di Maurizio Torti
Dopo la cacciata del direttore dal Teatro della Scala a Milano ma solo dopo che il sindaco Sala
si era assicurata la prima, l’Università della Bicocca di Milano, ha annullato il corso che il prof. Paolo Nori
avrebbe dovuto tenere nell’ateneo sull’autore russo Fedor Dostoevskij. E’ quanto ha denunciato
lo scrittore, che nel 2021 ha pubblicato il libro ‘Sanguina ancora”.
Sono segnali terribili difficilmente sanabili con il tempo e si vanno ad aggiungere alla già pericolosa
russofobia degli anni passati. Sono decisioni concime per alimentare odio e violenza,
sono delle scelte folli, senza senso di cui è necessario prendere le distanze come l’entrata in guerra dell’Italia,
voluta da chi non è rappresentante del popolo italiano e non conosce la Costituzione Italiana.
La reazione a questa follia è stata immediata, alla notizia alcuni media non solo hanno criticato questa scelta ma ne sono stati
il giusto megafono per lanciare il messaggio di indignazione “vergogna”.
Gli effetti non sono mancati, pochi minuti fa con un comunicato, da parte della presidenza dell’Università, si legge
“le lezioni del prof. Paolo Nori sono rinviate a data da definire”, resta inqualificabile comunque questa scelta.
Sono segnali negazionisti, negare la storia, l’arte, la letteratura, la musica, il pensiero e la presenza culturale russa in Italia e nel mondo. Dostoevskij è autore del romanzo “L’Idiota” scritto in Italia a Firenze.
Sul terreno nelle ultime 36 ore la guerra ha assunto il suo vero volto, “uso le bombe per distruggere e per vincere”, la guerra è
distruttiva e violenta riconfermando l’inesistenza della guerra chirurgica ed il solito tentativo di ridurre
gli “effetti collaterali” al minimo”, le bombe intelligenti non esistono è un’illusione creata dagli USA nella guerra contro l’Iraq.
Al sesto giorno di guerra è stata colpita la torre della televisione a Kiev e nella grandi città ucraine
i bombardamenti sono stati molto intensi e violenti su obiettivi non generici, sono le grandi città ed inserite nella lista
dei settori da distruggere o controllare, questo nel disegno dei militari russi.
La guerra totale include storie ed venti della Cyberwar, scesi in campo i pirati informatici da entrambe le parti, Anonymus
in un comunicato specifica gli attacchi all’intero sistema satellitare-spaziale della Russia, dopo gli attacchi
ai media ed altre homepage di siti russi.
Ogni piccola o grande speranza di un cessate il fuoco è oggi una labile fiammella ma
non completamente spenta, tutti gli stati europei e gli USA hanno accettato il conflitto “deve fare il suo corso”
e solo quando una delle tue parti è stata completamente annientata si riparlerà di una tregua e quale migliore
fotografia da regalare al mondo intero “siamo pronti al dialogo, ribadito continuamente dai russi e dagli ucraini.
Cosa pensano i consiglieri di guerra americani? Un golpe contro Putin a Mosca? La Russia perderà la guerra?
Se vogliamo fare gli spettatori su chi vincerà e chi perderà è il segnale di un grande fallimento culturale.
L’occidente USA ed Europeo accetta e si adegua imponendo con le sue decisioni la possibilità di una rapida soluzione del conflitto ma è giusta analisi? La rapida soluzione doveva essere un elemento a vantaggio della Russia, fanno eco gli analisti,
ora tutto è cambiato, almeno in parte, per gli USA è un vantaggio se la guerra continua e per diverse ragioni economiche e politiche,
è un vantaggio per l’Ucraina o meglio per il presidente molto impegnato nel tentativo di coinvolgere in questa guerra gli USA,
la NATO, l’Europa, si appella a tutti i paesi NATO “aiutate l’Ucraina”.
Oggi è cambiata la strategia in generale, risolvere velocemente è una condizione che non interessa a nessuna delle parti
coinvolte nel conflitto, anche la Russia ci ha rinunciato, ora è importante prendere tempo per arrivare ad eventuali
momenti di dialogo con il massimo controllo del territorio ucraino.
I cittadini e i soldati ucraini, i giovani soldati russi sono i prodotti per la macelleria sociale, i social user gli spettatori divertiti
e’ la cruda realtà.
Non può essere il presidente dell’Ucraina a dare garanzie ai russi su un eventuale tavolo della pace, le uniche
garanzie di pace le possono dare l’Europa ed in primis gli USA, quale è la difficoltà politica di accettare la neutralità
dell’Ucraina, perchè gli USA non rinunciano ad istallare armi per cui avevano già trovato accordi di divieto di istallazione con i russi?
Come è accaduto in Siria, chi erano i soggetti al tavolo delle trattative? USA e Russia sul territorio della Siria non i siriani.
Questa è l’ipocrisia di questa guerra combattuta per cui tutti i governi e le istituzioni internazionali
hanno avuto 20 anni per evitarla, non un giorno. E su questa analisi è necessario ricercare le responsabilità.
