Il partito di opposizione al governo “Ucraina per la vita” ha invitato il presidente Volodymyr Zelensky e il suo governo a rispettare gli accordi di Minsk o a dimettersi. Il testo pubblicato sul sito del partito è stato poi rilanciato da alcuni media ucraini.
Anche in Europa, il leader francese Macron e quello tedesco, a seguito dei colloqui telefonici con referenti russi, ribadiscono che è necessario rirpendere gli accordi firmati a Minsk.
Condividono la posizione francese e tedesca anche i cinesi, “per raffreddare la crisi ed evitare un conflitto armato bisogna ripartire dagli accordi di Minsk.
L’appello del partito “Ucraina per la vita” invita il presidente a rispettare quanto dichiarato durante la campagna elettorale, “riportare la pace nel Paese” ma non lo ha fatto e deve dimettersi”
In particolare, i deputati dell’opposizione chiedono che all’attuale governo di riprendere i lavori del gruppo di contatto avviati a Minsk e chiedono inoltre di definire delle nuove leggi sulle peculiarità delle elezioni a Donetsk e Luhansk, su una procedura speciale per l’autogoverno locale e disposizioni costituzionali sullo status speciale del Donbass.
A loro avviso, solo con l’attuazione degli accordi di Minsk, l’Ucraina potrà porre fine al conflitto interno e superare la crisi politica economica ed energetica.
In questi giorni ricorre l’anniversario della firma degli accordi di Minsk, avvenuta il 12 febbraio 2015 a Minsk.
Gli accordi sono stati definiti dopo ore di trattative ad un tavolo dove c’erano rappresentanti della Germania, Russia, Francia ed Ucraina. L’accordo è costitutito da 13 punti includendo un cessate il fuoco immediato.
Dal giorno della firma, gli stessi rappresentanti della Russia hano più volte denunciato il non rispetto deglli accordi da parte di Kiev.
Il testo del’accordo in sintesi sulla base di un primo e condivisio punto, il cessate il fuoco
- Assicurare un cessate il fuoco bilaterale immediato.
- Garantire il monitoraggio e la verifica del cessate il fuoco da parte dell’OSCE.
- Una decentralizzazione del potere, anche attraverso l’adozione di una legge ucraina su “accordi provvisori di governance locale in alcune zone delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk (“legge sullo status speciale”).
- Garantire il monitoraggio continuo della frontiera russo-ucraina e la loro verifica da parte dell’OSCE, attraverso la creazione di zone di sicurezza nelle regioni di frontiera tra l’Ucraina e la Russia.
- Rilascio immediato di tutti gli ostaggi e di tutte le persone detenute illegalmente.
- Una legge sulla prevenzione della persecuzione e la punizione delle persone che sono coinvolti negli eventi che hanno avuto luogo in alcune aree delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk, tranne nei casi di reati che siano considerati gravi.
- La continuazione del dialogo nazionale inclusivo.
- Adozione di misure per migliorare la situazione umanitaria nella regione del Donbass, in Ucraina orientale.
- Garantire lo svolgimento di elezioni locali anticipate, in conformità con la legge ucraina (concordato in questo protocollo) su “accordi provvisori di governo locale in alcune zone delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk” (“legge sullo statuto speciale”).
- Rimozione di gruppi illegali armati, attrezzature militari, così come combattenti e mercenari dal territorio dell’Ucraina sotto la supervisione dell’OSCE. Disarmo di tutti i gruppi illegali.
- Adozione dell’ordine del giorno per la ripresa economica e la ricostruzione della regione di Donbass, in Ucraina orientale.
- Garantire la sicurezza personale dei partecipanti ai negoziati.
Memorandum supplementare (13° punto)
Dopo 15 giorni alla firma dell’accordo di Minsk, sono stati frequenti le violazioni del cessate il fuoco da entrambe le parti in conflitto ed è stato necessario aggiungere un memorandum supplementare firmato il 19 settembre 2014. Questo memorandum ha chiarito in che modo applicare l’accordo e assicurare nella regione una pace duratura.
- Divieto di operazioni offensive (punto 3 del memorandum).
- Rimozione di tutte le armi di calibro superiore a 100 mm, fino a 15 km dalla linea di contatto, da ogni parte del conflitto, per creare una zona smilitarizzata di circa 30 km; tale distanza era, inoltre aumentata per portare alcuni sistemi d’arma fuori della gittata massima rispetto alla linea di contatto (punto 4 obice d-30 a 16 km, sistemi lanciarazzi multiplo da 21 a 120 km, missili tattici a 120 km).
- Divieto di tutti i voli di aerei da combattimento, anche stranieri, il divieto esclude le missioni degli osservatori dell’OSCE in Ucraina (punto 7).
- Schieramento di una missione di osservazione OSCE (punto 8)
Ritiro di tutte le formazioni armate straniere, veicoli da combattimento stranieri, milizie armate e mercenari stranieri dalla zona di conflitto (punto 9).
Commenta per primo