di Maurizio Torti
Il quotidiano tedesco Die Welt ha pubblicato alcuni estratti di una biografia sul presidente ucraino Zelensky che rivela fatti di corruzione molto gravi e il coinvolgimento di personaggi pubblici, oligarchi, aziende e banche in tutto il mondo. I giornalisti del Welt, Slidstvo.info, agenzia investigativa indipendente e creatore di lungometraggi documentari investigativi e indagini testuali.
La verità è il primo passo nella lotta alla corruzione.
Offshore 95: i misteri degli affari del presidente ucraino Zelensky
Sono attivi i sottotitoli in italiano
Il doc-film muove gravi accuse di corruzione nei confronti di Zelensky e molti altri personaggi, tra cui alcuni molto considerati anche pericolosi.
Tutto nasce da un grande lavoro di investigazione giornalistica realizzato dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi denominato “Pandora Papers”.
600 giornalisti, 155 testate di 117 Paesi hanno prodotto 2,94 terabyte di dati contenenti 11,9 milioni di file provenienti da 14 fornitori di servizi offshore.
Ci sono i nomi di centinaia di politici e anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il suo consigliere Sergei Shefir e l’oligarca Ihor Kolomoisky.
Il materiale è tantissimo ecco una sintesi.
Il presidente ucraino Zelensky e i suoi soci della casa di produzione di commedie Kvartal 95 possedevano una rete di società offshore nei paradisi fiscali delle Isole Vergini Britanniche, Cipro e Belize. Shefir, e anche il capo del servizio di sicurezza del Paese, ne faceva parte.
Cosa hanno fatto, come si muoveva queste società? Prioritariamente per l’acquisto di costosi immobili a Londra.
Nel 2019, durante la campagna elettorale Zelensky cede le sue azioni ad un’altra società facente capo a Shefir, la Maltex, ma i flussi di danaro verso Zelensky e famiglia non cessano, come i proventi dalla Film Heritage prima di Zelenskiy poi governata da Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino.
Come indicato da alcuni documenti, circa 40 milioni di dollari, sono transitati, attraverso la filiale cipriota di Privatbank, allora di proprietà dell’oligarca Kolomoisky, come contributo di capitale in modo poco trasparente.
Il reporter della Reuters Josh Cohen scrive: “Kolomoisky ha finanziato una trentina di formazioni paramilitari in tutta l’Ucraina, di cui alcune accusate da Amnesty International di aver compiuto crimini di guerra, sparizioni, torture nell’Est del Paese.
Prima delle elezioni presidenziali in Ucraina, Zelensky e sua moglie possedevano il 25% della Maltex Multicapital Corp, che commercializza la produzione dello studio Kvartal 95. I documenti contenuti nei Pandora Papers indicano che tre settimane prima delle elezioni, Zelensky ha ceduto la sua quota a Sergei Shefir, suo fratello, Boris Shefir, e Andrei Yakovlev, lo sceneggiatore di Kvartal 95. Ma i documenti di Pandora Papers rivelano che Maltex Multicapital Corp continuava a pagare i dividendi a Zelensky.
Sempre dai documenti dell’inchiesta, emerge un altro personaggio, allora capo dell’SBU Ivan Bakanov, si è servito di un paradiso fiscale per nascondere gli affari della sua società Davegra Limited, registrata in Belize. Questa società risulta essere proprietaria della Maltex Multicapital Corp, ma i documenti contenuti nei Pandora Papers dimostrano che si tratta di un “trucco” per nascondere i veri proprietari: Zelensky, sua moglie e i suoi soci in affari.
Sempre la società Maltex Multicapital Corp gestisce gli appartamenti acquistati a Londra.
La filiale cipriota di Privatbank è stata usata da Kolomoiski per riciclare milioni di dollari. Ma Maltex Multicapital Corp non sembra essere stata l’unica società coinvolta nello schema. I documenti rivelati menzionano anche la società offshore Candlewood Investment Limited, anch’essa legata all’entourage di Zelensky e Kolomoiski, e attraverso la quale sarebbero passati altri 10 milioni di dollari legati a Privatbank.
