di produzione, i fatturati, le spese, gli utili, che andranno dal 10% fino al 49%, o nei casi in cui i titolari volessero abbandonare la proprietà alla comunità anche oltre, se vogliono produrre e vendere in Italia .
In cambio di queste cessioni di proprietà a queste imprese verranno azzerate le imposte sul reddito d’impresa, rimarranno le imposte ed i contributi da pagare sui dipendenti, così non avranno bisogno di portare le proprie sedi amministrative nei paradisi fiscali. In cambio di queste cessioni le imprese potranno usufruire di aiuti e finanziamenti a tasso 0% da parte dello stato, che da nemico diventerà amico di impresa.
Anche tutte le piccole e medie imprese avranno imposte bassissime, grazie a questo sistema di finanziamento dello Stato, ma si potranno tenere il 100% dei propri utili pagando una piccola tassa, avendo loro un rapporto macchine/dipendenti equo, creando occupazione.
In questo modo lo Stato non andrà con le imposte, i contributi e le tasse a compromettere la competitività delle imprese andando a tassare in maniera folle la produzione, il lavoro, aumentando enormemente i costi come fa oggi, ma andrà a prendersi i soldi dopo la produzione, alla fine, sugli utili, che per una impresa fortemente detassata, con i fatturati con poche spese, di conseguenza gli utili saranno altissimi.
Se prima un imprenditore con la propria impresa fatturava 10 mln di Euro, con un utile netto di 2 mln al netto delle spese e delle tasse, in futuro avrà un fatturato di 20 mln di Euro, con un utile di 8 mln di Euro, di cui 4 li cederà allo Stato, ma avrà comunque il doppio degli utili della situazione precedente. Ora provate ad immaginare a cosa può succedere con le multinazionali che fanno utili per miliardi di euro anno e pagano lo 0% di tasse Italia ed il 3% all’estero.
Ora col recupero dei 40 MLD di imposte che evadono le multinazionali, con il sistema della cessione degli utili ed il recupero del 50% della evasione delle piccole e medie imprese, lo Stato solo con le proprie attività, quindi i propri utili (250 MLD di Eu anno), e con gli utili delle piccole, medie e grandi imprese (80 MLD), incasserebbe circa 330 MLD di Eu anno.
Con 330 MLD di Eu anno, si può dare un Reddito da Utili di Stato a 15 milioni di italiani, che dovessero perdere il lavoro a causa dell’automazione industriale, della tecnologia, di 1.830 Euro al mese, che oggi è un salario di un impiegato di un certo livello, oltre ai 18 mln che vivono di pensione, pagati in parte dai lavoratori ed in parte dalle macchine, altro che il Reddito di Cittadinanza di 800 Eu mese non cumulabili dato al 7% dei disoccupati o il Reddito Universale di 500 Eu mese condizionato.
In poche parole il futuro sarà sempre di piu’ quello dove le macchine, la tecnologia, lavorano, gli utili di queste macchine vanno allo Stato che ridistribuirà questi utili con un Reddito da Utili di Stato e con le pensioni ai cittadini, i cittadini nel tempo libero spenderanno questi soldi per comprare i beni ed i servizi prodotti dalla macchine ed il ciclo economico si chiude.
Questo è il bivio in cui ci troviamo, lasciare tutta la ricchezza in mano al 1% della popolazione e rendere gran parte della popolazione inutile, sia per produrre che per consumare o stare bene tutti, ed impedire che l’1% della popolazione detenga l’80% della ricchezza e comandi su tutto il pianeta.
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