L’urgenza di ridisegnare un’ economia a misura d’uomo. Intervista a Davide Gionco

Mercoledì 15 giugno 2022 ore 21

Tempodiunirsi

di Elisabetta Ziliotto

Per costruire una società più giusta e rispettosa della persona umana per la prima volta in Italia persone e organizzazioni, animate da obiettivi condivisi, si stanno unendo in un progetto innovativo e rivoluzionario finalizzato a recuperare i valori autentici che sono alla base del vivere civile, sia nelle relazioni sociali, sia nell’economia, nell’ottica di mettere in rete le piccole imprese italiane e le molte iniziative locali già esistenti, fatte da persone che sperano di attuare la “nuova società”: ecovillaggi, gruppi di autodeterminazione, scuole parentali, presidi sanitari, filiere virtuose e molto altro.

Ne abbiamo parlato con Davide Gionco, presidente dell’associazione Confederazione Sovranità Popolare, che ha dato vita all’iniziativa delle Comunità Solidali con lo scopo di creare un punto di riferimento comune fra tutte queste realtà.

D: Quanti di noi constatano di trovarsi nella società sbagliata?

R: L’economia non funziona come dovrebbe, troppe persone sono senza lavoro o con un lavoro precario, anche chi lavora fatica sempre di più ad arrivare a fine mese. Tutto funziona a vantaggio del settore finanziario e di poche multinazionali che tempestano di pubblicità i mezzi di informazione ed internet. Le nostre piccole aziende chiudono. Le città ed i paesi sono ridotti a dormitori, privi di piccole attività commerciali; i nostri migliori giovani emigrano.

D: Ci vorrebbe un’altra economia. Lei crede quindi ci sia bisogno di un nuovo paradigma economico?

R: La moneta, l’invenzione sociale nata per agevolare gli scambi e semplificare i rapporti tra persone e organizzazioni, da strumento si è tramutato in fine, da serva è diventata padrona ovvero lo strumento attraverso cui pochi si arricchiscono a scapito del 99% della società. La moneta viene emessa esclusivamente a fronte di debiti che gli Stati, le imprese e i cittadini sono obbligati a restituire e su cui pagano interessi su interessi, senza che vi sia alcuna possibilità di usare questo strumento per il bene comune. Questo sistema ci ha resi succubi e sta portando a distruzione la nostra economia e la nostra società. Il sistema creditizio ha smesso di sostenere le nostre imprese, ha cessato di essere uno strumento di sviluppo e si è trasformato in uno strumento di fallimenti e distruzione delle imprese. Abbiamo bisogno di una nuova moneta e di un nuovo sistema creditizio, a servizio dell’economia reale e dei cittadini, che abbia al centro le persone e che faciliti gli scambi di beni e servizi che noi stessi produciamo.

D: Oltre a una nuova moneta e a un nuovo sistema creditizio cosa ne pensa riguardo a ciò che sta succedendo nella sanità pubblica?

R: La sanità pubblica non funziona più, nonostante l’impegno degli operatori sanitari. Chi ci governa continua a tagliare sulla sanità. Mancano medici di famiglia. Mancano medici ed infermieri al pronto soccorso e negli ospedali. A molti medici viene addirittura impedito di curare i propri pazienti e di conseguenza i malati non trovano chi possa assisterli. Chi governa la sanità è unicamente interessato a garantire lauti profitti alle multinazionali del farmaco ed alle cliniche private.

D: Parliamo ora della scuola. Cosa dovrebbe essere cambiato per non uniformare le giovani menti, che sono la parte più fragile della società, ma anche quella che un domani ci chiederà conto, non solo della loro formazione, ma anche di ciò che ha creato una generazione “aliena”?

R: La scuola pubblica non funziona. Siamo il Paese che in Europa ha applicato maggiori limitazioni all’attività scolastica durante la pandemia. I nostri ragazzi sono ridotti a dei numeri, non sono più formati ad acquisire un senso critico. La scuola non riesce più ad insegnare e a formare gli adulti di domani. Gli insegnanti , sempre più demotivati, sono sommersi dalla burocrazia e sono portati a perdere di vista le persone che sono chiamati a formare.

