I testimoni nel conflitto israelopalestinese sono sempre molto scomodi, l’elenco di uomini e donne, medici, infermieri, artisti e semplici cittadini uccisi è molto lungo come eterno sembra questo conflitto in Terra Santa. Jenin città al nord della Palestina, completamente circondata dal muro di recinzione eretto da Israele è una delle prime linee e trincea della resistenza palestinese. Nel mirino dell’IDF questa volta c’è una troupe del network televisivo Al Jazeera, la giornalista Shireen Abu Akleh, reporter dalla Palestina da oltre venti anni, è stata uccisa durante una incursione dell’esercito nel centro della città di Jenin mente il suo collega Ali Samoudi, corrispondente del quotidiano Al Quds, è rimasto ferito. Numerosi testimoni confermano una sola versione, ad aprire il fuoco nella loro direzione sono stati i militari israeliani, sebbene entrambi avessero ben visibile la scritta “Press” sul giubbotto antiproiettile. La versione di Israele è opposta, “la giornalista è stata colpita dal fuoco dei palestinesi e di aver avviato una indagine”. Secondo diverse fonti, Abu Akleh è stata colpita alla testa da un proiettile, immediatamente soccorsa e portata all’ospedale di Jenin ma per le condizioni critiche nulla hanno potuto fare i medici, Abu Akleh è morta. Dalla direzione del network Al Jazeera nel comunicato ufficiale si legge: “è un palese omicidio di una professionista molto scomoda”. Questo omicidio viola ogni regola internazionale, compiuto a sangue freddo dalle forze di occupazione israeliane. Abu Akleh indossava il giubotto antiproiettile ma il colpo l’ha raggiunto la testa, qualcuno ha preso la mira”. La politica ha reagito timidamente, dall’Ambasciata USA e dalla missione Europea si chiede di aprire un’inchiesta per valutare cosa è accaduto e dall’Autorità Palestinese, l’accusa è decisa e categorica: “la responsabilità è dell’esercito israeliano, i risultati di una prossima inchiesta internazionale non porteranno ad altro”.
Shireen Abu Akleh ha informato una generazione intera rispetto all’occupazione della Palestina da parte di Israele, sempre disponibile, coraggiosa, precisa e molto professionale. E’ entrata nelle case di tutti i palestinesi e nel mondo intero, il ricordo di chi ha lavorato anche solo qualche ora con Lei è forte, indelebile come la sua voce gentile.
Il saluto del popolo palestinese ai suoi funerali
Ciao Shireen
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