Verso il diritto 2.0 il governo tutore di tutto

Nessuno strumento per capire, no alla conoscenza dei dati, no ad un buon sistema scolastico, no ad informazioni corrette

Partito Sovranità Popolare

Sarà una mia impressione, ma lo Stato si sta trasformando in un tutore che ha il compito di decidere al posto di qualcuno che non ne è in grado.
A decidere chi è in grado di decidere ovviamente è chi governa, in un cerchio che si chiude quindi in modo perfetto.
Prima lo Stato non ti dà gli strumenti per capire, la conoscenza dei dati, un buon sistema scolastico, informazioni corrette…
L’obiettivo è chiaramente quello di confondere ed impedire un giudizio popolare.
Poi arrivano gli esperti che devono decidere per noi che non siamo in grado di farlo.
Meglio ancora: gli esperti dicono al governo come stanno le cose e il governo decide per noi.
Ma oggi il Governo si è dichiarato tutore non solo dei propri cittadini ma anche della natura.
La tutela della natura e dell’ecologia è di fatto entrata in costituzione.
Evidentemente da sola non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere.
Quindi da oggi sarà uno “Speranza” di turno a decidere cosa è bene e cosa è male per la natura.
Se ai cittadini disobbedienti che non eseguono quanto stabilito si promettono multe salate mi chiedo cosa succederà agli animali che decideranno di non ascoltare i saggi consigli del comitato tecnico ecologista o alla montagna che deciderà di franare nonostante il parere contrario degli scienziati.
In realtà questo grottesco modo di procedere, stabilendo ogni cosa per legge, non è fatto per impedire a noi o alla natura di fare qualcosa di cui avremmo pieno diritto.
Lo scopo principale è autorizzare in via preventiva qualsiasi crimine.
La mancanza di una normativa specifica lasciava ampi margini di manovra alla magistratura.
Se la legge stabilisce ad esempio che una attività non può essere pericolosa o dannosa pone un limite generico.
Se un qualsiasi cittadino si sente danneggiato o ritiene pericolosa un’ attività ecco che si rivolge alla magistratura, che in piena autonomia può giudicare pericoloso o dannoso l’operato di un privato o anche del governo.
Oggi però stiamo passando al diritto 2.0.
La legge stabilisce nel dettaglio come deve essere svolta ogni attività, e se tutte le prescrizioni sono rispettate allora non c’è possibilità che tale attività sia dannosa o pericolosa.
Ricordate quando i livelli di Atrazina nell’acqua erano troppo alti?
Hanno fatto una legge per renderli accettabili, eliminando qualunque possibilità di fare ricorso.
Era uno dei primi esempi di quel che oggi è diventata la regola.
La legge va ad autorizzare in via preventiva condizioni altrimenti illegali.
La norma generale riconosce ad esempio il diritto di veder rispettato il proprio contratto con un privato (ad esempio una banca) per ottenere il servizio pattuito.
Su questa norma si inserisce una legge che invece specifica diversi casi in cui il cittadino perde questo diritto, cosa che ovviamente non si potrebbe fare, a meno che non ci siano motivi di ordine pubblico, salute e, da oggi, anche ecologici.
Poco importa che a ad autorizzarla dovrebbe essere un magistrato per ogni singolo caso.
Basta un decreto legge e la raccomandazione dei media, ormai ci siamo abituati: oggi funziona così.

1) I diritti
I cittadini godono di diritti inalienabili riconosciuti.

2) Le emergenze eccezionali
In caso di emergenza il governo può emanare decreti che impongono limitazioni a questi diritti per motivi specificati in costituzione. Quindi può autorizzare veri e propri crimini o discriminazioni giustificati da emergenze sanitarie, di ordine pubblico e oggi anche ecologiche.
3) L’autorizzazione di un magistrato sarebbe imprescindibile ma nei fatti ormai è scavalcata dall’azione di governo fulminea contrapposta a una magistratura lenta, corrotta e incapace. Del tutto bloccata.
Le anomalie sono quindi chiare:
– un esecutivo che ha la possibilità di agire in modo veloce e incisivo, scavalcando parlamento e costituzione.
– Una magistratura bloccata che viaggia a velocità incompatibili con l’azione di governo.
– Un parlamento schiavizzato e sterilizzato. Annullato in ogni sua componente.
A vigilare per evitare che questo accada dovrebbe essere il Presidente della Repubblica, figura chiave, che ha però aperto la strada, negli ultimi decenni, a un regime sempre più dittatoriale.

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