Meloni e company: il tradimento dell’ultima spiaggia come metodo di Governo

Le multinazionali di mezzo mondo pronte a papparsi le coste italiane

Costa e territori italiani in svendita

Di Jacopo Brogi

Correva l’anno 2021: in piena era Draghi il Consiglio di Stato prorogava le concessioni balneari fino al dicembre 2023. Alla presidenza c’era Filippo Patroni Griffi, ex ministro con Monti: nell’adunanza plenaria del 9 novembre si apriva di fatto il mercato delle spiagge italiane – esattamente come vogliono da tempo immemore le multinazionali di mezzo mondo – disinnescando ogni altro potenziale intervento normativo futuro:

Oltre tale data (31 dicembre 2023, ndr) anche in assenza di una disciplina legislativa, esse cesseranno di produrre effetti, nonostante qualsiasi eventuale ulteriore proroga legislativa che dovesse nel frattempo intervenire, la quale andrebbe considerata senza effetto perché in contrasto con le norme dell’ordinamento dell’Unione Europea (1).

Il Potere giudiziario arrivava in un colpo solo a salvare il governo – con la Lega facente parte della maggioranza – e a neutralizzare il parlamento, celebrando così la vittoria definitiva della legge sovranazionale: come Unione Europea crea.

Mario Draghi non aveva così celebrato in prima persona la “svendita delle spiagge italiane” ma soltanto passato la palla al Consiglio di Stato, che tatticamente la rinviava all’anno post elettorale.

“La sentenza con cui il Consiglio di Stato ha deciso di disapplicare una legge votata dal Parlamento italiano, dichiarando la cessazione delle attuali concessioni demaniali marittime al 31 dicembre 2023 stabilendo la loro messa a bando subito dopo, rappresenta un colpo mortale per il turismo balneare italiano. È molto grave che il Governo Draghi, e ancora prima il governo Conte 2, abbiano scelto di non intervenire lasciando questo comparto, fatto di decine di migliaia di imprese quasi tutte a conduzione famigliare, in balia delle decisioni dei tribunali e dei diktat di Bruxelles. Fratelli d’Italia esprime solidarietà agli operatori del settore e alle loro famiglie, che stasera si sentono espropriate delle imprese che hanno costruito con decenni di impegno a vantaggio di grandi gruppi multinazionali che già pregustano il banchetto. Chiediamo al Governo di riferire immediatamente al Parlamento, anch’esso espropriato della propria funzione legislativa, di convocare immediatamente le associazioni di categoria e di dare risposte chiare, una volta per tutte, su come intende affrontare questa situazione di enorme gravità.”

La dichiarazione che avete appena letto, ripresa nella sua forma integrale, fu scritta parola per parola da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, al tempo unica forza di opposizione (2).

Oggi siamo alla resa dei conti. La pasionaria Meloni è capo del governo – anche grazie al voto di quei cittadini e di quel comparto economico fatto di “decine di migliaia di imprese quasi tutte a conduzione famigliare, in balia delle decisioni dei tribunali e dei diktat di Bruxelles“, per dirla proprio con parole sue, quelle della Giorgia nazionale (era il 10 novembre 2021, neanche 2 anni fa) – e l’Unione Europea minaccia l’Italia qualora decidessimo di tenerci le spiagge.

Bruxelles “continua a seguire da vicino gli sviluppi sulla riforma delle concessioni in Italia” che, evidenzia il portavoce (della Commissione Ue, ndr), “è già oggetto di una procedura d’infrazione” (3).

Viene alla mente, ancora una volta, la lettera della Banca Centrale Europea firmata Trichet-Draghi ossia l’avviso di sfratto inviato nel 2011 al Governo Berlusconi. Ci avrebbe pensato poi Mario Monti ad aprire seriamente la strada a quelle liberalizzazioni, privatizzazioni e deregolamentazione del mercato del lavoro, che è arrivata fino ad oggi passando di legislatura in legislatura come fosse una sorta di testamento esecutivo ereditario. E lo è davvero.

