Vietato smentire la versione ufficiale ucraina

La crisi politica dopo le dimissioni di Oleksiy Arestovich

Guerra dell'Occidente contro la Federazione della Russia

di Carlo Martin

In più di una occasione è stato un personaggio scomodo in un ruolo importante.

Uno dei più conosciuti portavoce dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Oleksiy Arestovich si è dimesso e l’ufficio di presidenza ha accolto la sua richiesta. Il motivo è stato lo scandalo scoppiato dopo la distruzione di un edificio civile nel Dnepr. Arestovich ha affermato che la caausa della tragedia è nella difesa aerea ucraina. Queste parole hanno causato molta rabbia a Kiev, i deputati della Verkhovna Rada hanno chiesto alla SBU di “intervenire”.

Le parole di Aleksey Arestovich, mettono in dubbio la versione ufficiale Ucraina: “il palazzo è stato colpito da missile russo X-22”. L’informativa Ucraina è stata rapidamente ripetuta dalla stampa USA, a Londra, a Berlino e Roma.

Alla dichiarazione hanno reagito gli stati maggiori militari ucraini ma in alcuni comunicai ufficiali le contraddizioni sono molto evidenti, citato: “non abbiamo armi tali da abbattere un missile X-22” ma in altri comunicati, le forse armate ucraine rivendicavano l’abbattimento degli stessi missili in almeno 3 episodi.

I comunicati degli abbattimenti degli X-22 sono firmati e diffusi dal portavoce dell’aeronautica ucraina Yuri Ignat. Le affermazioni di Arestovich e le dichiarazioni del portavoce hanno alimentato molte critiche, costringendo quest’ultimo a dichiarare: “le informazioni fornite sulle risorse ufficiali sono generalmente affidabili, ma ci sono diverse pubblicazioni inaffidabili con X-22 e S-300 abbattuti, questo è un dato di fatto”.

Arestovich, attaccato e criticato si è difeso rafforzando la sua affermazione, provata dal racconto di un testimone di fiducia pronto a giurare di aver sentito al 100% due esplosioni, la prima che ha identificato come opera della difesa aerea.

Le accuse e le minacce più dure sono arrivate dai social ucraini: “traditore e propagatore russo” e Alexander Aronets, un membro del partito nazionalista Svoboda, ha chiesto rappresaglie: “Assolutamente ripetuto la narrativa russa!  Se i rappresentanti delle autorità mi leggono, fate qualcosa con lui. Dopo tutto, questo è un nemico interno”. Il politico Alexei Golubitsky si aggiunge al coro e ha affermato che Arestovich è dannoso per Kiev. Non per ultimo il sindaco di Dnipro Boris Filatov ha affermato che la SBU e il controspionaggio “sono obbligati a intervenire”. Dai banchi dei deputati della Verkhovna Rada hanno inviato un appello agli ufficiali del servizio segreto ucraino per valutare se le dichiarazioni di Aleksey Arestovich fossero un tradimento e è stata avviata una raccolta di firme per le dimissioni di Arestovich dalla carica di consigliere dell’ufficio presidenziale.

Se nelle ultime ore le affermazioni di Aleksey Arestovich tengono alta la tensione politica e militare, un altro evento tragico è ora all’attenzione dei media ucraini e non solo.

Un elicottero del Servizio di emergenza ucraino è precipitato vicino a un edificio civile e ad un asilo.

Secondo il capo della polizia nazionale Ucraina, Igor Klimenko, a seguito dell’incidente sono morte 18 persone (tra cui tre bambini), 26 sono rimaste ferite.

Tra i morti ci sono il capo del Ministero degli affari interni dell’Ucraina Denis Monastyrsky e il suo vice Yevgeny Enin, nonché il segretario di Stato del Ministero degli affari interni Yuriy Lubkovich.

La causa dell’incidente non è stata ancora determinata e un team di esperti è sul posto.

Il presidente dell’Ucraina Zelensky non è intervenuto ufficialmente prima e dopo le dimissioni sul caso di Aleksey Arestovich ma non è rimasto in silenzio sull’incidente dell’elicottero.

