“Quando gli esiti della COVID-19 grave sono stati calcolati come proporzione di coloro che hanno contratto l’infezione da COVID-19 all’interno di ciascun gruppo di età e di esposizione – il rischio di un esito avverso grave da COVID-19 tra gli adulti con COVID-19 confermata – i risultati sono stati più drammatici, con un tasso di ospedalizzazione da COVID-19 del 49% più elevato e un tasso di ospedalizzazione da COVID-19 con ricovero in terapia intensiva del 76% più elevato tra coloro che non sono stati esposti a bambini piccoli. I nostri risultati, basati su dati precedenti alla disponibilità dei vaccini COVID-19, forniscono una potenziale evidenza epidemiologica per suggerire la possibilità che l’immunità crociata ai coronavirus non-SARS-CoV-2 possa fornire un livello di protezione contro la malattia grave da COVID-19.”
Questa è una breve sintesi dei risultasi, nero su biancho, di uno studio scientifico, pubblicato su PNSA e sul Lancet
La ricerca è caratterizzata da una metodologia e da tecniche statistiche molto avanzate per dare evidenza delle fonti di e confondimento, il propensity-matched, ed è uno studio importante, perché condotto su circa 3 milioni di persone.
I dati sono chiarissimi, inoltre lo studio è stata realizzato quando non c’erano ancora i vaccini. Lo studio ha inoltre evidenziato una protezione efficace all’esposizione con i bambini più piccoli ma nessun rischio di malattia è stato evidenziato con gli adolescenti.
Ogni madre e padre è consapevole dal momento in cui il loro bambino frequentano la scuola materna, elementare che avranno un alto tasso di infezioni delle vie respiratorie superiori e quindi molte probabilità di trasmetterle agli adulti.
Lo studio confronta gli adulti a stretto contatto con i bambini e le infezioni di SARS-Cov2 e i tassi di malattia grave da COVID-19, tra cui l’ospedalizzazione e l’eventualità del ricovero in terapia intensiva, con gli adulti che non avevano lo stesso livello di esposizione ai bambini piccoli. I risultati evidenziano che chi non era a stretto contatto con bambini avevano sia un tasso di ospedalizzazione COVID-19 che un tasso di ospedalizzazione COVID-19 che richiedeva il ricovero in terapia intensiva almeno del 50÷ più elevato rispetto a coloro che avevano bambini piccoli. Detto in termini scientifici e comunemente definita “immunità crociata”
La pandemia ci ha costretti a subire ogni negazione dei nostri diritti, ora si aprono sempre più spiragli di verità, prima con gli effetti dei vaccini sul sangue, poi la conferma che gli antinfiammatori potevano salvare molte vite e ora questo nuovo studio dovrebbe chiarire una volta e per tutte, l’incapacità, l’impreparazione e gli errori del ministro della Sanità e di altri esperti.
Nei salotti della tv e sui giornali non si è fatto altro che diffondere linee guida errate, ma la cosa più grave è stata la totale negazione di ogni confronto scientifico con medici e professionisti portatori di dubbi sui suggerimenti del ministero della sanità.
Molte voci hanno cercato questo confronto ma è sempre stato negato, nello specifico di questo studio, la prof. Sara Gandini ha provato e sostenuto l‘immunità crociata realizzando anche uno studio ma come per tante altre voci è stata ignorata.
Le domande a cui devono rispondere i virostar diventano ogni giorno sempre di più, mentre la politica deve ammettere al più presto possibile di aver commesso degli errori gravi nel spaventare ogni giorno adolescenti e le loro famiglie.
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