di Maurizio Torti
La corte suprema della Polonia non riconosce il primato del diritto europeo sul diritto costituzionale nazionale.
Lo stato delle relazioni diplomatiche e politiche tra l’Unione Europea e la Polonia è tutta concentrata su questo punto: la corte suprema polacca ha infatti respinto il primato del diritto comunitario sulla legislazione nazionale, affermando che alcuni articoli del trattato UE sono incompatibili con la Costituzione polacca. La contestazione legale è stata proposta da Mateusz Morawiecki e non ha precedenti nella storia comunitaria. È infatti la prima volta che il leader di uno stato membro del blocco a 27 mette in discussione i trattati e la supremazia delle leggi europee su quelle nazionali.
Il 1° Settembre 2022 il governo, a maggioranza composta Partito Democratico Civico (ODS) e guidato da Petr Fiala, ha dovuto affrontare una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, in merito all’incapacità del governo di gestire la crisi energetica e dopo 22 ore di dibattito e interrogazioni parlamentari, al momento del voto, la maggioranza unità ha salvato il governo respingendo la mozione.
Sabato in piazza Venceslao a Praga in 100000mila al grido: “La Repubblica Ceca al 1° posto”, associazioni, movimenti, alcuni politici ma non rappresentati all’interno del governo, hanno condiviso, ricordato e rivendicato quali sono le condizioni nel rapporto con l’Unione Europea. Uomini e donne hanno denunciato l’aumento dell’inflazione, i costi troppo elevati dell’elettricità ma anche criticato la questione dei rifornimenti di armi all’Ucraina, che a loro avviso prolunga la guerra in corso.
La manifestazione aveva un titolo: “La Repubblica Ceca al 1° posto”. È stato organizzata da rappresentanti di partiti politici prevalentemente non parlamentari e associazioni civiche che non sono d’accordo con l’attuale politica e vogliono che il governo si dimetta.
Durante la manifestazione, assolutamente pacifica, sono comparsi rappresentanti dei partiti di destra e del Partito Comunista di Boemia e Moravia. Alcuni dei relatori che si sono alternati dal palco, erano in prima linea contro le vaccinazioni o l’obbligo di indossare le mascherine.
Erano ben visibili le bandiere ceche, gruppi di manifestanti rumorosi con tamburi e striscioni con slogan contro l’Unione Europea, la NATO, il Primo Ministro Fiala, il Green Deal per l’Europa e contro il sostegno all’Ucraina. Il primo e più grande: “Togli questa bandiera” è stato gridato, indicando la bandiera dell’Ucraina sull’edificio del Museo Nazionale che si affaccia su Piazza Venceslao.
La reazione del premier polacco Petr Fiala è stata superficiale, per niente politica, ha semplicemente accusato i manifestanti e la manifestazione indetta da forze filo-russe, contrari agli interessi della Repubblica Ceca. Questa risposta si può interpretare in tre modi: non ha informazioni su quanto accaduto; è consigliato in modo errato; ignora volontariamente il vero significato della manifestazione sintetizzata nello striscione di apertura. La Repubblica Ceca al 1° posto.
In Polonia non è in discussione l’uscita dall’Unione Europea ma come per l’Ungheria, la Polonia non ha come moneta legale corrente l’euro e Bruxelles reagisce, ricattando e rivendicando gli aiuti monetari inviati alla Polonia. Con una serie di decisioni importanti, la Polonia ha ribadito il concetto legale rispetto all’Unione Europea “i trattati possono essere rivisti con delle opportune mediazioni ponendo, in primo luogo l’illegalità del principio “il primato del diritto comunitario sulla legislazione nazionale”
Quali sono le sfide tra Polonia e Unione Europea?
La Polonia, attraverso le dichiarazione del Ministro della Salute Adam Niedzielski ha rifiutato di continuare a ricevere e pagare le dosi di vaccino contro il coronavirus, nonostante i contratti di fornitura già concordati. “Abbiamo usato la clausola di forza maggiore e abbiamo informato sia la Commissione europea sia il principale produttore di vaccini della decisione del Governo polacco di non ricevere altre dosi di vaccino al momento, e ci rifiutiamo anche di pagare”. Continua “Siamo consapevoli che la conseguenza di questa decisione sarà un conflitto legale, conflitto già avviato.
La Polonia negli ultimi mesi, ha realizzato nella foresta di Bialowieza, sui i confini con la Bielorussia, una barriera, un nuovo muro per impedire il passaggio di cittadini dalla Bielorussia verso la Polonia. Per oltre un anno il braccio di ferro con l’Unione Europea e la revisione della gestione europea delle politiche migratorie.
Ultimo esempio non per ordine di importanza, la Polonia ha un’altra visione su cosa sia la famiglia e lo ha hanno ribadito centinaia di comuni, alcune amministrazioni provinciali hanno approvato una “Carta per i diritti della famiglia”, con l’intento di proteggere il matrimonio e la famiglia tradizionale dalla comunicazione LGBT.
100000mila persone a Praga a piazza Venceslao hanno chiesto le dimissioni del governo polacco e del premier Petr Fiala, da quest’ultimo definite filo-russe, mostrando una superficialità politica e una complicità che in Italia non è una novità
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