L’offensiva delle forze armate ucraine in direzione di Kharkiv

Il conflitto continua senza soluzione e aumenta solo la distruzione il dolore il lutto

Abbandonate le armi ribellatevi a questo massacro

Durante tutta la notte dell’11 settembre, l’avanzata lenta ma progressiva delle forze armate ucraine, circa 45000mila uomini, non solo ha impegnato tutti i fronti controllati dalle forze militari russe e suoi alleati, avendo sfruttato il vantaggio della superiorità nel numero e mezzi schierati sul terreno, ha costretto i comandi militari della Federazione della Russia ad ordinare di ritirare le prime linee di difesa da Izyum, superando il fiume Oskol. Il rischio peggiore era di avere migliaia di unità e mezzi completamente circondati e da riposizionare una linea di difesa dal fiume Osklo a Gorokhovatka.

Dalle prime ore del giorno nell’area del checkpoint di Peski, molto vicino a Logachevka, Belgorod Russia, centinaia di civili sono ora accampati in tende in attesa di passare il confine in direzione della Federazione della Russia. La situazione è molto difficile dato che non è stata allestita un’area per accogliere i civili in cerca di una zona sicura e le operazioni di controllo dei documenti, rallentano il flusso formando lunghissime colonne di auto in coda. I controlli necessari sono lenti e molto rigidi ma necessari come commentano alcuni responsabili.

Gli attacchi delle forze militari ucraine sono concentrati in direzione delle città di Kupiansk, nel settore di Krasnyy Liman, Suja vicina al confine ucraino e controllata dalla forze armate russe.

Le prime linee di difesa russe, impegnate a contenere l’avanzata Ucraina e supportate da elicotteri e dall’artiglieria hanno colpito nel settore della città di Avdiivka.

Le forze armate russe si sono ritirate dietro l’Oskol nella parte orientale di Avdiivka ma non sono riusciti ad evitare gravi danni al ponte sul fiume Osklo. Rallentare e contenere l’avanza delle forze armate ucraine non è stato possibile e una testa di ponte ucraina ha iniziato a occupare la parte occidentale di Kupiansk, spingendo le forze militari russe nella parte orientale della città.

La forza e la spinta dei comandi ucraini ha portato le prime unità a pochi kilometri dalla città di Izyum. Contemporaneamente la città di Krasny Liman è stata sottoposta a colpi di artiglieria seguita poi da un attacco alle posizioni delle forze armate russe nei pressi di Krasny Liman. Nel settore di Stary Karavan. L’obiettivo del nemico è catturare Krasny Liman e avanzare ulteriormente verso Oskol, con lo scopo di tagliare fuori il raggruppamento di Izyum. Sulle mappe, il controllo di Krasny Liman è la chiave per entrare a Izyum e per le forze armate ucraine circondare tutto il settore controllato dalle forze armate russe.

Nella città di Balakleya, da fonti ufficiali ucraine, arriva la conferma del pieno controllo della parte settentrionale della città, ma non è stata ancora dichiarato il controllo totale di Balakleya e l’avanzata Ucraina, dopo lo sfondamento di questa linea di difesa continua.

Per tutta la notte e dall’alba l’artiglieria delle forze armate russe non ha mai interrotto il fuoco di sbarramento verso le posizioni e le strutture difensive e i posti di comando ucraini. L’artiglieria ha capacità di colpire fino a 30 kilometri.

L’offensiva delle forze armate ucraine in direzione di Kharkiv è al suo 4° giorno e gli obiettivi, almeno parzialmente sono stati raggiunti, controllo della città di Kupyansk, circondare parzialmente Izyum e controllare la città di Shevchenkovo.

L’artiglieria ucraina martella incessantemente tutta la riva sinistra del fiume Oskol, il ponte di Kupiansk è stato danneggiato e ha costretto l’invio di rinforzi, da parte delle forze armate russe, solo utilizzando gli elicotteri in direzione di Kupiansk.

L’attacco ucraino è segnalato in diversi settori, per alcuni non è possibile determinare la situazione come per la prima linea verso Savintsy. Per tutta la notte, le forze armate ucraine hanno ammassato uomini e mezzi a sud di Izyum per aggirare sul fianco sinistro le difese russe. Lentamente le prime unità ucraine sono arrivate a Ozernoye e Stariy Karavan. A Raigorodka, la logistica Ucraina ha permesso l’attraversamento dei mezzi e dei militari per poi attaccare il settore di Bolshoy Burluk prima con una massiccio uso dell’artiglieria che ha accelerato l’evacuazione dei civili. Verso Kharkiv le notizie sono troppo poche e non è possibile conoscere la situazione dato l’arrivo di riserve delle forze armate russe. Esperti analisti definiscono lo sviluppo e i progressi molto incerti e da Kharchiv, le forze armate russe potrebbero lanciare un contrattacco e respingere le unità ucraine prima che possano consolidare le loro posizioni.

