Macron e Mattarella costruttori di pace?

Il grido della pace

di Francesco Cappello

L’uso strumentale dell’Ucraina da parte del dominio angloamericano la sta demolendo, sta facendo degli ucraini, carne da cannone. I più non sembrano rendersene conto eppure si tratta ormai di un’evidenza sotto gli occhi di tutti. Si parla, piuttosto, di “resistenza ucraina” rimuovendo la storia più recente: il colpo di stato neonazista del 2014 costruito ed alimentato dagli anglo americani che è stato perpetrato a danno dell’Ucraina tutta e degli ucraini dell’Ovest così come di quelli dell’Est o del Centro.
Vedi a proposito la seguente ricostruzione sul notiziario internazionale “Grandangolo” a cura di Manlio Dinucci. Il video è visibile su YouTube.

[Quarantacinquesima
puntata della trasmissione Pangea Grandangolo, andata in onda sul
canale tv Byoblu il 29/04/2022. Fuori l’Italia dalla guerra Il
presidente Biden ha richiesto al Congresso altri 33 miliardi di dollari
per armare e addestrare le forze ucraine, che si aggiungono ai 20
miliardi già stanziati e forniti a Kiev: in totale oltre 50 miliardi di
dollari dal 2014 destinati alla guerra contro la Russia. Allo stesso
tempo il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin ha incontrato in
Germania i rappresentanti di oltre 40 paesi, tra cui l’Italia, per
pianificare altre spedizioni di armi. Ciò comporta una enorme spesa
militare in denaro pubblico sottratto alle spese sociali. Ad esempio,
l’obice M777 fornito alle forze ucraine può sparare a 40 km 7 proiettili
Excalibur al minuto. Ciascun proiettile costa 112.000 dollari. Quindi
in un minuto l’obice spara proiettili del costo equivalente a 25
stipendi lordi annui (secondo la media italiana). Usa e Nato conducono
in tal modo in Europa una guerra per procura contro la Russia, iniziata
con il colpo di stato del 2014 e l’attacco alle popolazioni russe di
Ucraina. Ne è drammatica testimonianza la strage di Odessa del 2 maggio
2014, compiuta dalle forze neonaziste – Pravi Sektor, Battaglione Azov e
altre – che da allora hanno assunto il potere a Kiev. Il regime
instaurato in Ucraina, rappresentato pubblicamente dal presidente
Zelensky, ha imposto un partito unico e un unico canale televisivo,
chiudendo 11 partiti politici e tutti gli altri canali televisivi; ha
redatto una lista di proscrizione di migliaia di giornalisti
indipendenti e attuato una sistematica campagna di torture e assassini
per eliminare ogni opposizione. L’Europa, attraverso la stessa Unione
Europea, viene così trascinata nella voragine della guerra contro la
Russia, che Usa e Nato vogliono rendere permanente. Il prezzo pagato dai
cittadini europei è enorme: il boicottaggio delle importazioni di gas
russo sta provocando una crisi economica disastrosa. Da qui la vitale
necessità di portare l’Italia e l’Europa fuori dalla guerra].

In alcuni finti appelli alla Pace si condanna l’aggressore (chi è l’aggressore?), si dice di rispettare la resistenza ucraina (quale quella neonazista?), ci si impegna ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino (come? inviando armi e supporto finanziario e logistico, alimentando la guerra?).

Ecco le parole di Mattarella alla recente assemblea interreligiosa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio dal titolo: “Il grido della pace – Religioni e cultura in dialogo”:

La sciagurata guerra mossa dalla Federazione Russa contro l’Ucraina rappresenta una sfida diretta ai valori della pace, mette ogni giorno in grave pericolo il popolo ucraino, colpisce anche il popolo russo, genera drammatiche conseguenze per il mondo intero.
Quella aggressione stravolge le regole, i principi e i valori della vita internazionale.
Approfondisce le divisioni nella comunità globale chiamata, invece, a trovare soluzioni cooperative urgenti a problemi comuni: le crisi sanitarie e alimentari, gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, le minacce terroristiche.

