di Maurizio Torti
La mediazione di Erdogan segna ulteriori successi nelle ultime 24 ore c’è stato un nuovo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina.
Dalla Federazione della Russia sono stati rilasciati 215 prigionieri mentre l’Ucraina, dividendoli in due gruppi per un totale di 85 prigionieri di guerra russi.
Chi sono i prigionieri?
Naturalmente non si cono documenti specifici, le notizie sono in pò frammentate ma i social sono riusciti sia a diffondere sia individuare, laddove è stato possibile stabilire, chi fossero i prigionieri rilasciati.
Sono ritornati a casa alcuni piloti russi, volontari delle Repubbliche Popolari e tra i prigionieri di guerra russi è stato rilasciato anche Medvedchuk.
La Russia non ha diffuso un elenco ma dalle foto, pubblicate sui social ucraini sono evidenti le immagini di alcuni membri nazionalisti del battaglione Azov. Questi non sono stati rilasciati in Ucraina ma hanno l’obbligo di restare in Turchia fino alla fine della guerra. Non ne conosciamo le condizioni ma per lo scambio di questi prigionieri, Erdogan ha assunto direttamente la responsabilità di “custodire” i prigionieri in Turchia. Dove? Come? Non ci sono dettagli in merito.
Altra anomalia di questo scambio sta nel fatto che in Ucraina c’è enfasi, nei social girano le foto, nazionalisti di Azov sorridenti ritornano a casa mentre nella Federazione della Russia, sembra non esserci traccia di questo scambio, ne sui giornali indipendenti ne sulla stampa ufficiale e di governo.
I militari russi sono stati portati dal Reggimento Semyonovsky a una grande conferenza stampa o alle loro case.
In un primo momento sono stati sottoposti a cure mediche nell’ospedale Alexandrov.
I racconti dei prigionieri russi ritornati a casa sono storie dell’orrore, in particolare il vissuto dei piloti.
Sono stati torturati e seviziati ogni giorno. Pochissimo cibo, al freddo e hanno subito ogni forma di tortura che l’uomo abbia sperimentato. Tutte le atrocità che si possono immaginare, le hanno passate e ripassate. Quello che hanno vissuto non è un film ma i carcerieri ucraini hanno seguito alla lettera qualcosa che avevano visto al cinema, come la pistola con un solo colpo in canna per spararsi, oppure, uccidi il tuo amico e ti lasceremo andare.
Tra le note si segnala lo scambio anche per alcuni mercenari stranieri, inglesi e americani, la loro sorte sembrava già scritta, tribunale e condanna a morte ma la realtà è diversa, ora sono liberi. Anche in questo caso, in particolare per i mercenari americani, sono ora in Arabia Saudita, la conferma dal network televisivo Al Jazeera.
La Turchia, lentamente assume sempre di più un ruolo importante per la mediazione tra la Russia e l’Ucraina, prima per la vendita del grano ucraino e poi per lo scambio dei prigionieri, magari e lo speriamo, Erdogan un giorno annuncerà un primo incontro tra Putin e Zelensky ma l’occidente, i nostri politici, in questo caso sostengono il lavoro prezioso di Erdogan?
A seguito del video messaggio di Punti nell’annuncio della mobilitazione di 300000mila riservisti da inviare al fronte, giornali, tv, radio, social e blogger hanno tolto il freno diffondendo analisi militari, disegnando scenari futuri di ogni tipo, scatenando ipotesi e conclusioni assai bizzarre è dire veramente poco.
Anche alcuni rappresentanti militari italiani si sono lanciati, senza prendere alcuna precauzione, mostrando quasi una cecità totale nel comprendere quanto realmente sta accadendo. È l’indicatore che puntualmente conferma che non conosciamo e non riusciamo a interpretare come pensano i russi e cosa pensano di noi occidentali.
Un esempio su tutti è stata l’analisi sull’invio dei 300000mila riservisti, tuona un militare italiano: “occorrono da 4 a 6 mesi per preparare un militare da inviare al fronte”. Era distratto? Non ha riflettuto molto? La lettura è diversa, dopo i referendum e l’accettazione da parte della Duma dei nuovi territori da includere nella federazione, sui nuovi confini della Federazione della Russia, saranno inviati i militari in servizio di leva oggi, pronti al combattimento, è sufficiente solo il trasferimento, circa 100000 mila militari sono probabilmente già in corso di trasferimento.
