Storia dei no vax

Dal 1700 ad oggi opinioni contro e a favore

Manifesto no vax

di Loreto Giovannone

No-vax è un termine della cosiddetta neolingua che vorrebbe individuare una categoria sociale di nemico del potere costituito, che con pretesto sanitario costringe forzatamente alla inoculazione. Gli oppositori ai vaccini esistono da sempre nonostante il partito dei medici che fiancheggiando i governi hanno descritto la vaccinazione come una conquista della salute pubblica sin dall’800. L’opposizione alla vaccinazione esiste da quando esiste la vaccinazione stessa nonostante si nasconda o si neghi la ferma opposizione oramai secolare. I critici della vaccinazione hanno preso una varietà di posizioni, inclusa l’opposizione al vaccino contro il vaiolo in Inghilterra e negli Stati Uniti tra la metà e la fine del 1800 e le risultanti leghe anti-vaccinazione; così come le controversie sulla vaccinazione più recenti [nel ‘900] come quelle riguardanti la sicurezza e l’efficacia dell’immunizzazione per difterite, tetano e pertosse (DTP), il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MMR) e l’uso di un conservante contenente mercurio chiamato timerosal.

Lady Montagu e il vaccino del vaiolo. È lui (Emanuel Timoni, medico per l’ambasciata inglese a Costantinopoli, membro della Royal Society), che inviò nel 1713 una lunga lettera in latino alla Royal Society sulla pratica dell’inoculazione. Fu subito tradotta e pubblicata nelle “Philosophical Transactions” della prestigiosa società scientifica inglese. Il testo di Timoni è molto simile a quello della lettera di Lady Montagu. Ma non basta. C’è un altro medico, anche lui di formazione padovana, compagno di studi di Timoni, che scrisse, nel 1715, un volumetto in latino dall’eloquente titolo: Nova et tuta VARIOLAS Excitandi per Transplantationem Methodus… il cui contenuto è sempre quello, il “favoloso innesto”. Il nome di questo medico, veneziano di Cefalonia, Jacopo Pilarino. (https://www.doppiozero.com/materiali/lady-montagu-e-il-vaccino-del-vaiolo)

Il vaiolo e le leghe anti-vaccination in Inghilterra. Con gli esperimenti sul vaiolo bovino Edward Jenner, all’inizio del 1800 cercò di dimostrare che infettando i suoi figli (sani) con la linfa di una vescica di vaiolo bovino evitava la probabilità del decesso per aver contratto la malattia. Lo studio di Jenner fu rifiutato dalla Royal Society perché da 87 anni in Inghilterra erano a conoscenza della pratica diffusa tra i turchi e descritta da Emanuel Timoni (già socio della Society). In Inghilterra e nella comunità medico-scientifica, contrariamente ai fatti oggettivi noti, si è preferito dare a Jenner la paternità dell’immunizzazione contro il vaiolo. Tutt’oggi si insiste ad assegnare a Jenner, nonostante le prove evidenti e certe, scoperte non sue. Forse alla base di questa costruzione del personaggio Jenner c’è la morte di Amelia figlia di Giorgio III (di Hannover) per morbillo. Le idee di Jenner furono accolte con immediate critiche pubbliche e obiezioni sanitarie, religiose, scientifiche e politiche. Tra gli obiettori vi furono gli scettici, alcuni genitori, il clero cattolico inglese che riteneva il vaccino fosse “non cristiano” perché di provenienza animale, ma la maggioranza degli anti-vaccination erano contrari perché ritenevano che violasse la loro libertà personale. La tensione esplose quando il governo inglese impose l’obbligo vaccinale pensando fosse una soluzione alle promiscue condizioni di vita dei bassifondi delle fabbriche. Le miserevoli condizioni di vita di masse di proletari negli slums erano un terreno fertile per le malattie trasmissibili.

