di Loreto Giovannone
Putin sconfigge le multinazionali canadesi che s’erano insediate in Ucraina per lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio, carbone e gas (21 miliardi di metri cubi all’anno). Con una operazione militare globale, Putin, contemporaneamente attacca l’Ucraina che negli ultimi anni aveva martorizzato il Donbas con circa 14.000 morti civili, mette sotto scacco l’Europa e va a riprendersi quei territori storicamente appartenuti all’URSS. Ricordiamo che 27 giugno 2014 il presidente ucraino Petro Porošenko a Bruxelles ha firmato l’Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’UE. L’azione di Putin ha messo a nudo ciò che gli esperti osservatori sanno: la NATO di cui facciamo parte è il braccio armato dei rapaci accaparratori delle principali materie energetiche e materie prime.
Tutte le mosse preparatorie di Putin.
- Ha cambiato committente di gas e materie prime, Italia ed Europa sono rimaste al palo. Ha offerto ad altri la fornitura con contratti a scadenza anche trentennale ad un prezzo inferiore al prezzo corrente di mercato.
- Ha fatto accordo con Trump che ha appoggiato la protesta del convoy for freedom per bloccare appunto l’intenso scambio tra Canada e Ucraina. Il primo ministro canadese Trudeau nel primo incontro con i rappresentanti di convoy, trova Tom Marazzo (ex militare canadese ed ex insegnante d’informatica), Tamara Lich (segretaria del Maverik Party), Paul Alexander (ex dell’amministrazione Trump). Nessuno dei tre fa la professione di autista di Tir.
- Fa un discorso alla nazione da storico spiegando gli errori del passato, da storico non da politico che sta dichiarando guerra.
- Piazza l’incrociatore russo Ustinov in assetto di guerra davanti alle coste della Calabria e non sappiamo cos’altro rivolto all’Europa e alla costa sud del mediterraneo, canale di Suez compreso.
- Attacca militarmente l’esercito dei filonazisti al governo in Ucraina sotto la guida dei colonialisti militari industriali Americani.
- Si riprende l’Ucraina insieme al Donetsk e Luhans’k con le materie prime, petrolio, carbone, gas in mano alle compagnie canadesi e tutto il famelico gruppo di soggetti che hanno usato la NATO per infiltrarsi in quei territori per accaparrarsi delle dette materie prime.
Centro dello smistamento dei commerci tra il governo dell’ex comico Zelenskyy era il CUCC, la Camera di commercio canadese-ucraina che ha per statuto, l’obiettivo di promuovere opportunità commerciali e di investimento tra i due paesi. Dalla sua fondazione, nel 1992, l’ente è arrivato a coinvolgere 230 membri che operano nell’area di libero scambio tra Canada e Ucraina istituita nel 2017. Il presidente della Camera di commercio canadese-ucraina Zenon Potoczny che segue gli sviluppi della crisi nell’Europa orientale dal suo ufficio di Toronto si è detto: preoccupato per una possibile invasione da parte della Russia. Ma i solidi scambi commerciali tra Canada e Ucraina, ha precisato, al momento proseguono. Anche se le tensioni geopolitiche tra Mosca e Kiev influiscono inevitabilmente sui mercati internazionali.
Nel 1991 il Canada era stato il primo paese occidentale a riconoscere l’indipendenza dell’Ucraina. Da allora i rapporti bilaterali tra i rispettivi governi si sono intensificati. Sino alla dichiarazione congiunta del 1994 sul partenariato speciale che riconosce il sostegno del Canada allo sviluppo dell’Ucraina. La Camera di commercio comune viene presentata come un’iniziativa filantropica nata per ridurre la povertà in Ucraina lo sfruttamento delle risorse ucraine sotto controllo degli investitori atlantici per le esportazioni da Kiev al Canada e gli investimenti canadesi sul territorio ucraino.
Alla fine della scorsa settimana, in qualità di presidente dell’organizzazione, Potoczny si è collegato con la redazione del quotidiano canadese Financial Post per commentare la crisi tra Russia e Ucraina dal punto di vista economico e commerciale. «Gli investitori stanno alla finestra», ha detto. «Sono preoccupati per quel che sta accadendo e aspettano l’evolversi degli eventi. E come noi sperano che tutto si possa risolvere in maniera diplomatica». L’Ucraina, per il Canada, rappresenta un’enorme opportunità di investimento, in particolare nel settore energetico. «Abbiamo lavorato duramente per cercare di portare le compagnie petrolifere e del gas canadesi a Kiev», ha proseguito il presidente della CUCC, che da imprenditore vanta una lunga esperienza nel comparto del greggio. «Dal punto di vista energetico, l’Ucraina, per le aziende del Canada, è un mercato imperdibile: non solo nello sviluppo dell’esplorazione, ma anche nell’esportazione e nella vendita di attrezzature».
https://www.italiaoggi.it/news/i-venti-di-guerra-non-fermano-gli-scambi-fra-il-canada-e-kiev-2552988
La mossa di bloccare il traffico di merci in Canada, a ben vedere, è stato il segnale di intesa tra Putin e Trump che si era pronunciato a favore della protesta dei camionisti canadesi. La colonia Italia, autolesionista conto terzi, ha fatto come lo sciocco cui si è indicato la luna con il dito, ma l’Italia stordita da 2 anni di paura s’è fermata a guardare il dito senza accorgersi delle potenti armi militari che ha avuto puntate contro.
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