Non so a voi, a me è tornato in mente, nel corso del suo primo mandato alla presidenza della Repubblica, il ricevimento, da parte delle più alte cariche dello Stato, con tutti gli onori, dello squadrista neonazista Andriy Parubij (il fondatore nel 1991 insieme a Oleg Tyahnybok, leader della formazione Svoboda, del Partito Nazional Sociale Ucraino), incoroNATO sul campo segretario del Consiglio della Sicurezza Nazionale e della Difesa Ucraino. La Boldrini, nel suo ruolo di presidente della Camera dei Deputati, firmò per l’occasione un Memorandum d’intesa tra i due Parlamenti e in un comunicato ufficiale dichiarò di essere in perfetta sintonia con Parubiy. Chi ne avesse perduto memoria può leggere: “Un nazista a Roma in “piena sintonia con Laura Boldrini” di Danilo Della Valle su l’Antidiplomatico.

Ed ecco Il grido della pace (o della guerra?) di Macron:

(…) Non permettiamo che la pace sia oggi ostaggio della potenza russa. Non è una parola per loro. Stanno facendo il contrario. E la pace oggi non può essere la consacrazione della legge del più forte, né il cessate-il-fuoco che cristallizzerebbe uno stato di fatto (…)

e le sue “spiegazioni” del comportamento dell’”aggressore russo”:

Credo, innanzitutto, che questa guerra sia il risultato di un nazionalismo esacerbato alimentato dal potere russo che si è nutrito del risentimento e dell’umiliazione nati in seguito alla disgregazione dell’impero sovietico. Poi questo potere si è nutrito e si è rafforzato isolandosi progressivamente dal resto del mondo. La pandemia ha in questo senso contribuito, costruendo la convinzione che c’erano delle minacce e che un qualche tipo di attacco all’esistenza stessa della Russia era il progetto del resto del mondo o meglio dell’occidente, giusto per citarci. Questa convinzione si è consolidata, basandosi su una forma di revisionismo storico, trasformando la storia contemporanea e moderna come una giustificazione di un progetto imperialista e colonizzatore che si fonda sull’invasione del proprio vicino. È quello che è accaduto, credo, in modo metodico negli ultimi mesi e negli ultimi anni. (…) Ora abbiamo deciso, e lo faremo fino all’ultimo, di sanzionare la Russia, di essere dalla parte del popolo ucraino per aiutarlo a resistere, da un punto di vista economico, umanitario e militare senza però prendere parte direttamente a questa guerra per non renderla globale. Ma perché a un certo punto il popolo ucraino possa scegliere la pace e perché possa scegliere il momento e i termini di una pace che avrà voluto (…) Oggi c’è un popolo che è stato aggredito, attaccato, e dall’altra parte ci sono dei leader che hanno deciso di aggredire, di invadere, di umiliare. Restare in disparte pensando che possa esistere una forma di equivalenza o che sia possibile rimanere neutrali, credo, è come accettare che esista un ordine internazionale in cui la legge del più forte può diventare la legge generale e in cui il dominio o lo stato di fatto possano sostituirsi al nostro diritto. Non penso che sia così.

Ascoltandolo non può non venire in mente il ruolo determinante della Francia nella demolizione della Libia nel 2011… oltre che la partecipazione alle altre guerre USA-NATO, dopo la caduta del muro di Berlino: Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Siria.

Macron ha anche, evidentemente, rimosso le sue stesse dichiarazioni, quando auspicava che i sopravvissuti al massacro di centinaia di migliaia di ruandesi – soprattutto tutsi, nel 1994, quando la Francia armò e sostenne il regime Hutu che eseguì i massacri – potessero “forse perdonare” la Francia:

La Francia “deve guardare in faccia la storia e riconoscere la parte di sofferenza che ha inflitto al popolo ruandese (…) la Francia si è assunta una responsabilità dannosa in una catena di eventi che ha portato al peggio”.

Macron aveva, almeno a parole, accettato di porre fine al franco CFA sostenuto dal Tesoro francese, un vero e proprio giogo economico ai danni di tutti quei 16 paesi paesi che hanno subito la seconda colonizzazione francese. Vedi il mio:

Incatenati alla moneta – CFA e non solo

 Gli architetti finanziari dello sfruttamento “sostenibile” (a oltranza)

Vale piuttosto far parte di quella alleanza trasversale a cui fa appello la Campagna “Fuori l’Italia dalla guerra”; fuori da quella guerra che divampa dall’Europa al Nordafrica e al Medioriente, perché si operi una soluzione diplomatica.
Contro la guerra, contro le sanzioni alla Russia, contro l’invio di armi, a favore del nostro Paese quale mediatore di Pace.

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