D: E riguardo ai media ed ai social media con cui ci vengono propinate le notizie? Ci sono alternative al mainstream di regime?

R: I mezzi di informazione mainstream sono ridotti a mezzi di propaganda governativa a senso unico. I giornalisti bravi e coraggiosi non trovano lavoro; trovano lavoro solo i giornalisti obbedienti al potere. Internet ci aveva messo a disposizione degli spazi di libertà per disporre di una informazione pluralista e per incontrare chi, come noi, desidera una nuova società, ma questi spazi sono sempre più limitati, tramite algoritmi di censura e che limitano la visibilità. Ci vorrebbero dei mezzi di informazione liberi e indipendenti ed un nuovo social media veramente a servizio dei cittadini, che faccia incontrare le persone, un social che non profili le persone per fini commerciali, ma a servizio della socializzazione, senza manipolazioni.

La chiave del condizionamento dei mezzi di informazione e dei social media sono le inserzioni pubblicitarie, in particolare quelle delle grandi multinazionali, che, essendo gli unici finanziatori, impongo a questi mezzi di essere unicamente uno strumento per i loro interessi economici e persino politici, calpestando l’umanità delle persone.

D: Ci spieghi meglio la questione della pubblicità…

R: I mezzi di informazione, compresi i social media, devono fare fronte a spese ingenti, per le ore di lavoro dei gestori, per i server, ecc., ma soprattutto devono garantire lauti utili agli investitori. Se vogliamo avere dei mezzi di informazione liberi e non condizionati dai poteri forti, li dobbiamo finanziare noi o con nostre donazioni oppure tramite un “nostro” circuito pubblicitario, a servizio delle piccole aziende, che hanno bisogno di far conoscere i loro prodotti (che ci sono utili per vivere), ma che rispettano i cittadini, senza pretendere di manipolarli. Da qui nasce l’idea di dare vita ad una grande comunità socio-economica, fatta di cittadini e di imprese, che favorisca gli scambi sociali e culturali, ma anche gli scambi economici, compresa la pubblicità delle attività economiche, che consente sia di far conoscere ai cittadini i prodotti di qualità delle nostre piccole imprese, ma anche, in ultima istanza, di sostenere finanziariamente un “nostro” social media ed i mezzi di informazione liberi e a servizio di questa “nuova società”.

D: Sarebbe bellissimo! Siamo in tanti a pensarla in questo modo, ma da dove partire?

R: In mezzo a tante cose che non vanno, la buona notizia è che l’Italia è piena di moltissime iniziative di rinnovamento, portate avanti da persone che credono in questi valori. Siamo tanti, tantissimi. E siamo noi cittadini a lavorare e produrre beni e servizi utili con la nostra professionalità, ciò che ci consente di prosperare. Per fare tutto questo non abbiamo bisogno delle multinazionali, delle grandi banche, delle borse finanziarie. I detentori del potere politico-finanziario, non producono nulla, ma si avvalgono del nostro lavoro. Se noi smettiamo di lavorare per loro e ci organizziamo a lavorare per noi stessi, la partita sarà vinta. La verità è che siamo in molti, ma il vero problema è che siamo dispersi. Manca uno strumento che ci aiuti a trasformare tante piccole comunità operanti.

D: Da quello che possiamo dedurre la parola chiave è “creiamo un’altra società. Ma è possibile ?

R: La prima cosa che ci serve è uno strumento di comunicazione, che ci consenta di conoscere e di incontrare chi la pensa come noi. Da qui possiamo partire per poi organizzare la “nuova società”, tutti insieme. Oggi i mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione rendono tutto questo molto difficile. La comunicazione tramite social media censurati o tramite le chat sugli smartphone è alquanto inefficiente. La buona notizia è che quello che prima mancava ora c’è e si chiama “Sfero” , il nuovo social 100% italiano gestito da persone che la pensano esattamente come noi e che intendono realizzare questa “nuova società”. me è l’unico social media accessibile senza registrazione e privo dei cookies. Le persone non sono profilate per rifilare loro annunci pubblicitari mirati, non esiste censura sui contenuti, cosa che avviene regolarmente sugli altri social quando si pubblica qualcosa non in linea con il pensiero unico di chi li possiede. I contenuti di Sfero.me possono essere visti ed ascoltati veramente da tutti, anche dai non iscritti e questo vale per tutti i contenuti pubblicati, compresi i podcast.

