A seguito dei negoziati tra la Federazione della Russia e il governo ucraino, i responsabili militari confermano l’uscita dai sotterranei di alcuni feriti dell’esercito ucraino e dei nazionalisti, probabilmente 12 ma non c’è ancora un numero esatto.
L’accordo si Azovstal a Mariupol, è stato raggiunto solo sui feriti e non sui militari armati che non vogliono arrendersi e quindi non possono essere inseriti in una trattativa di scambio di prigionieri. Da qualche ora è stato attivato un corridoio umanitario ed un cessate il fuoco all’interno di alcune aree dell’industria siderurgica Azovstal. I feriti potranno raggiungere una struttura medica a Novoazovsk, nel territorio della Repubblica popolare di Donetsk (DPR).
Questo negoziato è stato confermato anche dalla Gazeta.ru.
Questa mattina Alexander Khodakovsky, il fondatore del battaglione Vostok della DPR, aveva già precisato l’uscita con bandiera bianca di alcuni nazionalisti ucraini.
Pochi giorni fa, probabilmente sempre a seguito di ulteriori contatti tra i militari nazionalisti ucraini e responsabili militari della DPR in una nota si stima in circa 600, feriti nello stabilimento di Azovstal. A seguito di diversi video appelli, il comandante del gruppo nazionalista ucraino “Azov” in più di una occasione si è rivolto alla comunità internazionale al fine di ricevere aiuti ma anche direttamente al governo ucraino non più capace di poter aiutare i suoi soldati.
La situazione alla Azovstal cambia tutti i giorni, le misure di sicurezza, i militari hanno da settimane circondato l’intero perimetro dell’industria impedendo e monitorando qualsiasi movimento dei nazionalisti. I combattimenti sono diminuiti di intensità e la cintura di sicurezza composta anche di blindati e cecchini della DPR, lentamente si stringe sempre più su una zona sempre più ristretta dove sono nascosti i nazionalisti ucraini.
Più volte, dal Ministero della difesa della Federazione Russa è stato ribadito che l’uscita di tutti i militari presenti nella fabbrica può essere possibile solo con la resa e quindi con tutte le garanzie ed il rispetto per i prigionieri di guerra, non c’è un’altra soluzione, questo accordo è diretto solo ed esclusivamente per i feriti.
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