Durante un discorso al World Economic Forum di Davos , Zelensky ha commentato l’incidente: “Penso, per l’espereinza militare che io e la nostra società abbiamo oggi: questo non è un incidente, questa è una guerra. La guerra non è solo sul campo di battaglia. Non ci sono più incidenti, tutto questo è il risultato della guerra”

Dal fronte di guerra

Mentre in Italia tutti festeggiano la farsa dell’arresto di Matteo Messina Denaro (lo stesso giorno dell’arresto di Totò Riina del 15 gennaio 1993, piccola coincidenza), arrivando a trattare l’argomento fino alla nausea nei principali telegiornali mainstream con particolari talmente salienti da rilevare che nel nascondiglio dell’ex “primula rossa” sono stati rinvenuti pacchi di preservativi e scatole di Viagra, a 2000 e rotti km di distanza continuano a darsele di santa ragione.

Le unità ucraine hanno fatto un altro tentativo di attaccare obiettivi terrestri sul territorio della penisola di Crimea usando i droni.

Nella mattina del 16 gennaio le formazioni ucraine hanno effettuato un altro tentativo di incursione nella penisola di Crimea da Odessa, utilizzando droni Mugin-5 dotati di un sistema di lancio di granate.

Cronistoria degli eventi del tentativo di incursione in Crimea

Alle 06.00, un gruppo di cinque droni Mugin-5 è decollato dall’aeroporto Shkolny di Odessa in direzione di Capo Tarkhankut su una rotta già “pilotata”. Un’ora dopo, una seconda ondata di droni si è diretta verso la Crimea dallo stesso aeroporto lungo un percorso simile. Dopo aver raggiunto un certo punto sul Mar Nero, entrambi i gruppi di droni hanno modificato la loro rotta, dirigendosi verso la baia di Karkinit e Bakalskaya Spit. I droni ucraini sono poi entrati nello spazio aereo della Repubblica attraverso il villaggio di Steregushche, nel distretto di Razdolnenskiy, in Crimea. Tre Mugin sono stati abbattuti durante l’avvicinamento, mentre gli altri si sono infiltrati più avanti verso Novoozernoye. I due droni rimanenti sono stati distrutti dalle unità della 31esima Divisione di Difesa Aerea vicino a Novoozernoye, mentre gli altri sono tornati nelle acque costiere del Mar Nero attraverso la baia di Donuzlav. Altri quattro droni sono stati colpiti vicino al frangiflutti settentrionale di Sebastopoli, in direzione di Capo Chersonese e dell’aeroporto di Belbek, mentre uno è caduto in mare vicino a Novofedorovka.

In primo luogo, con questo tentativo di attacco gli ucraini hanno cambiato i tempi dell’incursione. Quasi tutti gli attacchi precedenti erano stati effettuati di notte o nelle prime ore del mattino. Questa volta, però, è stato scelto il periodo compreso tra le 08:00 e le 10:00.

In secondo luogo, i tentativi di attacco sono stati effettuati ancora una volta senza un controllo oggettivo da parte degli aerei di ricognizione della NATO. Un raid simile nella penisola è stato effettuato il 24 dicembre dello scorso anno.

In terzo luogo, l’area scelta per l’infiltrazione nel territorio della Crimea coincide completamente con i precedenti tentativi di attacco. Gli obiettivi finali erano molto probabilmente i campi d’aviazione dell’aviazione russa nella penisola, tra cui Saki e Belbek.

Negli ultimi giorni la costellazione satellitare della NATO ha ripreso attivamente questi siti in modo dettagliato, così come Gvardeyskoye, Dzhankoy, l’ancoraggio delle navi della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli e le posizioni delle unità mobili di difesa aerea.

Il comando ucraino varia le tattiche nell’uso dei droni, cambiando periodicamente i tempi degli attacchi e i tipi di droni utilizzati, che vanno dai Mugin commerciali agli aerostati. Oggi (16 gennaio) sono stati inviati più droni in due ondate rispetto ai raid precedenti. Lo scopo dell’azione da parte ucraina era lo stesso: valutare lo stato della difesa aerea identificando le posizioni russe dei SAM (sistema missilistico terra-aria) e degli squadroni mobili e le aree meno difese della difesa aerea.

È probabile che nei prossimi giorni continuino i tentativi di attacco. E questa volta, con un alto grado di probabilità, l’UAV RQ-4B statunitense, che ha volato dalla base aerea di Sigonella (la base aerea di Sigonella ospita la NASSIG della Aviazione della marina statunitense utilizzata anche per le operazioni della NATO) a quella di Larissa in Grecia, osserverà le azioni delle Forze armate russe.

