di Vittorio Nicola Rangeloni,
Confermato da diverse agenzie internazionali, incluso da Reuters, l’Estonia e la Lettonia hanno ottenuto il via libera da Washington per consegnare le armi made in USA (si parla di Javelin e Stinger) a paesi terzi, più precisamente all’Ucraina. Grazie a questa triangolazione il volume dell’export militare statunitense in favore di Kiev potrebbe aumentare sensibilmente.
Questo altruismo dei Paesi baltici nei confronti di Kiev dovrebbe suonare strano, visto che i rappresentati ufficiali di quei paesi non perdono occasione per ricordare che la loro regione sarebbe ad alto rischio di invasione da parte della Russia. Periodicamente i governi di Lettonia, Estonia e Lituania si rivolgono ai partner della NATO chiedendo aiuto e supporto militare, tanto che l’Alleanza ha deciso di schierare quattro Battlegroup (gruppi tattici da circa 1500 uomini) rispettivamente in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia.
Recentemente nell’operazione “Baltic Guardian” in Lettonia hanno preso parte anche le truppe Alpine dell’Esercito Italiano, conducendo una serie di attività addestrative.
Dopo i 180 missili Javelin ricevuti dagli USA, in Ucraina sono giunte operativamente anche armi anticarro fornite dalla Gran Bretagna. Ma per Kiev non basta. Andrei Melnyk, ambasciatore ucraino in Germania, sta continuando a cercare di convincere il governo tedesco a seguire la politica USA-GB. Ieri Melnyk ha dichiarato che l’Ucraina vorrebbe vedere le navi da guerra tedesche nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, oltre ai sistemi antiaerei per prevenMaria Zakharova, rappresentante ufficiale del ministero degli Esteri della Federazione russa, ha dichiarato che “l’Ucraina percepisce questa assistenza militare dell’Occidente come concessione di carta bianca per un’operazione militare nel Donbass”. La Zakharova ha espresso preoccupazione anche per le tensioni alimentate dai media: “al momento i media occidentali e ucraini, così come le alte cariche istituzionali, stanno rilanciando ancora più attivamente le speculazioni sull’“imminente invasione russa dell’Ucraina”. Per il portavoce degli Esteri l’Occidente starebbe preparando provocazioni su larga scala, anche di natura militare, “che potrebbero portare alle più tragiche conseguenze per la sicurezza regionale e globale” e per questo starebbe costruendo una campagna informativa ad hoc per coprire le proprie azioni.
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