D: In cosa si differenzia questo strumento dagli altri?

R: Sfero.me vuole essere un’alternativa sana, libera e vicina al sentire più intimo e autentico delle persone. Il punto d’inizio di una nuova modalità di fare social, di conoscersi e di costruire assieme un mondo migliore. Lo spiega bene Daniele Di Luciano, CEO di Sfero: «Per gli altri social, il tasto “like” è molto importante in quanto costituisce la base della profilazione degli interessi personali; tuttavia i “mi piace” creano dipendenza: gli utenti iniziano a pubblicare contenuti non per relazionarsi con gli altri, bensì per collezionare “like”. Quando non ci riescono, è difficile riconoscerlo, ma sono tristi. Noi, su Sfero, non profiliamo nessuno, ma targhettizziamo le pubblicità attraverso i contenuti».

D: Con Sfero.me viene messo a disposizione lo strumento di comunicazione, ma come realizzare il circuito economico della “nuova società”?

R: L’iniziativa per la creazione del nuovo circuito economico è partita dalla Fondazione BarterFly, con il progetto di dare vita ad una moneta complementare e di sviluppare un’economia più a misura di piccole imprese e famiglie. Dopo un percorso di armonizzazione su valori e scopi con altre persone che operavano per le stesse finalità, la Fondazione BarterFly, Sfero e Monethica™, hanno unito le forze per il primo esempio al mondo di un sistema di scambi sociali innestato su un modello di economia generativa. Immaginiamo una sorta di confederazione di monete complementari fra loro interoperanti, che utilizza come riferimento l’ETIX®, la moneta funzionale comune. L’accordo consente di facilitare le comunicazioni attraverso la creazione di un marketplace comune all’interno del social Sfero. In questo modo sarà possibile coinvolgere nella comunità economica tutte le aziende, le associazioni ed i cittadini che già partecipano a gruppi di acquisto basati su una propria moneta complementare. A questo circuito potranno ovviamente unirsi anche i molti altri gruppi di acquisto solidale (GAS) già presenti sul territorio italiano e molte altre imprese e cittadini che ne verranno a conoscenza successivamente.

D: Come intendono operare insieme queste realtà?

R: L’accordo consente di lavorare contemporaneamente su più piani. Ad una informazione libera, che diviene strumento di lavoro per gruppi e associazioni, si unisce l’ETIX®, la moneta funzionale che dà sostegno economico a famiglie e imprese. Inoltre all’interno del social viene realizzato il marketplace ovvero lo strumento necessario per favorire l’incontro fra cittadini-venditori di beni e servizi, e cittadini-acquirenti, sapendo che in ogni impresa lavorano dei cittadini. La vera innovazione è quella di far interagire vari mercati insieme dando valore economico, attraverso gli ETIX®, anche agli scambi tra privati.

D:  Una sfida importante quella che vi siete proposti, ma che ovviamente, per essere vincente, necessita del supporto anche economico di tutti.

R: Lo scopo di Sfero e del marketplace è quello di far conoscere e promuovere le realtà che si sono messe in gioco per realizzare la nuova economia, dopo di che gli scambi economici possono avvenire per contatto personale, localmente, o per contatto virtuale, quando la distanza impedisce di recarsi di persona a fare acquisti da chi vende.

Per realizzare queste implementazioni informatiche manca ancora un po’ di lavoro di programmazione. Per questo è partita una raccolta fondi su socialitaliano.me con l’hashtag #tempodiunirsi. Siamo fiduciosi, perché i valori che portiamo avanti e per la quale lottiamo e ci siamo messi in gioco sono quelli che dovrebbero essere alla base di una umanità consapevole.