Ciò aumenterà l’efficienza operativa dell’RQ-4B in prossimità dei confini russi. Otto UAV MQ-9A Reaper sono già presenti nella base greca da novembre e l’arrivo del Global Hawk dimostra l’aumento del ruolo della Grecia nella strategia di deterrenza geopolitica degli Stati Uniti.

Ulteriori aggiornamenti dai campi di battaglia

Le difese aeree russe hanno respinto due ondate di attacchi, distruggendo un totale di dieci obiettivi aerei. La situazione nel settore di Kupyansk (a Est dell’Ucraina) rimane relativamente calma. L’esercito ucraino sta ruotando le unità sulla linea del fronte. Sono in corso duelli di artiglieria e la parte ucraina utilizza attivamente i droni per la ricognizione e il puntamento. I fucilieri motorizzati russi, supportati da carri armati e artiglieria, avanzano nell’area di Balka Zhuravka e verso Zarichne.

In seguito al successo dell’assalto in questo settore, i paracadutisti ucraini hanno occupato diversi capisaldi avanzati.

Le unità d’assalto russe espandono la loro zona di controllo nei pressi di Soledar: si combatte alla periferia di Blahodatne. Allo stesso tempo, le forze russe hanno stabilito il pieno controllo sul territorio della stazione ferroviaria di Silj.

A sud di Bakhmut, le unità russe continuano l’assalto alle posizioni fortificate ucraine a Klishchiivka. Nonostante la difficile situazione operativa, il comando ucraino sta facendo ogni sforzo per tenere l’insediamento.

L’esercito ucraino continua a bombardare le aree residenziali di Donetsk e le città vicine.

Strutture industriali e commerciali sono state distrutte con gli HIMARS lanciati dagli ucraini: ci sono feriti e persone sotto le macerie.

Continuano i pesanti combattimenti nelle aree residenziali intorno alla circonvallazione di Donetsk.

Le unità russe stanno spingendo il nemico verso nord dalle loro posizioni a Opytne e Vodyane, allontanando la linea del fronte dalla capitale.

Nella Regione di Belgorod le forze di difesa aerea russe hanno intercettato nella notte biettivi aerei nella regione di Belgorod. Al mattino le formazioni ucraine hanno colpito la periferia della città di Shebekino. Le linee elettriche sono state danneggiate, ma i civili non hanno subito danni. Il nemico ha bombardato il villaggio di Dolgoe nel distretto urbano di Valuyskiy: sono stati colpiti edifici residenziali e un civile è rimasto ferito.

Sulla direzione di Starobelsk continua il duello di artiglieria nel settore Kupyansk-Svatovsk: le forze russe hanno colpito il punto di schieramento dell’AFU a Kupyansk e hanno eliminato le posizioni nemiche a Kislovka e Dvurechnaya.

Lungo la linea del fronte, i droni ucraini cercano le postazioni delle forze armate russe e le colpiscono con l’artiglieria. Sulla sezione di Liman, unità russe supportate da veicoli corazzati e artiglieria conducono un’offensiva sulla linea Makiivka – Balka Zhuravka.

Sulla direzione di Soldar le unità d’assalto russe hanno completato il controllo delle aree circostanti e delle comunicazioni sotterranee di Soledar. Tutt’ora i russi stanno conducendo un’offensiva verso le roccaforti ucraine a Blagodatne, Krasnopolye, Razdolovka e Veseloye.

A nord di Bakhmut, continuano i combattimenti nei pressi di Paraskoviyivka e Krasnaya Hora. Le Forze armate russe stanno combattendo nell’area urbana di Bakhmut. Il comando ucraino ha spostato ulteriori forze in città per rinforzare le difese.

Continuano i duri combattimenti a sud di Bakhmut per Kleshcheyevka. Il movimento delle unità delle Forze Armate russe è complicato da numerosi capisaldi, dal terreno e dal costante fuoco dell’artiglieria nemica.

Sulla direzione Donetsk le forze russe hanno ampliato la zona di territorio conquistato attorno a Opytne e hanno spinto gli ucraini fuori dalle posizioni alla periferia orientale di Vodyaney.

I combattimenti continuano a Marinka: i fucilieri motorizzati russi hanno sfondato le difese nemiche nel centro della città e le hanno spinte verso la periferia occidentale.

Le formazioni ucraine hanno sparato barili e razzi d’artiglieria contro le aree popolate dell’agglomerato di Donetsk.