L’offensiva Ucraina in direzione di Kharkiv e Izyum ha convinto i comandi militari delle forze armate russe dell’impossibilità di arrestarla, impossibile continuare a controllare Kupiansk, anche se non ci sono conferme di un controllo totale da parte Ucraina ma ora la prima linea è sulla riva orientale del fiume Oskol ed è prevedibile la continuità dell’offensiva delle forze armate ucraine.

La cittàdi Svatovo è sotto il controllo delle forze armate russe e è attraversata da convogli di rifugiati provenienti da Kupiansk e Izium. La linea del fronte è vicino a Oskol.

Sul fronte meridionale nel settore di Charcov è sempre avvolto nella nebbia della guerra ma questa volta non della propaganda ma del silenzio della stampa occidentale, da tempo, non più imparziale.

Oltre al tatticismo militare, la Federazione della Russia deve ora affrontare anche l’emergenza collegata all’evacuazione di centinaia di civili e politicamente, gli alti comandi devono affrontare un sentimento di “abbandono” cresciuto in questi giorni nella popolazione di lingua russa in tutto il settore di Kharchiv.

La domanda che si pongono gli analisti è se esiste un piano, una strategia e se è compatibile con quanto accaduto al momento del ritiro dalle regione di Kiev, Chernihiv e Sumy. Era veramente un’azione pianificata o semplicemente un fallimento come quanto sta avvenendo nella regione di Kharchiv?

La prima risposta al conseguente ritiro delle forze armate russe è: “una necessità militare che ha avuto il sopravvento sulle convenienze politiche e al coraggio di chi ha dato l’ordine di ritiro. L’offensiva dell’Ucraina nell’area di Balakleya-Izyum, le condizioni dei militari, le false dichiarazioni nei rapporti ufficiali dei comandi militari restano incomprensibili ma tutti convergono verso una unica risposta, non c’era altra soluzione per evitare gravi perdite sia di uomini sia territoriale, analizzando la forza e la capacità di fuoco messa in campo dalle forze armate ucraine.

Fare una lettura più vicina alla realtà può riguardare solo le forze schierate sui vari fronti. Prevedere scenari futuri è molto difficile ma alcuni elementi possono aiutare, basta la lettura di una carta dei confini amministrativi del Donbass e considerando le ripetute dichiarazioni, da pare dei vertici della Federazione della Russia, della necessità di avere il controllo parte dei territori oltre i confini amministrativi del Donbass, con la funzionalità di aree cuscinetto, a seguito dell’invio di armi occidentali all’Ucraina capaci di colpire i territori della Federazione della Russia.

Il corso di questa guerra è imprevedibile, entrambi i belligeranti sono estremamente potenti, in modo particolare le forze armate ucraine sostenute dagli Stati Uniti, dalla Nato e dall’Europa continuano incessantemente a sostenere il regime di Kiev con ogni mezzo necessario e non si intravede il limite, quale è la linea rossa di questa guerra contro la Russia? Per molti sarà una guerra lunga, devastante e logorante per chi la pratica sul campo ma gli effetti sono in una crisi importante in Europa e nella stessa Federazione della Russia. Il rischio di allargamento militare del conflitto è molto alto, oggi la crisi, la politica, le sanzioni e per l’alleanza occidentale è già stata avviata la guerra contro la Russia.

Un dato certo è che nessuno ha interesse per riaprire i negoziati o almeno un cessate il fuoco e questo spiega molto di questo conflitto. Se in questi giorni l’offensiva Ucraina a Kharkiv ha come obiettivo respingere le forze militari russe non esiste alcuna garanzia di ulteriori rivendicazioni territoriali militari da entrambe i belligeranti.

Nessuno è soddisfatto di come sono raffigurati i nuovi confini dell’Ucraina, non sono soddisfatti gli ucraini, gli Stati Uniti e gli alleati europei, non è soddisfatta la Russia. Dopo 7 mesi di guerra e oltre 100mila morti, 10milioni di profughi per qualcuno questa guerra deve continuare e fino a quando?

 

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