Di seguito, il documento in forma integrale. Tra ciò che è fatto e ciò che è in dirittura d’arrivo, ecco cos’altro resta da fare, o meglio, da subire:

“Caro Primo Ministro,

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.

Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell’euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.

Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.

Nell’attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:

1.Vediamo l’esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed é cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l’aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l’efficienza del mercato del lavoro.

a) E’ necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.

b) C’é anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L’accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.

c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2.Il Governo ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.

a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. E’ possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.

b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.

c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo. Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.

3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell’amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l’efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione). C’é l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.

Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.

Con la migliore considerazione,
Mario Draghi, Jean-Claude Trichet”

“Alia è per noi un’azienda fondamentale per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti ed è inoltre una società importante dentro il progetto di aggregazione finalizzato a dare il via ad una Multiutility creata, controllata e gestita dai Comuni e finalizzata alla gestione dei servizi pubblici locali“. Con queste parole, il sindaco di Firenze Dario Nardella festeggiava, nel dicembre 2020, il nuovo Consiglio di Amministrazione della partecipata locale col nuovo amministratore delegato Alberto Irace. Che anche nella veste di AD della neonata Multiutility Toscana ha tirato le conclusioni in una intervista a Milano Finanza del 10 febbraio scorso:” L’obiettivo è la quotazione nell’aprile 2024“.

Quindi molto presto le municipalizzate della Toscana che oggi gestiscono acqua, rifiuti e energia – aderenti alla Multiutility regionale – diverranno finanza. Grazie a “Boston Consulting Group (BSG) per l’aspetto di contributo al piano industriale, Intesa Sanpaolo e Mediobanca” (4).

Il nuovo soggetto, in formazione in queste settimane a cui stanno via via aderendo i comuni toscani, riflette la tendenza aggregante in corso a livello nazionale e “mira a consolidare un settore industriale strategico, colmando un forte ritardo rispetto ai processi di fusione già da tempo realizzati dalle regioni del nord e del centro Italia, mantenendo su questo territorio tutte le leve strategiche e decisionali sui processi industriali e le relative ricadute di natura economica e sociale.” (5)

Secondo proprio Mediobanca, in tempi non sospetti (2016) ma già sotto sorveglianza europea, le partecipate degli enti locali italiani sono una torta da almeno 14,8 miliardi di euro (intese 86 società partecipate almeno al 33% da Comuni – oltre i 100mila abitanti; Province – oltre i 500mila – e Regioni italiane, compresi i 5,6 mld delle quotate).

Ossia “la quarta industria del Paese per fatturato (32,3 mld nel 2014) dopo Exor, Eni ed Enel e valgono il 18% del debito complessivo dei loro azionisti pubblici.” (6) Mentre nel 2021, i colossi partecipati dallo Stato hanno avuto un fatturato di 279,6 miliardi, “una cifra mai raggiunta“, in aumento di 86,9 miliardi di euro (+45,1%) (7). Anche grazie – aggiungiamo noi – alla liberalizzazione del mercato energetico voluta dalla Ue.

“Il processo di aggregazione della multiutility non vuol dire privatizzazione”. Così l’assessore all’ambiente della Regione Toscana Monia Monni lo scorso 3 febbraio durante la presentazione dei comitati per le primarie del Partito Democratico (PD) a Montevarchi (Arezzo) a sostegno di Elly Schlein, oggi nuovo segretario nazionale. Dal pubblico le viene fatto notare che i sindaci PD vogliono quotarla in Borsa:

“Io non mi sono mai espressa in questo senso”, risponde l’assessore. E ha aggiunto: “Alcuni sindaci hanno deciso di fare questa operazione, ma non c’è stato un luogo politico dove sia stata discussa”. Specificando: “Noi, su questo, una direzione del partito non l’abbiamo fatta”. E ancora: “la Regione Toscana non ha competenze in merito, spettano ai sindaci“.”Questa è una scelta strategica che non è stata discussa con i cittadini“, ha concluso (8).

