di Fabrizio Abbate responsabile rapporti esterni REA
Finalmente qualcosa si muove, finalmente qualcuno capisce che le voci libere sono preziose, perché sono le voci dei territori, dei borghi, dei paesi e delle regioni. Se si spengono queste voci si desertificano i territori. Le economie locali languono e sarà emigrazione forzata. La cultura si disperde e prevale la cultura artefatta e posticcia delle multinazionali.
Una legge che parte dal sud per le radio libere
Ecco perché riteniamo importante questa iniziativa pilota che parte dalla Campania, cioè dal SUD che viene costantemente impoverito, e che nessuno riesce a far decollare. Né finanziamenti né la retorica dei Beni culturali (retorica perché declamata ma smentita nei fatti.
In Campania si inizia a discutere con una iniziativa pilota che noi chiediamo sia replicata in tutte le regioni: l’istituzione di una giornata celebrativa delle radio libere.
La proposta di legge regionale (proponente il consigliere Tommaso Pellegrino) vuol ricordare la data del 1976 in cui fu liberato l’etere e le radio libere e le tv poterono fiorire e dare voce alle comunità locali.
La giornata celebrativa sarà il 28 luglio e noi speriamo che la proposta che fa della Campania la regione pilota nella difesa della libertà di pensiero sia approvata rapidamente da tutte le forze politiche, superando schieramenti di parte, perché la libertà è un bene comune che tutti dobbiamo difendere qui e ora, non solo in Afghanistan e ad Hong Kong, perché la liberta è indivisibile.
La relazione alla proposta dell’on. Pellegrino dice testualmente “il periodo di libertà d’antenna fece uscire dalla clandestinità i pionieri dell’etere e fu un fenomeno che caratterizzò, dal punto di vista sociale, culturale e politico, i decenni a venire. Le Radio Libere rivestirono un ruolo fondamentale nella rivolta studentesca e nella lotta alia mafia. Basti ricordare “Radio Alice” dl Bologna e “Radio Aut” di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978. In quel magico periodo, le emittenti radiofoniche, oltre a risolvere problemi territoriali, salvarono molte vite umane”.
Il 6 aprile la Rea parlerà alle forze politiche
Quindi auspichiamo che tutte le forze politiche la facciano propria e la approvino con la massima celerità. In questo senso l’occasione sarà un’audizione prevista per il giorno 6 aprile in cui la REA, associazione che rappresenta le emittenti libere (Radiotelevisioni Europee Associate) che da anni promuove e propone questa iniziativa, verrà ascoltata per illustrarne il significato.
Dobbiamo notare che, non a caso si muove per prima una regione del SUD e una regione per giunta che capisce, per secoli di storia, il valore della libertà e che senza di essa non vi è neanche sviluppo economico.
Una delle povertà del sud, che ne blocca la crescita, è proprio che non ha voci che valorizzino le potenzialità locali. E se la descrizione di un territorio non parte dall’interno, ecco che prevale una economia di importazione, che non vogliamo chiamare colonialista perché sarebbe certamente un’esagerazione ma è certamente subalterna. Il meccanismo è simile consistendo in occupazione degli spazi locali come mercati, invece che dar voce alle popolazioni locali e valorizzare le imprese locali.
Naturalmente questa è una sintesi estrema, che potremo sviluppare in modo più articolato, (diamo qui un link che fa capire alcune cose.
Perché la Giornata delle radio libere deve essere il 28 luglio
E quindi auspichiamo che tutte le altre regioni seguano l’esempio innovativo della Campania e sarebbe proprio bello (forse un sogno di libertà) che tutte le regioni già quest’anno celebrassero il 28 luglio: la giornata delle radio libere (e tv naturalmente).
Perchè il 28 luglio? Perché quella è la data della storica sentenza della corte Costituzionale n. 202 del 1976, che sanciva la libertà di etere (altri tempi, in cui le libertà non erano soltanto declamate ma la corte Costituzionale le tutelava veramente).
La legge regionale campana ha un testo semplicissimo di tre articoli, in cui è riconosciuto il ruolo della REA, facile quindi da replicare ed approvare. Essa motiva la giornata celebrativa con ”lo scopo di ricordare il prezioso contributo di lotta per la conquista di diritti sociali svolto dalle radio libere”.
La REA naturalmente intende supportare culturalmente questa iniziativa pilota e le altre che estenderanno la proposta in tutte le regioni, promuovendo sia la raccolta firme a favore delle emittenti libere, sia qualsiasi iniziativa culturale locale che illustri queste finalità sociali, e ne faccia spunto per eventi locali.
La Campania regione portabandiera
IL nostro sogno è proprio questo che la Campania sia solo l’antesignana e la portabandiera di un’iniziativa corale di tutti i territori. Ecco perché lanciamo un appello a tutte le emittenti locali, a tutte le riviste e pubblicazioni locali, a tutti i circoli e movimenti culturali ad aiutarci per diffondere, ciascuno nella propria regione la giornata delle radio e tv libere. E magari se si uniscono a noi anche tutte le emittenti web, che in definitiva pur se da diverso supporto, hanno basi culturali comuni.
E’ certamente un sogno mobilitare la gente per la libertà locale, ma se pure voi lettori e ascoltatori o telespettatori volete aiutarci, volete aiutare la REA e le emittenti libere, ricordate che in definitiva aiutate voi stessi e i vostri territori, il vostri borghi, le vostre reti di imprese. Il patrimonio che i vostri padri vi hanno lasciato e che rischia di essere desertificato, da investimenti mordi e fuggi, perché legati ad interessi globalistici e che rispondono alla finanza speculativa non ai valori dell’uomo. Aiutarci è facile, basta un click e fate circolare queste proposte (e questa nota) tra amici e gruppi, tra sindacati e emittenti o pubblicazioni locali. Contattate i referenti politici locali più sensibili, e le piccole imprese locali, che potrebbero arricchire i loro pacchetti promozionali chiedendo di diffondere questa proposta della REA.
Aderite alla petizione di REA
E nel frattempo vi invitiamo ad aderire alla petizione a favore delle emittenti locali: più siamo più ci ascoltano. Basta andare sul sito reasat.eu e trovare firma la petizione, che vi porta subito alla firma.
Infine per coloro che vogliono capire meglio il contesto culturale della difesa delle libertà e del ruolo delle radio e tv libere ci sia concessa una piccola autocitazione: nell’ultimo libro Astrolia e il mistero delle tre cattedrali (tranquilli è un giallo d’azione ma anche un racconto simbolico sulle libertà perduti), viene descritto ed enfatizzato il ruolo di comunicazione libera delle emittenti locali in opposizione ad un impero oligarchico e oppressivo… E non a caso la resistenza ha (nel racconto) come unico canale di informazione, non censurata, proprio le piccole radio e tv libere.
Chi è curioso puo leggere l’articolo seguendo il link e capire meglio in tal modo (sia pur come romanzo) il significato della libertà di informazione in un impero (futuro) che ha svuotato i diritti e le libertà.
Sperando che sia solo un racconto futuro…
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