D: In una intervista Giovanni Acquati, presidente della Fondazione BarterFly, e già co-fondatore di Banca Etica, descriveva questa raccolta fondi come una vera e propria “rivoluzione del cuore”

R: Si.Riprendo le sue parole che sono illuminanti:, «Con questa raccolta fondi si accede a un sogno, tanto vivo quanto necessario. Oggi le persone sentono la necessità di tornare in connessione con se stesse e con il territorio, prima ancora di fare soldi con una finanza speculativa e priva di ogni “senso vitale”, nel significato reale della parola”. Mentre le grandi potenze politiche si sfidano al ‘gioco’ della guerra, a discapito della sovranità e dell’autodeterminazione dei popoli, le persone di buona volontà si stanno orientando alla costruzione di un mondo nuovo, basato sulla fiducia e sul confronto, sulle differenze e sulle relazioni, sulla realtà, sulla collaborazione, sul recupero del senso di comunità».

D: Non solo un mercato quindi, ma la creazione di una rete di persone impegnate che credono nei valori della solidarietà. E qui entra in gioco il progetto che le sta molto a cuore, sto parlando delle Comunità Solidali

R:  Il progetto delle Comunità Solidali è il tassello che completa il circuito economico, perché riguarda il coinvolgimento sociale di cittadini solidali che già oggi sono impegnati a costruire la nuova società. Il progetto consiste nel recensire e contattare le realtà esistenti, facendo rete e facendo prendere loro coscienza di essere già parte operante della nuova società che sta nascendo nel nostro Paese. A queste persone viene quindi proposto di entrare a fare parte del progetto d’insieme della comunità socio-economica che si riunisce tramite il social Sfero.me.

Le persone coinvolte in queste iniziative, in questo modo, entrano a far parte della comunità sociale e culturale di Sfero.me e partecipano attivamente alla nuova economia nel circuito economico, sia in veste di consumatori, sia in veste di produttori e venditori. Ma soprattutto in veste di cittadini attivi, che cambiano la società in cui vivono sia tramite il loro impegno di volontari, sia tramite il loro lavoro, sia tramite gli acquisti quotidiani. In questo modo, partendo da molte realtà isolate, si arriva a creare una grande comunità nazionale intercomunicante, inclusiva, che poco a poco saprà coinvolgere altre persone, cittadini e imprese. Fino a che la nuova società diventerà maggioranza nel paese, il che sarà il fondamento solido per il necessario cambiamento politico, oggi molto difficile, poiché viviamo una realtà frammentata e con troppe persone non consapevoli.

Ricordiamoci: la nuova società è già qui fra noi, ma ognuno deve fare la sua parte. Il futuro migliore ci aspetta e dipende solo da noi.

Per chi fosse interessato,

Mercoledì 15 giugno 2022, ore 21

presentazione del progetto in diretta su Youtube

Link di accesso:
https://www.youtube.com/channel/UCcC-KHYU0UxMreRZ6G9vblQ

Per informazioni e contatti:

www.socialitaliano.me

https://sfero.me/

https://barterflyfoundation.org/

https://dev.monethica.net/

http://www.sovranitapopolare.it/

www.comunitasolidali.it

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3 Commenti

  1. Reazioni “senza” catene.

    Seguendo il consiglio del prof. Meluzzi, mi sono iscritto alla piattaforma made in Italy SFERO (https://sfero.me/).
    La grafica e l’impostazione web non è un granché, è artigianale, però ha un grandissimo senso politico.

    Stiamo vivendo un’epoca, in cui l’essere umano è al servizio delle tecnologie e non il contrario. Il contrario sarebbe l’UMANESIMO DIGITALE.

    I precursori delle piattaforme social, hanno prima monopolizzato il mercato e, poi hanno sodomizzato gli utenti. A dire il vero, non si tratta neanche di sodomizzazione, direi si tratta di sadomasochismo.