A dire il vero, nel 2011, il PD come tante altre forze politiche allora di opposizione al governo Berlusconi, si schierarono per il SI al referendum contro la privatizzazione, allora già in atto: l’abrogazione della norma ottenuta tramite le urne avrebbe dovuto impedire che la gestione dell’acqua fosse ancora affidata ai privati, e quindi sarebbe dovuta essere ricondotta al pubblico.

Dopo le dichiarazioni dell’assessore regionale Monni, il Coordinamento comitato NO MULTIUTILITY e il Forum Toscano Movimenti per L’Acqua hanno diramato un comunicato dove esprimono stupore e perplessità intitolato “Multiutility, nel Pd e nella Giunta regionale sono un po’ confusi“:

“Con queste parole e queste analisi molto pesanti cosa sta cercando di dire l’assessore? Che esiste una parte del PD (tra cui lei) che non è d’accordo con l’obiettivo della quotazione in Borsa della Multiutility e che ritiene che il processo informativo e partecipativo sia stato carente e inaccettabile? Noi cittadini del coordinamento la pensiamo esattamente così. Forse nel PD sono un po’ confusi. (…) Sì! IL PD E LA GIUNTA REGIONALE AL LORO INTERNO HANNO BISOGNO DI FARE CHIAREZZA. (…) Il coordinamento dei comitati ed associazioni contrari alla Multiutility sta sostenendo una mozione già presentata in molti consigli comunali, nella quale si chiede UN PASSO INDIETRO SULLA MULTIUTILITY e di restituire la voce ai cittadini. (…) Lo stesso passo indietro lo chiediamo al PD ed alla Giunta Regionale, in coerenza, anche, con le parole dell’assessore regionale.” (9)

Con una intervista al Corriere Adriatico del 12 febbraio scorso, Mara Petrelli, presidente provinciale di Abat, che rappresenta almeno cento operatori balneari della provincia di Macerata, lancia l’allarme dell’ultima spiaggia ed è proprio il caso di dirlo. Secondo la titolare del Lido Cristallo di Civitanova Marche: “l’evidenza pubblica delle concessioni balneari è un esproprio, prorogarle di un anno non risolve il problema. Confidiamo che il governo, in questo lasso di tempo, lavori per togliere i balneari dalla direttiva europea“(10).

E infatti è arrivata puntuale la reprimenda del Presidente della Repubblica sulle concessioni demaniali: “è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento“. Sergio Mattarella ha scritto una lettera ai presidenti delle due Camere dopo la promulgazione del decreto Milleproroghe che conteneva anche un posticipo di un anno rispetto alle concessioni delle spiagge. “Sarà infatti necessario assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell’Unione“, chiosa il Capo dello Stato.

Quindi ora governo e parlamento sono invitati a darsi da fare per adeguare la normativa nazionale alla direttiva Bolkestein come sancito dal Consiglio di Stato nel 2021, senza alcuna proroga (nel decreto il termine era stato posticipato al 31 dicembre 2024). Anche perchè, secondo Mattarella sussiste: “una copertura finanziaria insufficiente in proiezione temporale che, al fine di assicurare il pieno rispetto dell’art. 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile“. (25 febbraio 2023) (11).

“In Italia abbiamo 8.000 chilometri di coste. La risorsa ’spiaggia’ da mettere a gara non è scarsa. Non c’è motivo di togliere le concessioni a chi le ha“, sancisce il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Mentre il Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, suo collega di partito, cerca di mediare con la Ue, anche la Lega fa in qualche modo resistenza . E’ il governo ad essere spaccato (12).

Mara Petrelli, presidente provinciale di Abat e titolare del Lido Cristallo, è lapidaria:

Non abbiamo alcuna possibilità di mantenere la nostra concessione in un bando di gara, e ogni forma di indennizzo, peraltro ancora non chiara, non darebbe alcun futuro a chi ha investito la propria vita nel chiosco. Noi paghiamo l’affitto sulla spiaggia ma tutto il resto è nostro, fatto con i sacrifici di una vita. I patti con lo Stato erano altri. Ora si cambiano le carte in tavola e ci danno in pasto alle multinazionali (13).

