di Francesco Cappello
L’Italia nella guerra
Un Falco globale (global Hawk) sta rientrando a Sigonella dopo aver operato nel Mar Nero. Ha assistito e vigilato l’attacco con droni compiuto dall’esercito ucraino, sul porto della città di Sebastopoli, lo scorso 29 ottobre, in Crimea (1).
I dati del portale Flightradar24 tracciano oggi, un drone da ricognizione strategica statunitense RQ-4B-40 Global Hawk (drone spia), in fase di rientro. Il Falco globale decollato dalla base aerea della NATO a Sigonella, vicino a Catania, si trovava vicino al confine con la penisola russa della Crimea durante l’attacco compiuto dall’esercito ucraino sul porto della città di Sebastopoli.
Il nostro Paese è in prima linea nella guerra in corso malgrado l’Ucraina non sia paese NATO né facente parte della Ue.
Il drone statunitense ha operato nello spazio aereo neutrale. Ricordiamo che esso è in grado di sondare ogni giorno un’area di circa 100.000 chilometri quadrati, all’incirca equivalente all’intera superficie dell’Islanda o della Corea del Sud.
Flightradar24, monitora in tempo reale i voli civili e militari sull’Europa. Il codice di chiamata FORTE12 permette di tracciare il volo dei Global Hawk. Si tratta di un drone RQ-4 Global Hawk, un velivolo a pilotaggio remoto per il pattugliamento e la sorveglianza strategica d’alta quota, sviluppato da Northrop Grumman, una delle principali risorse di intelligence del Dipartimento della Difesa e dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti. La NATO ha in dotazione in Italia, presso la base di Sigonella, in Sicilia, cinque RQ-4, parti integranti del programma Alliance Ground Surveillance (AGS). L’aereo RQ-4D Phoenix, opera dalla base aerea di Sigonella (CT). Da lì opera anche l’RQ-4B FORTE12, che sorvola quotidianamente l’Ucraina.
Tutto ciò rende evidente come la Nato e con essa il nostro Paese supportino attivamente le azioni militari dell’esercito ucraino non solo quindi attraverso l’invio di armi.
Il governo Draghi ha fornito i lanciarazzi e i cannoni semoventi più avanzati della Nato, obici pesanti e Lince usate dai reparti di Kiev. Il nostro Paese, non a caso è ritenuto ostile dalla Federazione russa. Esso è pienamente coinvolto nella guerra in corso.
A parole una guerra nucleare in Europa è stata considerata improbabile. In realtà la NATO svolge esercitazioni nucleari di routine come quella iniziata il 17 ottobre e terminata il 30, la Steadfast Noon. Vi hanno partecipato 14 dei 30 Stati membri tra cui Belgio, Germania, Paesi Bassi, Italia e Turchia, i cinque Stati della cosiddetta «condivisione nucleare». In questi Paesi sono, infatti, presenti armi nucleari statunitensi. La Nato intende aumentare la sua deterrenza nucleare in Europa.
Ricordiamo qui la recente messa in campo di una versione più aggiornata dei missili a testata nucleare B61, le B61-12. Tali missili posizionati nelle basi italiane di Ghedi ed Aviano, fanno del nostro, un Paese oggetto di ritorsione nucleare.
Aggiungiamo che gli Stati Uniti schierano truppe in Romania. Si tratta del dispiegamento di una intera divisione, la 101a divisione aviotrasportata dell’esercito americano. Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha così commentato: “Ci stiamo avvicinando a quella che ho chiamato la tempesta perfetta nell’ultimo incontro. Basta guardare le forze con cui la Russia sta ora entrando in Ucraina. Quando vedi che gli americani hanno inviato la loro migliore unità, portata in Romania, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, allora ti diventa chiaro cosa ci aspetta, se si arriverà a uno scontro diretto probabilmente“.
Fuori l’Italia dalla guerra!
Invitiamo chi legge ad opporsi alla cobelligeranza del nostro Paese aderendo alla
Campagna “Fuori l’Italia dalla guerra”, per essere parte attiva nella costruzione di una mobilitazione trasversale nel Paese che chiede l’uscita dell’Italia dal conflitto, il ritiro delle sanzioni, la cessazione dell’invio di armi e di sostegno finanziario, che si opponga all’uso del territorio italiano quale base di operazioni attive in quel teatro di guerra. Intervenga l’Italia ma inviando diplomatici e mediatori di Pace. Ripudiamo la guerra! Fuori l’Italia dalla guerra!
(1) Secondo il Ministero della Difesa della Federazione Russa il 29 ottobre alle 4:20, il regime di Kiev ha effettuato un attacco terroristico contro le navi della flotta del Mar Nero e le navi civili (le stesse coinvolte nel garantire la sicurezza del “corridoio del grano” nell’ambito dell’iniziativa internazionale per esportare prodotti agricoli dai porti ucraini) che si trovavano sulla rada esterna e interna della base di Sebastopoli. L’attacco ha utilizzato nove veicoli aerei senza pilota e sette droni marittimi autonomi. Un ruolo determinante, da casus belli, secondo la Federazione avrebbe svolto la Gran Bretagna.
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