Il 29 agosto Kiev ha annunciato l’avvio della controffensiva a sud verso Kherson,
Gli ucraini hanno creato un blackout totale su tutte le informazioni. I giornalisti sono vietati. È quindi molto difficile sapere cosa realmente succede. Tuttavia, sappiamo che le offensive sono in corso su quasi tutta la linea del fronte meridionale. Contemporaneamente nella regione del Donbass, anche per questo fronte si registra un’attività bellica maggiore sia ucraina sia russa.
Il generale Dominique Trinquand, ex capo della missione militare francese presso le Nazioni Unite, afferma su France24: “salvo sviluppi imprevisti sul fronte di battaglia, gli ucraini potrebbero essere in grado di impadronirsi dell’intera sponda destra del fiume Dnepr, compresa la città di Kherson, entro ottobre.
Un obiettivo prevedibile, nella parte meridionale e seguendo il fiume anche i confini amministrativi evidenziavano la questione del controllo del fiume e quindi dell’acqua. Illustrato in questo articolo
Una dichiarazione “di comodo”, l’inverno è la linea temporale, poi le attività belliche saranno molto più complicate e forse rallentate. Al momento dal regime di Kiev non ci sono dichiarazioni ufficiali in merito al raggiungimento di obiettivi rilevanti. Non c’è stata una interruzione della logistica e degli aiuti alla prima linea russa dato che, segnalato da più fonti, i ponti principali non sono stati distrutti, colpiti ma funzionali al passaggio di mezzi militari.
Sul fronte meridionale, nonostante il silenzio della stampa occidentale, le autorità della Russia, quotidianamente forniscono informazioni dettagliate come le cifre di questo massacro, pari a oltre 3100 militari ucraini uccisi, solo sul fronte meridionale di Kherson. Da fonti social sono confermate numerose perdite di soldati e mezzi da parte della Federazione della Russia ma non ci sono cifre ufficiali, solo un calcolo in rapporto pari a circa 4:1 (un militare russo pari a 4 militari ucraini). Da alcuni giornalisti russi e dai loro social è da segnalare una critica alla tattica militare di queste ultime 2 settimane.
Nel Donbass, in questo caso il regime di Kiev non è in silenzio, sul fronte ci sono i giornalisti ed è “più semplice” incrociare dati e informazioni, in modo da avere non solo un quadro dettagliato ma la realtà di quanto sta accadendo sul fronte dove gli ucraini, da tempo si sono preparati raddoppiando ed in alcuni casi triplicando le linee di difesa.
Nelle ultime 48 ore, anticipando con un massiccio sbarramento di artiglieria, l’esercito ucraino ha lanciato un’offensiva dalla direzione di Andreevka contro le posizioni delle Forze armate russe a Balakliya. Nell’ultima settimana, l’esercito ucraino preparava mezzi e uomini per muovere in direzione di Izyum.
Le unità ucraine, in questa area hanno raggiunto diversi obiettivi controllando piccole aeree urbane e continuando il tentativo di assediare la città di Balakliya. La reazione della Federazione della Russia e suoi alleati è intervenuta per impedire l’accerchiamento di Balakliya conservando ancora il controllo dell’autostrada Kharkiv-Izyum nei pressi di Vesele e Kun’je.
Le truppe ucraine hanno cercato di accerchiare Balakleya, ma sono state respinte, la città rimane sotto il controllo dell’esercito russo, hanno riferito le autorità della regione di Kharkiv.
Per questi ultimi eventi bellici, da notizie ufficiali del regime di Kiev e dai social ucraini, le news sono differenti e forse più aggiornate. Le autorità ucraine rivendicano il controllo delle città di Balakleya e Kupiansk.
Leggendo le mappe aggiornate dei fronti nel Donbass, gli scenari possono essere diversi ed è inevitabile porsi alcune domande.
L’esercito della Federazione Russa ha raggiunto l’obiettivo di denazificazione dell’Ucraina?
Non tutta la regione del Donbass è oggi controllata dalla Russia e il completamento è solo rinviato?
Le aree sotto il controllo della Federazione della Russia sono solo un controllo temporaneo e quindi il conflitto si avvia verso la sua fine?
Sul fronte Kharkiv, Izum, Balakleya, Slaviansk e Kramatorsk si combatte duramente con artiglieria e sporadici movimenti di truppe, in avanti e indietro sulle vecchie posizioni.
Nelle ultime 48 ore c’è da evidenziare una fatto abbastanza “strano”, mancano i rapporti del ministero degli esteri su quanto accade sul fronte di Kharkiv.
Prima dell’inverno il conflitto sarà più duro, un indicatore evidente è il numero degli attacchi alle autorità nelle città sotto il controllo della federazione della Russia, autobombe, agguati, alcuni sventati e il terrore invade i piccoli villaggi e la popolazione.