Un altro elemento interessante, sempre restando nell’ambito della comunicazione, sono passati solo pochi minuti dal video messaggio e i media occidentali hanno diffuso notizie, senza naturalmente immagini e fotografie di file kilometriche di cittadini russi, giovani sulle autostrade per la Lettonia, Estonia, Armenia ma questo sembra in contraddizione con il tentativo di bloccare i visti per l’Europa per i cittadini russi, quindi, adesso i cittadini russi, giovani e non, possono uscire dalla Russia ed andare in Europa? La fila kilometrica verso la Finlandia era una palese montatura, un falso, la solita bugia propagandistica.
Nei diversi programmi di intrattenimento oltre a false notizie, o la comunicazione resta ferma su un solo punto, alimentare continuamente la russofobia, ormai trasformata in persecuzione dei cittadini russi, della loro terra e del loro presidente.
La frase più discussa dai media, analisti, militari e commentatori da salotto si concentra sull’analisi della dichiarazione di Putin: “per difendere la nostra terra, il nostro popolo, la nostra sovranità utilizzeremo se minacciati, ogni mezzo che possediamo, tutti non è un bluff”. Tutti.
Se i nostri politici e i leader occidentali giocano a Poker, il suggerimento è semplice – non andate a vedere il bluff di Putin – perdiamo tutti. Ora gli USA hanno la responsabilità dei prossimi sviluppi del conflitto, l’Ucraina non deciderà nulla, la guerra è tra Russia, USA e NATO
Dal settore in direzione di Kharkiv
Unità delle forze armate ucraine hanno lanciato un contrattacco per raggiungere i confini della LNR e colpire il fianco di un gruppo di forze alleate. Sono riusciti a sfondare parzialmente le linee difensive delle forze armate russe nell’area di Dvurechnoye-Kupyansk. Alcune unità ucraine hanno attraversato il fiume Oskol a Dvurechnoye occupando delle posizioni vantaggiose per l’offensiva a nord. Continuano i combattimenti in direzione di Kucherovka a seguire verso Petropavlivka.
I gruppi di sistemi mobili di difesa aerea portatili sono schierati per coprire il gruppo di truppe lungo la riva destra del fiume Oskol. Un massiccio fuoco di artiglieria è diretto contro le posizioni delle forze armate russe a est di Kupyansk.
Le unità delle forze armate russe hanno lanciato un attacco missilistico contro i soldati ucraini nel settore di Dvurechne, l’attraversamento sul fiume è stato parzialmente distrutto ed è in fase di ricostruzione.
Il comando ucraino intende per le prossime ore consolidarsi sulla riva opposta e stabilire il pieno controllo su Kupianske e Petropavlovka. Rinforze di mezzi e uomini continuano a essere trasferiti alla linea di demarcazione lungo il fiume Oskol.
A Donetsk è stato nuovamente bombardato il mercato centrale
Le forze armate ucraine hanno nuovamente bombardato le aree residenziali del centro di Donetsk con artiglieria di grosso calibro. Diversi colpi hanno colpito contemporaneamente l’area del mercato centrale e uno dei proiettili ha colpito direttamente un autobus passeggeri. Di conseguenza, almeno sei civili di Donetsk sono stati uccisi, tra cui una bambina e 6 feriti ma il numero dei morti e dei feriti è destinato a salire.
Dal settore in direzione di Lyman
Unità delle forze armate ucraine hanno nuovamente tentato di prendere d’assalto Liman attaccando dalle città di Dibrova e Shchurovo. Le forze russe hanno respinto con successo l’offensiva, a seguito di numerose perdite, le forze ucraine si sono ritirate sul Seversky Donets.
Continuano i combattimenti nei pressi di Drobyshevo. Il comando ucraino intende spostare ulteriori riserve per stabilire il pieno controllo su Drobyshevo e successivamente raggiungere l’insediamento di Stavka e tagliare, a nord, gli accessi a Liman. Altre forze ucraine e diversi sistemi MLRS sono stati posizionati nel settore di Yarovaya.
Dalla redazione
Un ringraziamento a tutti i colleghi della stampa indipendente impegnati alla diffusione delle notizie dai fronti.
Senza sosta riceviamo analisi, immagini, video, critiche e messaggi patriottici. Un lavoro difficile e molto spesso volontario. Attraverso i loro occhi possiamo comprendere quello che sta accadendo e non restare nel buio affogati in un mare di propaganda e di odio. Restare obiettivi per chi ha amici, forse figli, sui fronti di guerra non è affatto semplice e scontato, è un’impresa eccezionale.
Grazie a tutti voi
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