Il Vaccination Act del 1853 ordinò la vaccinazione obbligatoria per i bambini fino a 3 mesi di età e l’Act of 1867 estese questo requisito di età a 14 anni, aggiungendo sanzioni per il rifiuto del vaccino. Le leggi incontrarono l’immediata resistenza dei cittadini che rivendicavano il diritto di controllare il proprio corpo e quello dei propri figli. L’Anti-Vaccination League e l’Anti-Compulsory Vaccination League si sono formate in risposta alle leggi obbligatorie e sono sorti numerosi giornali anti-vaccinazione. Nella seconda metà del 1800 la città di Leicester fu la più attiva con numerose manifestazioni anti-vaccino. Il quotidiano locale descrisse i dettagli di una manifestazione: “Si è formata una scorta, preceduta da uno striscione, per scortare una giovane madre e due uomini, i quali avevano tutti deciso di consegnarsi alla polizia e sottoporsi alla reclusione piuttosto che vaccinare i loro figli… I tre furono assistiti da una folla numerosa… furono dati per loro tre calorosi applausi, che si rinnovarono con accresciuto vigore quando varcarono le porte delle celle di polizia”. Nel 1885 a Leicester vi fu una delle più famose manifestazioni anti-vaccinazione, 80.000 – 100.000 sfilarono in marcia con stendardi, la bara di un bambino e l’effige di Jenner. Solo dopo queste dimostrazioni di massa in opposizione al vaccino fu nominata una commissione per studiare gli effetti. Nel 1896 la commissione stabilì che la vaccinazione proteggeva dal vaiolo, ma suggerì di eliminare le sanzioni per la mancata vaccinazione. Il Vaccination Act del 1898 eliminò le sanzioni e incluse una clausola di “obiezione di coscienza”, i genitori potevano ottenere l’esenzione.

L’Anti Vaccination Society of America fu fondata nel 1879 dall’anti-vaccinista britannico William Tebb. Subito seguirono la New England Anti Compulsory Vaccination League (1882) e la Anti-vaccination League of New York City (1885). Gli anti-vaccination americani fecero battaglie giudiziarie per abrogare le leggi vaccinali in California, Illinois e Wisconsin. Nel 1902, a seguito di un’epidemia di vaiolo, il consiglio sanitario della città di Cambridge, Massachusetts, ordinò a tutti i residenti della città di essere vaccinati contro il vaiolo. Il residente della città Henning Jacobson ha rifiutato la vaccinazione sulla base del fatto che la legge violava il suo diritto a prendersi cura del proprio corpo come sapeva meglio. A sua volta, la città ha sporto denuncia penale contro di lui. Dopo aver perso la sua battaglia in tribunale a livello locale, Jacobson fece appello alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Nel 1905 la Corte si pronunciò a favore allo Stato, stabilendo che lo Stato potesse emanare leggi obbligatorie a tutela della popolazione in caso di malattia trasmissibile. Questo fu il primo intervento della Corte Suprema degli Stati Uniti in merito al diritto della salute pubblica. Messa da parte la grave vicenda della cosiddetta “febbre spagnola” del 1918 che merita un approfondimento a sé, arriviamo a metà degli anni ‘70 del 1900 con la controversia sui vaccini contro la difterite, il tetano e la pertosse (DTP). Le posizioni anti-vaccination tornarono alle cronache con la controversia internazionale sulla sicurezza dell’immunizzazione DTP in Europa, Asia, Australia e Nord America. Nel Regno Unito l’opposizione sfociò in risposta a un rapporto del Great Ormond Street Hospital for Sick Children di Londra, in cui si affermava che 36 bambini soffrivano di malattie neurologiche a seguito del vaccino DTP. I servizi giornalistici insieme alla Association of Parents of Vaccine Damaged Children (APVDC), portarono all’attenzione del pubblico la notizia dei potenziali rischi e conseguenze del DTP. Dopo un documentario il vasto pubblico televisivo dovette prendere atto che esistevano bambini danneggiati da vaccini. In risposta alla diminuzione dei tassi di vaccinazione e alle tre principali epidemie di pertosse, la Joint Commission on Vaccination and Immunization (JCVI), un comitato consultivo di esperti del Regno Unito, confermò la sicurezza dell’immunizzazione. Le diverse opinioni dei medici professionisti non furono prese in considerazione, la conseguenza fu che si generò confusione. Ad esempio, i sondaggi dei fornitori di servizi sanitari nel Regno Unito alla fine degli anni ‘70 rilevarono che erano riluttanti a raccomandare l’immunizzazione a tutti i pazienti. Inoltre, un medico schietto e oppositore del vaccino, Gordon Stewart, pubblicò una serie di casi clinici che collegavano i disturbi neurologici al DTP, scatenando un ulteriore dibattito. In risposta, il JCVI lanciò il National Childhood Encephalopathy Study (NCES). Lo studio fu condotto negli ospedali del Regno Unito sui bambini tra 2 e 36 mesi ricoverati per malattia neurologica. I risultati del NCES indicarono che il rischio era molto basso e questi dati furono usati a supporto di una campagna nazionale a favore dei vaccini. I membri dell’APVDC continuarono a ricorrere in tribunale per il riconoscimento e il risarcimento, ma entrambi furono negati a causa del pretesto di mancanza del “nesso causale” di collegamento del vaccino DTP con il danno.