    Si parla di intelligenza artificiale, proprio per stabilire il principio che una macchina è più pensante di un essere umano. Niente di più sbagliato, un robot è stupido, fa solo quello che gli dici di fare quando non gli manca la corrente elettrica.

    Chi studia le interazioni tra esseri umani (io lo sto facendo), esplora quotidianamente l’evoluzione epistemologica. Ci sono sempre più compagnie che pagano esseri umani per insegnare alle macchine. Queste compagnie sono appaltatrici di Google, Amazon, Meta, Apple, Tik Tok, Twitter etc. in genere sono compagnie americane o cinesi: i padroni dell’IT, quelli che investono nel controllo delle anime.

    Quando affermo che trattasi di sadomasochismo piuttosto che di sodomizzazione, mi riferisco al fatto che, sappiamo di essere vittime ma non possiamo fare a meno di essere “utilizzati”.

    Cosa è l’UMANESIMO DIGITALE. “Le persone devono essere al centro del progresso tecnologico. Questa è in sostanza la definizione di umanesimo digitale, un termine per indicare che lo scopo della tecnologia è quello di migliorare la vita dell’uomo e non essere fine a sé stessa o assoggettata a obiettivi manipolatori”.

    L’umanesimo digitale è una corrente di pensiero che accresce le sue fila quotidianamente, sempre più esseri umani comprendono il pericolo e reagiscono ma è ancora troppo poco e, soprattutto, il controllo politico istituzionale a monte o è assente o addirittura è complice.

    Sentite spesso parlare di sondaggi: danno numeri a caso credetemi. Le infrastrutture politiche che li usano lo sanno, infatti fanno uso di un altro strumento che è il DATA TRUST. Vi è mai capitato di scorrere le pagine social e vi compare un pop up del tipo: visto che hai 57 anni e ti servono gli occhiali, ti faccio uno sconto del 57%. Uno si domanda, come fai a sapere che ho 57 anni e mi servono gli occhiali? Lo sanno perché hanno comprato dati che voi registrate e a cui avete dato il consenso per utilizzarli.

    Allora il DATA TRUST è una macchina infernale? No, è una macchina, dipende solo da come la si usa!

    Immaginate un Data Trust “politico” geolocalizzato, un amministratore e/o un politico, se lo utilizzasse “per bene” saprebbe la polis cosa vuole, cosa gli serve: ma non lo fa e non lo farà perché a lui di quello di cui ha bisogno la POLIS non sa che farsene, ha altro da fare, tipo farsi gli affaracci suoi.

    Ci sarebbe ancora da scrivere, ma i DATA TRUST di cui dispongono, mi informano che la maggioranza della gente non legge oltre le 20 righe ed è questo che vogliono i padroni del Big Tec, che insieme agli altri padroni del Big stanno facendo di tutto per rendere l’essere umano stupido, servile, accondiscendente che non si pone domande.

    Porsi domande, la consapevolezza, è la piattaforma su cui si poggia una società sana, una democrazia decente.

    Chi ignora schiavizza anche te, digli di smettere…

    • Ciao Piepaolo hai fatto bene a seguire il suggerimento del prof. Meluzzi, in merito alla piattaforma sfero la sua veste grafica credo che andrà a migliorare come nelle sue funzioni, se leggi tutto il progetto resterà sempre la libertà, niente censura, niente raccolta dati etc etc. Non so dirti date esatte ma la strada è questa.
      Non so da quanto tempo ci segui, su queste pagine, il nostro quotidiano online, oppure per la rivista. Se vuoi provare a partecipare, scrivere articoli la nostra redazione è sempre aperta. A presto

  2. Ristabilite la consapevolezza dell’abbondanza, e della redistribuzione del potere monetario, che farà scappare gli attuali satanisti menzogneri criminali, e crea col pianeta una società sostenibile equa e imparziale, secondo amore libero arbitrio buon senso e chissà…. all’unanimità, e nessuno al mondo sarà mai più escluso o privato della gioia di vivere,dando amorevolmente il contributo in amore con tutti.

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