Un tentativo di chiarimento, in merito a quanto sta accadendo lo fa Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo: “Il fiducioso progresso dell’operazione speciale della Russia per proteggere il Donbass provoca isteria tra gli alleati occidentali di Kiev”. Continua: “l’Occidente chiede ad ogni costo al regime di Kiev di dimostrare lo spirito combattivo e la capacità delle forze armate ucraine di utilizzare efficacemente le armi fornite dalla NATO, altrimenti l’Occidente minaccia di ridurre significativamente gli aiuti in armi e finanziamenti”
A seguito di questi successi ucraini, Biden ha approvato l’assegnazione di un nuovo pacchetto di aiuti militari da 675 milioni di dollari all’Ucraina, mentre il segretario di Stato americano, in queste ore a Kiev per una visita improvvisa, Anthony Blinken ha annunciato che gli Stati (non precisati), avrebbero fornito altri 2 miliardi di dollari in assistenza militare a Kiev e a paesi confinanti. Blinken riafferma l’efficacia della strategia degli USA: “le sanzioni sul lungo termine creano molti problemi alla Russia come le armi che stiamo fornendo giustificano le vittorie degli ucraini. Non sarà breve ma alla fine la Russia sarà sconfitta.
Sono parole pesanti e rimandano ad uno scenario terribile, l’obiettivo è la Russia, non c’è stata mai altra volontà da parte degli Stati Uniti. L’Ucraina è solo un territorio dove si concretizza il conflitto militare e pr gli USA non c’è un prezzo da pagare in uomini, se non quello di ridurre fortemente l’economia europea e colpire dove è possibile direttamente la Russia.
Aggiornamenti del giornalista italiano Mattia Sorbi
Il 29 agosto, dall’inizio dei tentativi da parte ucraina di lanciare un contrattacco in direzione Nikolayev-Krivoy Rog, il giornalista italiano accompagnato da due individui che indossavano l’uniforme militare Ucraina si è diretto verso il fronte.
Gli individui che indossavano l’uniforme hanno promesso di accompagnare il giornalista Mattia Sorbi in taxi fino alla linea di contatto tra le truppe ucraine e russe. Secondo il giornalista, una volta avvicinatosi all’area delle operazioni, gli individui hanno improvvisamente hanno fermato l’auto e sono scesi, dando a Mattia Sorbi nuove indicazioni per proseguire. Purtroppo la strada indicata era stata precedentemente minata proprio dall’esercito ucraino. L’ennesima provocazione dei servizi speciali ucraini? Si voleva la morte del giornalista a causa del fuoco delle postazioni difensive russe o l’esplosione del taxi a causa di una mina e poi accusare la Russia? L’autista è morto immediatamente, mentre Mattia Sorbi è rimasto gravemente ferito e soccorso dai militari russi che hanno assistito all’esplosione dell’auto civile. Sotto il fuoco ucraino, due militari russi sono riusciti ad estrarre Mattia Sorbi dal veicolo in fiamme. Il giornalista ha ricevuto i primi soccorsi, è stato portato in un luogo sicuro e trasportato in una struttura sanitaria. Mattia Sorbi, è stato ricoverato in terapia intensiva con varie ferite e le sue condizioni di salute sono stabili. La confera arriva dal Ministero della Difesa della Federazione Russa e aggiunge che presto Mattia Sorbi rientrerà in Italia.
In questo conflitto, diversi Generali ed ex militari non hanno smesso di offrire la loro opinione su eventi bellici specifici, sulle forze in campo, sul ruolo degli alleati e il loro aiuto verso l’Ucraina. Uno in particolare è l’articolo scritto e pubblicato dal graduato ex Marines degli Stati Uniti “Il Pensiero e la morale”
L’autore descrive dettagliatamente le tattiche e le strategie russe, evidenziando e comparando la storia bellica della Russia, un approfondimento per comprendere le scelte nelle prime settimane e quindi provare a darne una lettura continua arrivando ad oggi.
Altro intervento interessante è quello del Generale tedesco Eberhard Zorn
Zorn si rivolge direttamente agli occidentali e alla stampa che scrive della forza dell’esercito russo dipingendola come stanca, non coordinata, con armamenti vecchi ma le parole del generale tedesco sono completamente diverse.
“La maggior parte delle forze di terra russe sono attualmente impegnate nella guerra contro l’Ucraina tuttavia, non dovremmo sottovalutare il potenziale delle forze di terra russe”. Aggiunge: “la maggior parte della marina russa non è stata utilizzata nella guerra contro l’Ucraina e l’aviazione russa ha ancora un potenziale considerevole, che rappresenta anche una minaccia per la NATO. Ciò significa che la Russia ha ancora riserve considerevoli e, da un punto di vista puramente militare, sarebbe in grado di espandere ulteriormente il conflitto a livello regionale”.
Secondo Zorn, le forze armate russe sparano da 40.000 a 60.000 colpi al giorno e continua: “al momento non mi aspetto offensive di vasta portata nell’interno dell’Ucraina”. Le forze russe si sono concentrate sulla conquista del Donbass. “Tuttavia, una decisione militare non è vicina”.
L’inverno si avvicina e negli ultimi mesi l’attività diplomatica per raggiungere una mediazione o almeno un cessate il fuoco è completamente svanita. È un fallimento su molti fronti come quello sull’esportazione di grano e altri prodotti dall’Ucraina. Il grido d’allarme sul rischio di fame e carestia era comunque riuscito ad avviare e concludere una mediazione e le navi sono partite dai porti ucraini. Ma dove sono dirette? Anche questa politica si è rilevata falsa, solo due navi hanno raggiunto l’Africa.
mi sembra un articolo ben documentato e obbiettivo, ben diverso dai vergognosi proclami pro- Zelensky della quasi totalità dei mezzi di comunicazione. Leggerò ancora, spero, articoli da SP.
Ciao Giovanni grazie, di questi tempi il giornalismo italiano vive il periodo più buio