La controversia statunitense iniziò con l’attenzione dei media sui presunti rischi del DTP. Un documentario televisivo del 1982, DPT: Vaccination Roulette, vincitore dell’Emmy Award,

Buona visione

Il documentario premiato mostrò le reazioni avverse al vaccino e riduceva al minimo i benefici. Allo stesso modo, un libro del 1991 intitolato A Shot in the Dark delineava i potenziali rischi. Come nel Regno Unito, i genitori preoccupati e arrabbiati formarono gruppi in difesa delle vittime, ma la risposta contraria da parte di organizzazioni mediche, come l’Academy of Pediatrics e i Centers for Disease Control and Prevention, è stata più forte negli Stati Uniti. Sebbene la tempesta mediatica avviò diverse cause contro i produttori di vaccini, aumentarono i prezzi dei vaccini e indussero, alcune aziende smisero di produrre DTP, la controversia generale influì sui tassi di vaccinazione meno che nel Regno Unito. La protesta sui vaccini contro il morbillo, parotite e rosolia (MMR) ci fu 25 anni dopo la controversia sul DTP, l’Inghilterra fu di nuovo al centro dell’attività anti-vaccination, questa volta per quanto riguarda il vaccino MMR. Nel 1998, il medico britannico Andrew Wakefield raccomandò ulteriori indagini su una possibile relazione tra malattie intestinali, autismo e vaccino MPR. Alcuni anni dopo, Wakefield affermò che il vaccino non era stato adeguatamente testato prima di essere messo in uso. I media nascosero queste notizie, riaccendendo la paura pubblica e la confusione sulla sicurezza del vaccino. Wakefield fu accusato di conflitto d’interesse, frode e radiato dalla professione medica. Furono condotti numerosi studi di ricerca per valutare la sicurezza del vaccino MPR e nessuno di questi casualmente o volutamente fu messo in relazione con l’autismo.

I nostri vaccini verdiIl thimerosal, un composto contenente mercurio usato come conservante nei vaccini, fu al centro di una controversia sulle vaccinazioni e sull’autismo. Sebbene non ci siano prove scientifiche chiare che piccole quantità di thimerosal nei vaccini causino danni, nel luglio 1999, le principali organizzazioni sanitarie e mediche statunitensi e i produttori di vaccini hanno concordato che il thimerosal doveva essere ridotto o eliminato dai vaccini come misura precauzionale. Nel 2001, il comitato di revisione della sicurezza dell’immunizzazione dell’Istituto di medicina ha pubblicato un rapporto in cui concludeva che non c’erano prove sufficienti per dimostrare o smentire le affermazioni secondo cui il thimerosal nei vaccini infantili causa autismo, disturbo da deficit di attenzione e ipersensibilità o ritardo del linguaggio. Un rapporto più recente del comitato “rifiuto la relazione causale tra i vaccini contenenti thimerosal e l’autismo”. Anche dopo, alcuni ricercatori continuarono a studiare i possibili collegamenti tra thimerosal e autismo. Green Our Vaccines. Oggi, il thimerosal non è più utilizzato nella gran parte dei vaccini per l’infanzia, sebbene alcune forme di vaccino antinfluenzale disponibili in fiale multidose possano contenere il conservante. Nonostante le prove scientifiche, le preoccupazioni per il thimerosal hanno portato a una campagna pubblica “Green Our Vaccines”, un movimento per rimuovere le “tossine” dai vaccini, per paura che queste sostanze portino all’autismo. La celebrità Jenny McCarthy, il suo gruppo di difesa Generation Rescue e l’organizzazione Talk about Curing Autism (TACA) hanno guidato questi sforzi. Infine le industrie farmaceutiche che producevano vaccini tradizionali oggi sono colossi mondiali della finanza, le società proprietarie con il pretesto pandemico di un virus ingegnerizzato in laboratorio impongono ai governi occidentali inoculazioni sperimentali con nuove tecnologie dette mRNA non adeguatamente sperimentate e tese a nascondere e negare effetti avversi. Le idee filosofiche, politiche o spirituali che si oppongono alla sperimentazione con obbligo vaccinale sono rimaste le stesse.

Fonti

https://www.doppiozero.com/materiali/lady-montagu-e-il-vaccino-del-vaiolo

https://www.historyofvaccines.org/content/articles/history-anti-vaccination-movements

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