Danimarca e Paesi Bassi contrari all’allargamento EU a favore dell’Ucraina

Soldi armi ed assistenza militare ma niente Europa

Trattato di Lisbona - Clausola di difesa reciproca

di Maurizio Torti

La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen l’8 aprile 2022 a Kiev promette al presidente dell’Ucraina Zelensky, l’impegno dell’Europa a rispondere alla richiesta dell’Ucraina di entrare nell’Unione europea. Dopo pochi giorni, Zelensky ha presentato ufficialmente una richiesta per l’adesione all’UE, in continuazione alla strategia di marketing utilizzata dal 24 febbraio e dichiara: “chiediamo all’Unione Europea l’adesione immediata dell’Ucraina” “fate presto ci hanno aggredito e siamo in guerra, si combatte anche vicino a Kiev”. “occorre dare una risposta potente alla Russia”.

Perché il presidente dell’Ucraina Zelensky chiede un processo di adesione all’EU per l’Ucraina attraverso una procedura “speciale” e quindi in maniera molto rapida?

Da un lato la risposta è semplice, pur di sconfiggere la Russia, qualsiasi aiuto, economico, umanitario e armi è utile, secondo i piani ucraini, e questo è il primo obiettivo strategico ma c’è da considerare un altro obiettivo specifico nell’eventualità dell’adesione, nel caso ciò accadesse, gli altri Paesi europei sarebbero obbligati a intervenire anche militarmente in suo soccorso, secondo la clausola di difesa reciproca prevista dal Trattato di Lisbona.

Clausola di difesa reciproca (in italiano)

Clausola di difesa reciproca (in Inglese)

Il trattato di Lisbona rafforza la solidarietà dei paesi dell’UE fra i paesi dell’UE in caso di minacce esterne introducendo una clausola di difesa reciproca secondo l’articolo 42, paragrafo 7, del trattato sull’Unione europea (TUE). Tale clausola prevede che qualora un paese dell’UE subisca un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri paesi dell’UE sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Quest’obbligo di difesa reciproca accomuna tutti i paesi dell’UE, ma non influisce sulla neutralità di alcuni paesi dell’UE né sull’appartenenza dei paesi dell’UE alla NATO. Questa disposizione è integrata da una clausola di solidarietà secondo l’articolo 222 del trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE), che prevede l’obbligo per i paesi dell’UE di agire congiuntamente qualora un paese dell’UE sia oggetto di un attacco terroristico o sia vittima di una calamità naturale o provocata dall’uomo.

Tra il 23-24 giugno 2022, la Commissione europea dovrebbe esprimere il suo parere a seguito della richiesta dell’Ucraina, aprendo la strada a una possibile decisione dei leader dell’UE di concedere lo status di candidato.

Per l’Ucraina, la strada dell’adesione all’UE non è affatto certa. Per entrare nell’Unione è necessario legiferare molte leggi e regolamenti dell’UE, con enormi implicazioni politiche interne e non solo, basta analizzare le difficoltà di alcuni Stati membri, nonostante la loro adesione avvenuta più di 20 anni fa, un caso come esempio, l’Italia e più recentemente l’Ungheria.

La guerra ha scosso tutti, le continue richieste di armamenti da parte dell’Ucraina, l’immagine proiettata di un’Ucraina forte, quasi invincibile, espressa e rafforzata quotidianamente dagli esperti comunicatori ucraini, ha condizionato profondamente gli Stati europei e ne ha condizionato anche il processo di approccio rendendolo un percorso tecnico-burocratico e trasformandolo in uno strumento geopolitico che richiede un approccio più strategico. Questo il senso della richiesta dell’Ucraina di fare parte dell’Unione europea.

A seguito della richiesta di adesione dell’Ucraina nell’Unione europea, cercano la salvezza, l’isola felice a seguire: Moldova e Georgia hanno presentato le proprie domande, mentre i paesi dei Balcani occidentali attendono risposte dopo anni di attesa. Sono cinque i candidati riconosciuti all’adesione all’Unione europea: Turchia candidata nel 1987, Macedonia del Nord nel 2004, Montenegro 2008, Albania 2009 e Serbia 2009.

I paesi dell’UE stanno affrontando un’enorme pressione per soddisfare queste rinnovate aspettative, pur confermando che l’allargamento richiede riforme complesse per avere successo: riforme dei paesi candidati ma anche riforme della stessa Unione europea.

Dai leader di alcuni Stati membri dell’Unione europea la risposta non si è fatta attendere ma su un duplice binario: si agli aiuti umanitari, economici e in armamenti ma per l’adesione la questione è assolutamente diversa rappresentata dalle dichiarazioni e da documenti ufficiali consegnati a seguito della richiesta dell’Ucraina di aderire all’Unione europea.

Il presidente francese Macron in un discorso al Parlamento europeo e ad un vertice straordinario ha sottolineato: “il processo durerà diversi anni, probabilmente diversi decenni”, continua: “poiché Kiev dovrà intraprendere riforme impegnative per soddisfare i criteri dell’UE”. “Potremmo avere misure eccezionali per un paese che è in guerra senza rispettare i criteri per entrare nell’UE? La risposta è no”.

Il politico francese, Clément Beaune, gela, con una sua dichiarazione, le speranze di Kiev di una rapida adesione sulla scia del conflitto: “entrare nell’Unione Europea non sarebbe finalizzata per 15 o 20 anni” aggiunge: “dobbiamo essere onesti. Se dici che l’Ucraina entrerà a far parte dell’UE tra sei mesi, o un anno o due, stai mentendo”.

Attraverso un canale diplomatico la Danimarca ha emesso una nota avvertendo che l’Ucraina non soddisfa sufficientemente i criteri relativi alla stabilità delle istituzioni che garantiscono la democrazia, lo stato di diritto, diritti, rispetto e tutela delle minoranze. Anche nell’ambito della giustizia sarà necessaria una riforma.

Secondo Bloomberg potrebbe essere un problema anche con i Paesi Bassi che hanno espresso alcune obiezioni.
Sempre dall’agenzia di stampa Bloomberg si legge: secondo persone esperte in materia, la raccomandazione, che deve essere discussa e adottata dal collegio dei commissari UE, sarebbe accompagnata da condizioni legate allo stato di diritto e alla legislazione anticorruzione.

I 27 membri dell’UE non ampliano i membri da quasi 10 anni a causa del debole sostegno dei paesi chiave in un contesto di crescita economica pari quasi allo zero e non sarà possibile fare eccezioni per l’adesione dell’Ucraina.

Durante il vertice straordinario a Versailles, i leader dell’UE hanno deciso di rispondere alla strategia dell’Ucraina per il suo primo obiettivo, infatti sono stati concessi nuovi aiuti economici e militari ma hanno respinto l’idea di accelerare la candidatura di Kiev all’adesione all’UE.

Per evitare di far entrare l’Ucraina nell’Unione europea, i leader dell’Unione europea hanno offerto il raddoppio degli aiuti militari, un miliardo di euro, diviso in due tranche e assistenza militare al governo di Kiev.

È la prima volta che l’UE ha acquistato armi per un paese terzo e la guerra con la Russia sta condizionando la storia europea, il continua braccio di ferro tra Ucraina ed Europa per ora non ha ne vincitori ne vinti, si è concluso solo in primo round, il prossimo si svolgerà tra pochi giorni.

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*