La comunità scientifica alla ricerca delle origini di Omicron

Omicron alla base dell' ingegneria militare

Omicron P4 Military Level
di Josh Mitteldorf
“Il genoma di Omicron ha colto di sorpresa la comunità degli scienziati della salute pubblica. Omicron non solo presenta un gran numero di mutazioni, ma alcune di queste mutazioni non erano mai state osservate nelle molte precedenti analisi del genoma, migliaia delle quali sono state condotte nei laboratori di tutto il mondo. Tra gli scienziati, ci sono cinque spiegazioni contrastanti sull’origine di questa variante.
1) Il virus è circolato ed è mutato in una regione del mondo dove ci sono pochi laboratori scientifici e pochi tracciamenti che potrebbero non aver riportato il suo genoma nei differenti stati di sviluppo intermedi.
2) Un singolo paziente immunodepresso potrebbe aver ospitato il virus per un lungo periodo di “covid lungo”, durante il quale il virus è mutato mentre si replicava dentro il suo organismo.
3) Il virus potrebbe aver fatto un salto di specie su un ospite come ad esempio un topo, o un piccolo mammifero, diffondersi da un topo all’altro, in un ambiente in cui sarebbero state favorite diverse mutazioni e poi aver reinfettato l’uomo
Il virus fortemente mutato quindi essere tornato agli esseri umani.
4) Il virus della “variante” Omicron sarebbe fuoriuscito o sarebbe stato intenzionalmente rilasciato da un laboratorio a Durban, dove gli sperimentatori stavano manipolando geneticamente il virus per renderlo meno aggressivo ma altamente contagioso, di modo diffondendosi velocemente e in modo globale d’esser capace di creare una immunizzazione di gregge naturale e duratura.
5) Le popolazioni vaccinate hanno esercitato un’intensa pressione selettiva sul virus per eludere il vaccino mutando la sua proteina spike, che è l’unica parte del virus a cui gli individui vaccinati hanno l’immunità.
Le persone vaccinate per la maggioranza non sono immuni ad Omicron, quindi Omicron agirebbe in un modo differente per attaccarsi alle cellule, con modificazioni significative alla stessa proteina Spike.
Queste le principali teorie sul campo avanzate attualmente dalla comunità scientifica sulle possibili origini di Omicron.
Come per tutto il COVID, abbiamo assistito a una censura significativa, sia sulla stampa mainstream che sui giornali medici.
Tre di queste teorie sono state discusse allo scoperto. Ma la numero 4 è stato relegata ai margini perché gli scienziati sono ancora prudenti nel discutere della possibilità di armi biologiche ingegnerizzate.
La numero 5 è stata allo stesso modo messa da parte perché è “politicamente scorretto” dire qualcosa di negativo sui vaccini.
L’ironia della sorte è che qui in Occidente l’evoluzione delle popolazioni vaccinate potrebbe aver portato all’emergere di una versione di COVID con cui tutti possono convivere (vedi link articolo sotto).
Entrando più nel dettaglio:
Prima teoria: Omicron si nascondeva nell’Africa più oscura.
Christian Drosten, virologo del Charité University Hospital di Berlino, ha proposto che il virus abbia sviluppato la sua prodigiosa capacità di diffondersi rapidamente nascondendosi nelle regioni del Botswana e dell’Africa sudoccidentale. Questa regione del mondo ha pochi laboratori di virologia che avrebbero segnalato versioni intermedie del virus.
Sia in Botswana che in Sud Africa, circa un 40% della popolazione è stata vaccinata.
Questo almeno secondo Drosten potrebbe spiegare le numerose mutazioni nella proteina spike e la capacità di Omicron di infettare i vaccinati. (Da un articolo di Kai Kupferschmidt, pubblicato su Science Magazine il mese scorso.)
Seconda teoria: Omicron ha avuto una gestazione nella pentola a cottura lenta di un singolo paziente con “Long COVID”.
Omicron chiaramente non si è sviluppato da una delle precedenti varianti che creavano molta preoccupazione, come Alpha o Delta. Sembra essersi invece evoluto in parallelo e nell’oscurità. Omicron è così diverso dai milioni di genomi SARS-CoV-2 che sono stati condivisi pubblicamente che è difficile individuare il suo parente più stretto, afferma Emma Hodcroft, virologa dell’Università di Berna. Probabilmente si è discostato presto dagli altri ceppi, dice. “Direi che risale a metà 2020”. Ciò solleva la questione di dove si siano nascosti i predecessori di Omicron per più di un anno…
Andrew Rambaut dell’Università di Edimburgo non riesce a vedere come il virus possa essere rimasto nascosto in un gruppo di persone per così tanto tempo. “Non sono sicuro che ci sia davvero un posto nel mondo sufficientemente isolato da consentire a questo tipo di virus di trasmettersi per quel periodo di tempo senza che emerga in vari luoghi”, dice. Invece, Rambaut e altri propongono che il virus si sia sviluppato molto probabilmente in un paziente con infezione cronica da COVID-19, probabilmente qualcuno la cui risposta immunitaria è stata compromessa da un’altra malattia o da un farmaco.
