Guerra sul campo e nello spazio digitale

Gli USA in dodici mesi hanno dato all’Ucraina 1 miliardo di dollari in armamenti

La guerra globale ed elettronica

Si combatte nel Donbass e a sud dell’Ucraina

Kiev la situazione è difficile, molte persone stanno cercando di uscire dalla città con qualsiasi mezzo, il coprifuoco questa mattina è terminato e freneticamente chi resta in città cerca negozi e supermercati per beni di prima necessità.

L’Onu comunica che sono oltre 500000mila le persone in fuga dalla guerra sui confini della Polonia e della Moldovia. Le previsione, se la guerra non si ferma, può arrivare anche a 4 milioni di sfollati.

In alcune strade principali sono comparse sbarramenti con blocchi di cemento armato ed altre barriere, si contruiscono barricate.

La forte tensione createsi tra USA e Russia è altissima, è un ritorno al passato, la guerra fredda.

Ci sono differenze tra ieri e oggi? Si se consideriamo la “disciplina politica” esistente durante la guerra fredda, oggi non c’è traccia, perché gli obiettivi strategici sono diversi e non esiste più la politica ma solo interessi.

Gli USA in dodici mesi hanno dato all’Ucraina 1 miliardo di dollari in armamenti e fatto storico anche la Germania si prepara all’invio di armi all’Ucraina, la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale.

La corsa ad armare l’Ucraina non è semplice, l’ipotesi è di consegnarle alla Polonia ma il rischio è quello di coinvolgere la Polonia ed il conflitto potrebbe allargarsi, questa la principale preoccupazione degli USA e non solo.

Oltre la propaganda la guerra è nella rete di internet, il gruppo Anonymus ha dichiarato apertamente “guerra” a Putin e da ieri alcuni siti istituzionali e di informazione sono stati attaccati.

Il gruppo ha poi lanciato un appello per la costituzione di un “esercito virtuale” ed attaccare tutto quello che riguarda Putin.

I siti web dei media e delle agenzie di stampa russe attaccati: Kommersant Izvestia, Buro 24/7, Forbes, Tali affari, RBC, TASS, PeopleTalk, Fontanka, Gesso e Pravo.

Le reazioni in Russia a seguito della guerra in ambito politico hanno visto le dimissioni del deputato della Duma e del partito comunista Viktor Kamenshchikov, dimissioni rilasciate con questa dichiarazione “non sono d’accordo con la posizione della direzione del partito. In realtà hanno sostenuto le azioni militari in Ucraina, l’uso di truppe russe sul territorio di uno Stato vicino. E sono contro la guerra per principio”. Ha aggiunto che essendo stato eletto alla Duma nella lista elettorale del CPRF, è anche disposto a rinunciare al suo mandato parlamentare. “La decisione su questo dovrebbe essere presa dalla direzione del partito. In ogni caso, la Duma in carica ha ancora solo pochi mesi”. Le elezioni per la Duma della città di Vladivostok, della nuova convocazione, si terranno a settembre di quest’anno. “Se Kamenshchikov non avesse fatto domanda, lo avremmo espulso noi stessi dal partito”, ha detto Anatoly Dolgachev, primo segretario del comitato regionale del partito comunista. “Il nostro partito ha riconosciuto le repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. Sosteniamo la lotta di liberazione del popolo ucraino contro il regime nazista di Kiev. E coloro che non sono d’accordo con questo non hanno posto nelle file del CPRF”, ha detto Dolhachev. Ha aggiunto che il partito insisterà per togliere a Viktor Kamenshchikov il suo mandato di deputato perché “è una questione di principio”. Da fonte non confermata forse sono 4 i deputati prnti a dimettersi.

Il mercato azionario russo non apre prima delle 15. Quello valutario a aperto con il rublo sui mercati forex stabilmente sopra 100. Oggi la banca centrale russa dovra intervenire copiosamente per tenerlo in piedi. Mentre esplode il mercato russo della valuta. La banca centrale russa ha cercato in apertura di mercato di fissare il rublo a 90 contro dollaro e 195 contro euro ma e stata costretta a cedere rapidamente. Ora si cambia a 109 contro il dollaro a 121 contro euro.

Il mercato azionario dovrebbe aprire alle 15 ma praticamente gia adesso l’infrastruttura finanziaria russa è in difficoltà. A Londra Sberbank perde il 75,1% e la banca Tinkoff – 81,2%

Dal 28 febbraio, gli esportatori russi dovranno vendere l’80% dei loro guadagni in valuta estera.

Lo si apprende da un comunicato del Ministero delle Finanze della Federazione Russa. “Sulla base delle proposte del Ministero delle Finanze della Federazione Russa e della Banca di Russia, verrà presa oggi la decisione di introdurre, dal 28 febbraio 2022, per i residenti che partecipano ad attività economiche estere la vendita obbligatoria di valuta estera pari all’80% delle entrate.

Da Mosca non si è fatta attendere un’altra risposta il divieto per le compagnie aeree europee sui cieli russi.

 

 

Abbonati alla rivista

Sovranità Popolare è un mensile, 32 pagine di articoli, foto, ricerche, analisi e idee. Puoi riceverlo comodamente a casa o dove preferisci. E' semplice, iscriviti qui.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*