Non sono mancati i momenti storici in questo arco di tempo dove non siano stati evidenziati i segnali di preoccupazione e anche di paura da parte dei russi. Chi è stato attento a queste dinamiche ci ha detto cosa sarebbe successo, ricordiamo
le analisi del giornalista Giulietto Chiesa in Italia ma non era il solo. E’ veramente terribile ed ingovernabile l’accelerazione
degli eventi, narrare la storia degli eventi, analizzare le politiche internazionali degli USA è diventato oggi motivo
per richiedere interrogazioni parlamentari, è accaduto in Italia ed a non pochi giornalisti riconosciuti per la loro professionalità.
Puoi avere tanti guai, problemi e finire sulla gogna, in alcuni paesi del mondo ti ammazzano, se come giornalista scrivi avvicinandoti alla verità, non dimentichiamo cosa sta accadendo a Julian Assange in prigione a Londra, senza aver nessuna accusa ed è ancora vivo grazie alla sua voglia di vivere e alla grande solidarietà ed attenzione di chi si oppone al sopruso e alla prepotenza.
Sui confini con la Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca continua la fuga di famiglie da Kiev ma le
famiglie vengono separate dal nazionalismo, gli uomini, i giovani non possono lasciare il paese, non hai scelta
“devi combattere obbligatoriamente”. Dove è l’iniziativa di pace? Chi sostiene in questo conflitto gli uomini
e donne che si oppongono alla guerra e rifiutano di combattere ed anche in questo caso, il movimento nonviolento e solo,
ignorato dalle istituzioni e dai partiti.
Parallelamente succede qualcosa di simile a Mosca, migliaia di giovani esprimono come possono
il rifiuto della guerra come risoluzione dei conflitti e chi si oppone viene fermato ed arrestato.
L’ONU stima in quasi un milione di persone già fuori dall’Ucraina, un ulteriore questione non facile da gestire,
logistica e costi da utilizzare senza riuscire a determinarne i tempi e la durata. Per fortuna la reazione e la
solidarietà verso chi scappa dalla guerra non si è fatta attendere, anzi è diventata una corsa
alla donazione, è bellissima e doverosa tutta questa solidarietà ma resta una domanda, perchè in altre crisi simili
non scattano automaticamente le stesse forme di solidarietà se escludiamo la Croce Rossa ed altre organizzazioni internazionali?
Tutti guardavano in un’altra direzione quando la crisi a seguito dell’allargamento della NATO ad est, avviata nel 2007
si è trasformata in un conflitto armato nel 2014 e precisamente nella regione del Donbass e questa è storia.
In quel periodo gli episodi di denuncia di crimini di guerra non sono pochi, uno in particolare ci coinvolge direttamente ed è
l’assassinio del reporter italiano Andy Rocchelli del suo interprete ed il ferimento di un altro giovane fotografo francese. Andy Rocchelli è stato ucciso dall’esercito irregolare di Kiev ed ancora oggi, dopo due processi l’Ucraina non dice la verità e i nostri governanti, incluso quelli attuali non fanno alcuna pressione al governo ucraino per conoscere la verità.
Chi deve dare una risposta a quanto sta accadendo oggi sono gli USA, la NATO ed il governo italiano.
Sui social il conflitto ha trovato altre anime da sacrificare, fa maggiori danni, è morbosa la ricerca del buono e del cattivo,
l’interesse esclusivo di vedere immagini e suoni della guerra come se fosse difficile immaginare
la violenza, la distruzione il lutto che porta con se la guerra, non solo questa guerra.
Ho altri dubbi per cui non riesco a trovare risposte, perchè questi fenomeni sono parziali e non generali per ogni conflitto armato?
Sono spontanei, è possibile che alla base, al principio non ci sia una regia, piccola o grande?
Non mancano certamente le guerre in questo malefico mondo, Tigray Etiopia-Eritrea, Yemen, Palestina, India-Pakistan, Siria, Iraq, Libia, Mali, Kurdistan, continuate voi questo maledetto elenco.
Cosa dobbiamo aspettarci nelle prossime ore? La guerra continuerà ad uccidere, le grandi città ucraine sono sotto assedio
e la storia delle strategie militari suggerisce solo un epilogo, la conquista dell’intera città, il combattimento
strada per strada, barricata dopo barricata, un sacrificio che non è possibile accettare.
Quali responsabilità hanno i media mondiali? Tantissima responsabilità, da una parte la difficoltà di raccontare una guerra ma questo
non può essere motivo di tanta disinformazione ma la morbosità è di casa nelle redazioni, nelle televisioni, nelle radio
alla ricerca dello “scoop” della “verità”, certo è prioritario raccontare ma non si deve alimentare la propaganda
diventandone il suo strumento e non si deve rinunciare all’imparzialità.
La guerra è il segnale del fallimento umano, la guerra è un abominio dell’umano intelletto.
Non è più il tempo di alimentare la corsa agli armamenti, non è nel rispetto di un popolo spendere 27 miliardi di euro
per le spese militari, l’Italia, o meglio il governo continua a commettere troppi errori guardando altrove ed
ignorando le riflessioni e le proposte dei cittadini, di organizzazioni ed associazione nonviolente, anche questo è un segnale grave e cresce la sfiducia verso chi quotidianamente non fa nulla per guadagnarla.
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