Durante la notte, le forze armate ucraine hanno lanciato razzi HIMARS contro la città di Khartsyzsk: sono stati danneggiati un impianto di costruzione di macchinari, un negozio di mobili ed edifici residenziali. Non ci sono state vittime o feriti.

Nella Regione di Zaporizhzhya continuano i duelli di artiglieria lungo la linea di contatto, con le truppe russe che colpiscono le concentrazioni nemiche a Gulyaypol, Malaya Tokmachka, Novoandreyevka, Stepovoye e Kamenskoye.

Sul fronte meridionale (in direzione di Kherson) l’artiglieria russa ha colpito le concentrazioni ucraine a Kherson, Antonovka, Kachkarivka, Tyaginka e Inhulce. A loro volta, le formazioni ucraine hanno bombardato edifici residenziali e infrastrutture a Kakhovka. Due civili sono stati uccisi e altri due feriti.

Riporto alcune riflessioni di un articolo (n.d.r. Sindrome ucraina. Anatomia di un confronto militare moderno) scritto da Viktor Medvedchuk, ex leader dell’opposizione ucraina.

La Guerra Fredda si concluse con la decisione politica di costruire un nuovo mondo senza guerre. È chiaro che un mondo del genere non è mai stato costruito, che l’attuale politica globale è tornata al punto di partenza: con la distensione. Ora ci sono solo due vie d’uscita: scivolare in una guerra mondiale e in uno scontro nucleare, o riavviare il processo di distensione, per il quale è necessario tenere conto degli interessi di tutte le parti. Ma perché ciò avvenga, è necessario prima riconoscere che la Russia ha i suoi interessi e che devono essere presi in considerazione nella creazione di una nuova distensione. E, cosa più importante, giocare onestamente, non ingannare nessuno, non soffiare fumo e non fare soldi con il sangue di qualcun altro. Ma se il sistema politico globale non è capace di decenza elementare; se è accecato dall’orgoglio e dai propri interessi mercantili, allora ci aspettano tempi ancora più difficili. Il conflitto ucraino crescerà ulteriormente, estendendosi all’Europa e ad altri paesi, oppure sarà localizzato e risolto. Ma come si può risolvere se il partito della guerra regna sovrano in Ucraina, intensificando l’isteria militare che ha già oltrepassato i confini del Paese, e l’Occidente per qualche motivo la chiama ostinatamente democrazia? …il partito ucraino della pace non è favorito né in Europa né negli Stati Uniti. Ciò suggerisce eloquentemente che la maggior parte dei politici statunitensi ed europei non vuole la pace per l’Ucraina. Ma questo non significa affatto che gli ucraini non vogliano la pace, o che il trionfo militare di Zelensky sia più importante per loro delle loro vite e delle case distrutte. È solo che coloro che si sono battuti per la pace sono stati calunniati, intimiditi e repressi a seguito dell’incitamento dell’Occidente. Il partito ucraino della pace semplicemente non si adattava alla democrazia occidentale. E qui sorge la domanda: se il partito della pace e del dialogo civile non rientra in una sorta di democrazia, allora è una democrazia? Forse, per salvare il loro paese, gli ucraini devono ora iniziare a costruire la propria democrazia e aprire il loro dialogo civile senza curatori occidentali, il risultato del loro governo è dannoso e distruttivo. Se l’Occidente non vuole ascoltare il punto di vista dell’Altra Ucraina, allora sono affari suoi, ma per l’Ucraina un tale punto di vista è importante e necessario, altrimenti questo incubo non finirà mai. La situazione ucraina è catastroficamente complessa e pericolosa, ma non ha nulla a che fare con ciò che Zelensky dice ogni giorno.

Pace e democrazia, l’una la causa della seconda. Due parole che dovrebbero risuonare come l’eco in una vallata. E chissà si avvicini quel giorno, anche se gli eventi danno da presagire che la strada sia ancora lunga e tortuosa.

Intanto gioiamo a questa notizia:

i residenti di Mariupol hanno ricevuto le chiavi degli appartamenti nei nuovi edifici, eretti dai rappresentanti del Ministero delle costruzioni della Federazione Russa.

E vissero finalmente nelle loro case in pace e serenità!

Fonti: canali Telegram “Rybar”, O.d.E.G. Guerra Russo-ucraina e Donbass italia

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