No rubli no gas!

Sempre più critica la questione gas e rubli Gazprom chiude Yamal

Chiusa la pipeline Yamal verso Germania e altri stati europei

Gazprom, industria energetica russa ha chiuso il rubinetto del gas verso la Polonia e la Bulgaria, perché non hanno accettato di pagare le nuove forniture in moneta corrente e legale il rublo e nel pieno rispetto del contratto, questa è l’unica condizione secondo le nuove procedure stabilite per decreto del presidente della Federazione della Russia.

La società polacca PGNiG, il 15 aprile ha pagato le consegne di marzo e il 26 aprile ed ha effettuato un pagamento anticipato per aprile, ma non in rubli. Piotr Naimsky, rispondendo alla domanda se la parte polacca accetterebbe di pagare il gas russo in rubli russi, ha detto: “non pagheremo”, continua, “la cessazione delle forniture di gas naturale è una violazione del contratto e, a questo proposito, la società adotterà le misure appropriate per ripristinare le forniture di gas naturale.

Sulla legalità della scelta di pagare in rubli è stata valutata anche dagli esperti dell’Unione Europea e non sono state riscontrate anomalie e neanche atti di illegalità, la richiesta di pagare il gas russo in rubli e legittima.

La Bulgaria non ha rilasciato dichiarazioni. All’inizio di aprile, Alexander Nikolov, capo del ministero dell’Energia del Paese, ha affermato che il rifiuto della Bulgaria del gas russo e il passaggio a fonti di approvvigionamento alternative ne aumenterebbero i costi di almeno il 40%.

In mattinata il mercato ha reagito con un aumento dei prezzi di circa il 15%, 1.300 dollari al metro cubo. Secondo Ekaterina Kosareva, Managing partner di WMT Consult, non è stato raggiunto ancora il limite. “I prezzi del gas continueranno a salire, perché i paesi che oggi non ricevono più risorse russe dovranno cercare sul mercato i volumi necessari”

Quali forniture alternative

La Bulgaria e Polonia sono anche stati di transito, cioè la struttura di distribuzione di gas, porta la materia in altri stati. Gazprom chiarisce ed ammonisce: “in caso di ritiro del gas russo non autorizzato, dai volumi di transito verso paesi terzi, anche le forniture per il transito saranno ridotte”.

Gli impianti di gas polacchi, con una capacità di 3,8 miliardi di metri cubi, sono riempiti oggi del 78%. Prolungare il contratto con Gazprom, che scade a fine 2022 e contiene i termini di consegna di almeno 8,7 miliardi di metri cubi all’anno, la Polonia non avrebbe mai avuto problemi per il petrolio e il gas. Con un consumo annuo di poco inferiore ai 20 miliardi di metri cubi all’anno, Varsavia ha ricevuto dalla Russia quasi 10 miliardi di metri cubi. La produzione propria della Polonia è di 5 miliardi di metri cubi, 6,2 miliardi di metri cubi li riceve dal terminale GNL di Svinouste.

Alexei Grivach, vicedirettore generale del Fondo Nazionale per la Sicurezza Energetica, dichiara: “la Bulgaria ha ricevuto da Gazprom 2,3 miliardi di metri cubi all’anno, ora dovrà affrontare una scelta. Continua: “Sofia dovrà avviare il ritiro non autorizzato del gas di transito oppure acquistare gas russo attraverso vari schemi, dalla Turchia, dalla Grecia o dall’Ungheria. Ma sarà ancora più costoso”.

Cosa succede per gli altri Stati considerati da Mosca “Ostili”

Quale rubinetto si chiuderà nelle prossime ore? Secondo lo schema approvato dal presidente della Federazione Russa sarà la danese Orsted, che acquista fino a 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno attraverso Nord Stream.

Kirill Melnikov, capo dell’Energy Development Center, ha dichiarato: “nel nostro ultimo rapporto mensile, abbiamo ipotizzato questo scenario: ci aspettiamo che Lituania, Paesi Bassi, Croazia e anche, con un’alta probabilità, la Francia si rifiuteranno di pagare in rubli”. Continua: Kirill Melnikov, “Ungheria e Austria continueranno a pagare. Da un punto di vista politico, la posizione chiave è la Germania, che non ha ancora assunto una posizione definitiva – secondo la nostra valutazione, c’è ancora tempo. Significativa in termini di volumi anche l’Italia, che si è preparata allo spegnimento del gas russo, ma al tempo stesso ha assunto una posizione neutrale sul passaggio al pagamento in rubli. Se le aziende tedesche continuano a pagare, Gazprom potrebbe perdere fino al 20% dei volumi e il prezzo aumenterà ugualmente”.

Il 27 aprile il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha dichiarato che Vienna aveva accettato i nuovi termini di pagamento del gas della Russia, osservando che la Germania aveva fatto lo stesso ma queste decisioni politiche non sono ancora definitive. L’Uniper tedesca ritiene che il nuovo schema di pagamento del gas russo in rubli, che l’azienda dovrà attuare a fine maggio, non sia in contraddizione con le sanzioni. La società continuerà il dialogo con il governo tedesco su questo tema. Oggi Bloomberg scrive: 10 acquirenti di gas dall’Europa hanno aperto conti con Gazprombank per pagare in rubli e quattro società europee stanno già pagando il gas in valuta russa.

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