Quando Alpha è stato scoperto per la prima volta alla fine del 2020 a Wuhan, anche quella variante sembrava aver acquisito già numerose mutazioni contemporaneamente, come se fosse già esistente da tempo, portando i ricercatori a postulare l’ipotesi di un’infezione cronica.
L’idea è rafforzata dal sequenziamento dei campioni SARS-CoV-2 di alcuni pazienti con infezione cronica .
Terza teoria: Omicron ha fatto un salto di specie su un topo, o un piccolo mammifero e poi di nuovo sugli umani.
Questo studio dell’Accademia cinese delle scienze (Pechino) cita prove genetiche dal genoma di Omicron a sostegno della tesi secondo cui il virus è passato ai topi, quindi è tornato agli esseri umani. La frequenza di diversi tipi di mutazioni (diverse sostituzioni di amminoacidi) è diversa all’interno della fisiologia del topo rispetto alla fisiologia umana.
Questi autori nei loro studi mettono in luce che i tipi di mutazione riscontrati in Omicron sono più caratteristici nel topo che nella fisiologia umana.
La variante Omicron dimostra che il virologo Vanden Bossche prevedeva una possibilità simile.
Omicron comprende 37 nuove mutazioni nell’area della proteina spike, Omicron ha ampiamente eluso tutti i vaccini.
Non solo stando ai recenti studi le persone vaccinate hanno la stessa probabilità o addirittura più probabilità di contrarre Omicron rispetto ai non vaccinati.
Vanden Bossche con lo sviluppo di una variante più aggressiva, prevedeva tragiche conseguenze per l’intera umanità, ma per fortuna non sembra essere ciò che sta accadendo.
Come accennato in precedenza, la proteina spike è il carico più tossico del virus COVID, responsabile della maggior parte dei danni che il virus provoca ai vasi sanguigni e ai neuroni del cervello. (Sembra che la proteina spike sia stata progettata per questo scopo in un esperimento di incremento funzionale sui coronavirus che venivano condotti da più paesi presso il laboratorio internazionale di Wuhan.)
Poiché la proteina spike è mutata, è diventata meno tossica. Di conseguenza, la variante Omicron è molto più mite dell’originale Wuhan COVID.
Il tasso di mortalità di Omicron, secondo i dati del Regno Unito, è solo 1/10 rispetto alla variante originaria Covid. (Il Regno Unito in un accurato studio condotto evidenzia 10.866 casi di Omicron seguiti nello studio e solo 14 decessi per un tasso di mortalità di 0,0013.
Per fare un confronto, il totale in 2 anni di decessi e casi di COVID nel Regno Unito è stato di 148.000/11.800.000 = 0,013, quasi esattamente dieci volte superiore.)
Incognite e prospettive future
Storicamente sappiamo che l’immunità naturale di un paziente guarito fornisce la migliore immunità che si conosca.
Le persone (per lo più cinesi) che si sono riprese dalla prima SARS di diciotto anni fa sembrano avere la piena immunità al COVID, sebbene i due virus siano sostanzialmente diversi.
Ciò dovrebbe significare che Omicron contagerà tutta la popolazione mondiale e molte, molte persone si riprenderanno dopo una malattia lieve e abbreviata, con un’immunità permanente a tutte le forme di COVID.
Questa è l’alba dell’immunità di gregge e la fine del COVID?
La domanda corretta in realtà è se la guarigione da Omicron fornirà la piena immunità alle varianti future.
Assistiamo al fatto ad esempio che la guarigione dei pazienti dalle varianti covid passate non su tutti i pazienti fornisce un’immunità sufficiente per la protezione contro Omicron.
Ciò è perché Omicron è un’eccezione alla regola generale sull’immunità robusta nei pazienti guariti? Oppure ciò è originato dallo sbaglio di test difettosi a persone a cui è stato diagnosticato che erano guarite dal COVID quando invece magari avevano contratto un ceppo influenzale ?
Oppure ancora è un prodotto della vaccinazione dopo la guarigione, che sembra essere controproducente, restringendo alcune delle robuste difese immunitarie acquisite dalla natura?
Nel frattempo, i comunicati stampa del CDC e i rapporti mainstream stanno utilizzando Omicron come un booster per l’industria del porno della paura, citando l’esplosione di statistiche sui “casi” mentre ignorano il calo simultaneo delle statistiche sulla “morte”.
Pfizer sta sviluppando un nuovo vaccino mRNA per Omicron, che prevede di rilasciare a marzo. Riusciranno a raddoppiare il loro tragico errore nel basare il vaccino sulla proteina spike tossica?
O il nuovo vaccino sarà derivato da una parte meno pericolosa del virus? Abbiamo motivo di sperare che Omicron segnerà la fine del COVID, ma solo il tempo ce lo dirà.
Fonte

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