Reuters 2015, Josh Cohen scrive, rivelando al mondo per la prima volta i rapporti tra Kolomoisky e le formazioni paramilitari ucraine:
“A marzo, membri dell’esercito privato sostenuto dal magnate Igor Kolomoisky si sono presentati alla sede della compagnia petrolifera statale, UkrTransNafta. Lo stallo è avvenuto dopo che Kiev ha licenziato l’amministratore delegato della società – un alleato di Kolomoisky. Kolomoisky ha detto che stava cercando di proteggere la compagnia da un’acquisizione illegale. Più di 30 di questi battaglioni privati, composti principalmente da soldati volontari, esistono in tutta l’Ucraina. Anche se tutti sono stati portati sotto l’autorità dell’esercito o della Guardia Nazionale, il governo post-Maidan sta ancora lottando per controllarli. L’esercito dell’Ucraina è così debole che dopo che la Federazione Russa ha preso la Crimea, i separatisti sponsorizzati dalla Russia sono stati in grado di prendere il controllo di ampie zone dell’Ucraina orientale. I battaglioni privati, finanziati in parte dagli oligarchi ucraini, sono entrati in questo vuoto e hanno giocato un ruolo chiave nel fermare l’avanzata dei separatisti. Molti di questi gruppi paramilitari sono accusati di abusare dei cittadini che sono incaricati di proteggere. Amnesty International ha riferito che il battaglione Aidar – anch’esso parzialmente finanziato da Kolomoisky – ha commesso crimini di guerra, tra cui rapimenti illegali, detenzioni illegali, rapine, estorsioni e persino possibili esecuzioni. Molti degli oligarchi hanno accumulato grandi ricchezze usando le loro connessioni politiche per acquistare beni governativi a prezzi stracciati, dirottare i profitti dalle aziende statali e corrompere i funzionari ucraini per ottenere contratti statali. Quando i manifestanti di Maidan hanno rovesciato l’ex presidente Viktor Yanukovich, hanno chiesto al nuovo governo di porre un freno all’abuso di potere degli oligarchi. Invece, molti sono diventati ancora più potenti: Kiev ha dato a Kolomoisky e al magnate minerario Serhiy Taruta posti di governatore in importanti regioni orientali dell’Ucraina, per esempio. Altri battaglioni privati pro-Kiev hanno affamato i civili come forma di guerra, impedendo ai convogli di aiuti di raggiungere le zone controllate dai separatisti nell’Ucraina orientale, secondo il rapporto di Amnesty. Alcuni dei battaglioni privati ucraini hanno infangato la reputazione internazionale del Paese con le loro idee estremiste. Il battaglione Azov, parzialmente finanziato da Taruta e Kolomoisky, usa il simbolo nazista Wolfsangel come logo, e molti dei suoi membri sposano apertamente opinioni neonaziste e antisemite. I membri del battaglione hanno parlato di ‘portare la guerra a Kiev’ e hanno detto che l’Ucraina ha bisogno di ‘un forte dittatore che vada al potere e che possa spargere molto sangue, ma che unisca la nazione nel processo’”.
Sono trascorsi pochi mesi dall’ottobre 2021 e pochi giorni fa, Zelensky ha dato inizio ad una profonda operazione di epurazione colpendo i suoi più stretti collaboratori come il vecchio amico Bakanov e la procuratrice Venediktova accusati di collaborazionismo.
L’allontanamento di Bakanov e Venediktova arriva pochi giorni dopo che a Kiev è stato reso noto che il capo del Servizio investigativo Oleksy Sukhachov alla fine di febbraio, aveva ordinato di distruggere una serie di documenti di processi penali riguardanti, tra gli altri, Poroshenko, Medvedchuk e l’ex presidente Victor Yanukovich. Gli eventi bellici di oggi si sovrappongono e si intrecciano con le storie del passato, dove gli attori sono gli stessi. Il teatro è lo stesso come il solito copione delle lotte interne di potere che hanno da sempre caratterizzato l’Ucraina. La guerra politica tra gli oligarchi sembra essere stata sospesa con l’inizio del conflitto dal 24 febbraio ma la verità non si può nascondere in eterno.
La guerra continua e giorno dopo giorno, dai milioni di documenti sarà fatta chiarezza su altri atti di corruzione nella speranza di sciogliere anche alcuni misteri come la scomparsa dell’oligarca, molto amico di Zelensky Igor Kolomoisky di cui si sono perse le traccie nel marzo 2022.
Nel frattempo, pochi giorni fa viene diffusa una lista di 10 cittadini ucraini, incluso Kolomoisky, Gennady Korban, capo della Forza di Difesa Territoriale dell’Oblast’ di Dnipropetrovsk e un tempo alleato dell’oligarca, e Vadym Rabinovich, leader del partito politico filorusso, sono state private della cittadinanza, secondo un documento pubblicato dall’emittente The New Voice of Ukraine.
Commenta per primo