Decimo giorno delle operazioni militari in Ucraina, le delegazioni di pace programmano ulteriori incontri
mentre in altre aree del territorio si intensificano i contatti tra l’esercito russo e quello ucraino e si moltiplicano i fronti.
Nelle ultime 24 ore intensi combattimenti a Enerhodar (regione di Zaporižžja) per il controllo della più grande centrale nucleare d’Europa (sei reattori), ora controllata dall’esercito russo. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) ha rassicurato che l’incendio non ha toccato le strumentazioni “essenziali”. Sono state ore molto concitate e segnate da provocazioni e propaganda c’è un chiaro interesse da parte ucraino di tentare continuamente il coinvolgimento della NATO o di altri paesi membri in questo conflitto. Il rischio è serio ed è a quanto abbiamo vissuto in merito alle provocazioni attorno alla centrale nucleare di Zaporižžja.
Colonne di mezzi russi verso Voznesens’k (reegione Mykolaïv) verso un’altra centrale nucleare quella di Južnoukraïns’k (tre reattori), 30 chilometri più a nord, che insieme all’impianto di Enerhodar produce la metà dell’elettricità ucraina. I russi controllano anche il sito della centrale nucleare dismessa di Černobyl’.
Le centrali nucleari e i reattori sono in questa fase degli obiettivi militari e il rischio di un incidente è molto alto.
Se le operazioni militari continueranno a lungo oltre il controllo totale ed in massima sicurezza su tutte le centrali nucleari presenti sul territorio sono prioritarie , in modo particolare su tutto il versante sud dove sono concentrati i reattori. La provocazione, l’esplosione volontaria di reattori attivi di reattori attivi non necessita di procedure complicate tipo “codici di sicurezza” necessarie invece per l’attivazione di un attacco missilistico nucleare.
In questi 10 giorno è stata colpita e distrutta anche la centrale termoelettrica di Okhtyrka (regione di Sumy), nella strategia militare è la conferma ed il tentativo da parte dei militari russi di interrompere l’erogazione di energia elettrica. Una manovra che potrebbe indebolire molto la difesa ucraina dato che l’infrastruttura della distribuzione della rete elettrica non è immediatamente sostituibile e non può ricevere fonti energetiche dall’estero. Tra le righe è possibile tracciare uno scenario ben preciso sull’integrità stato dell’infrastruttura e distribuzione della rete elettrica, da questo lato, la Russia può continuare ad erogare energia elettrica collegando la rete già attiva in Russia, in questo modo la “separazione” dei territori di Galizia, Transcarpazia, Bucovina con l’area dell’Ucraina orientale diventa una possibilità perseguibile. Su questo piccolo territorio d’Europa, politicamente e militarmente i prossimi giorni sono fondamentali, per due ragioni, la prima quella logistica e la seconda energetica per gli assetti dell’Europa.
Sul campo notizie ancora non confermate, prima del cessate il fuoco per l’apertura di corridoi umanitari
Una unità dell’esercito ucraino, battaglione Azov. ha fatto esplodere un ordigno a Mariupol, circa 200 persone avevano trovato rifugio dai bombardamenti. Denis Pushilin, presidente della Repubblica del Donbass, ha dichiarato finora nessun civile ha lasciato Mariupol’ attraverso il corridoio umanitario.
Sul fronte diplomatico il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha dichiarato in un videomessaggio.“la Nato ha deliberatamente approvato la decisione di non chiudere i cieli sull’Ucraina. Riteniamo che gli stessi paesi della NATO abbiano creato una narrazione secondo cui la presunta chiusura dei cieli sull’Ucraina provocherà l’aggressione russa diretta contro la NATO”.
Dai media blocchi, interruzioni e censura continuano sempre più ingombranti: Novaya Gazeta il giornale del premio nobel Dmitry Muratov ha informato che a causa della “censura” sta rimuovendo tutto il materiale giornalistico sull’operazione speciale militare in Ucraina dal suo sito web e dai social network.
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