“Io l’avevo detto – sussurrava ieri ai suoi la premier – i bandi vanno fatti“. Così sembra abbia detto Giorgia Meloni. “Concessioni balneari: avanti con le gare. Il governo non vuole le multe europee“. Titolava il 26 febbraio scorso il Quotidiano Nazionale (14). Come dire: svendere a chiunque la propria automobile, per non pagare la contravvenzione.

Giuseppe Calza, stabilimento G7 di Civitanova, nella proroga ci sperava: “L’importante è che il rinvio non sia solo una forma di guadagnare tempo e di arrivare a fine mandato per poi lasciare la patata bollente ad altri. Perché continuare così è impossibile. Il settore è paralizzato, nessuno fa più investimenti. Attualmente siamo carne da macello. Da 14 anni viviamo tra coloro che son sospesi e, dopo due anni di pandemia, questa doveva essere la stagione del rilancio. Ma è tutto fermo. Fuori i balneari dalla Bolkestein, in caso contrario si salvi la vita ai concessionari a conduzione familiare, tutelando chi ha questo lavoro come unica fonte di reddito“. Marco Scarpetta (Raphael Beach) vede la proroga come un segnale positivo: “L’importante è che il rinvio non sia solo una boutade elettorale per guadagnare qualche voto alle prossime scadenze elettorali. Spero ci sia un impegno vero. La soluzione migliore è escludere i balneari dalla Bolkenstein. In ogni caso vanno adottate tutte le forme di tutela possibili per chi, come me, ha impostato la propria vita sull’acquisto di uno stabilimento“. (15)

Giorgia Meloni non è certo contrariata sul che fare delle spiagge italiane, così come il Partito Democratico non è certo confuso sul destino dei servizi pubblici locali. Così come il Movimento 5 Stelle non è improvvisato quando, per mano del suo “Presidente del Consiglio Giuseppe Conte“, ci ha chiuso in casa per due mesi interi distruggendo posti di lavoro e attività commerciali: si scrive lockdown, ma si legge Amazon. Così come non era incerto il portavoce Beppe Grillo quando uscì da un colloquio col capo del governo nel DICEMBRE 2019 coperto in volto da una maschera, ancora in assenza di “pandemia”: “Vogliono rifare la società, vogliono igienizzarla“, dichiarò ai giornalisti che gli chiedevano del perchè fosse a volto coperto.

Così come assegnarci un sussidio vincolato, non vuol dire certo creare lavoro vero e salario dignitoso. E, stranamente, reddito di cittadinanza coincide molto con l’idea di reddito universale partorita dai padroni del vapore di Davos: pochi soldi, per non avere nulla ma “essere felici“. Mentre loro hanno tutto.

Il Patrimonio pubblico, lo Stato Sociale ed i servizi, le micro, piccole e medie imprese, il lavoro, il risparmio, il benessere, la libertà: non esisteranno più, se continueranno a dipendere da scelte sovranazionali e quindi da interessi stranieri.

Lo spettro del testamento esecutivo ereditario Trichet – Draghi ha scorrazzato e aleggia su ogni programma attuativo di governo, incarnandone l’anima. E fu proprio il Presidente del Consiglio uscente Draghi, intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione a fare la sua dichiarazione di voto:

“Sono convinto che il prossimo governo, di qualunque colore sarà, riuscirà a superare le difficoltà che sembrano insormontabili: l’Italia ce la farà anche questa volta (…) Invito tutti ad andare a votare” (16).

La democratica esortazione arrivava proprio dallo stesso personaggio che dall’alto della Banca Centrale Europea ci aveva tranquillizzato (a modo suo) in merito ai risultati delle elezioni del 2013 e al loro valore politico effettivo:

Penso che questa sia la democrazia ed è molto cara a tutti noi. In tutto e per tutto, in questo momento i mercati erano meno impressionati dei politici, inoltre deve considerare che tanto dell’aggiustamento fiscale che l’Italia ha attraversato, continuerà ad andare avanti col pilota automatico. (17)

Ogni volta i delusi, gli arrabbiati, gli speranzosi danno fiducia, maggioranza dopo maggioranza, all’ultima spiaggia. E ciclicamente, visto dato sistema, pure quest’ultima, presto o tardi, ha già tradito o tradirà.

Ovvio infine il disappunto delle associazioni di categoria, che pure sono divise. Gronda delusione Mauro Vanni, presidente della Cooperativa Bagnini Rimini Sud e di Confartigianato imprese demaniali:

“Questa proroga è frutto delle elezioni in Lombardia e nel Lazio. Non ci sono più scuse: vogliamo chiarezza. Il governo deve difendere la peculiarità italiana con atti normativi che rispettino la giurisprudenza europea e italiana”. (18)

Eh no Egregio Sig. Vanni, se – come Lei consiglia (e chi conta di piu’ nella maggioranza attuale sembrerebbe prontissima a farlo) — il governo italiano rispetterà “la giurisprudenza europea“, i soci ed i lavoratori della Cooperativa Bagnini Rimini Sud che oggi Lei rappresenta, domani diventeranno disoccupati o precari o stipendiati a basso costo di multinazionali tedesche, angloamericane o cinesi.

NOTE

(1) = https://www.giustizia-amministrativa.it/web/guest/-/l-adunanza-plenaria-pronuncia-sulla-proroga-automatica-delle-concessioni-demaniali

(2) = https://www.giorgiameloni.it/2021/11/10/spiagge-meloni-sentenza-consiglio-stato-e-colpo-mortale-per-turismo-balneare-fdi-chiede-al-governo-di-riferire-in-parlamento-e-convocare-associazioni-categoria/

(3) = https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/02/10/balneari-lue-allitalia-no-a-ulteriori-ritardi_8edc3102-a171-48b4-92ad-6203e8636778.html

(4) = https://www.milanofinanza.it/news/irace-ad-multiutility-toscana-obiettivo-e-quotazione-aprile-2024-202302101958398899

(5) = https://www.aliaserviziambientali.it/nasce-la-nuova-multiutility-toscana/

(6) = https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2016/07/21/da-enti-locali-partecipate-per-148-mld_973427b9-72e6-4569-90a0-9004ac42ec2a.html

(7) = https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2022/12/20/mef-vola-fatturato-partecipate-quasi-280-miliardi-nel-2021_9f733aae-a965-43ab-bf3f-c709a9994b70.html

(8) = https://fb.watch/iIfW3emJp2/

(9) = https://www.reportpistoia.com/multiutility-nel-pd-e-nella-giunta-regionale-sono-un-po-confusi/

(10) = https://www.corriereadriatico.it/macerata/civitanova_spiagge_bolkestein_operatori_concessioni_balneari_proroga_polemica_ultime_notizie-7225468.html?refresh_ce

(11) = https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2023/02/24/milleproroghe-riserve-del-colle-ce-lok-ma-sui-balneari-si-cambi_f9c80041-83bf-4714-838f-1e81429cad7f.html

(12) = https://www.quotidiano.net/politica/concessioni-balneari-ultime-notizie-1.8539512

(13) = https://www.corriereadriatico.it/macerata/civitanova_spiagge_bolkestein_operatori_concessioni_balneari_proroga_polemica_ultime_notizie-7225468.html?refresh_ce

(14) = https://www.quotidiano.net/politica/concessioni-balneari-ultime-notizie-1.8539512

(15) = https://www.corriereadriatico.it/macerata/civitanova_spiagge_bolkestein_operatori_concessioni_balneari_proroga_polemica_ultime_notizie-7225468.html?refresh_ce

(16) = https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2022/08/24/draghi-al-meeting-di-comunione-e-liberazione_a8ff9814-ecd3-4b9f-bf36-8309fcf5cd9e.html

(17) = 07.03.2013, Press Conference, Ecb President Mario Draghi

(18) = https://www.quotidiano.net/politica/concessioni-balneari-ultime-notizie-1.8539512

 

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