Non ha tardato ad arrivare una delle tante condizioni imposte dalla Commissione Europea per accedere ai fondi, accontentando così, Confindustria, il governo e l’uomo della necessità, Draghi.
Dopo settimane di pressioni politiche dalle potenti lobby finanziarie, il disegno di legge sulla concorrenza ed il mercato è realta. Un vero e proprio assalto alla baionetta, un nuovo gire di vite sulle privatizzazioni e questa volta la vittima da sacrificare è assolutamente ignara ed in trappola, mentre tv, radio e giornali nazionali e locali restano concentrati ad evidenziare le problemaiche degli stabilimenti balneari e dei trasporti come i taxi. Un nuovo grave errore politico oppure l’ennesimo tradimento, nei confronti dei cittadini, ignorando il cuore di questo nuovo provvedimento inciso nell’art. 6: la privatizzazione dei servizi pubblici locali e la definitiva mutazione del ruolo dei Comuni.
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Un provvedimento molto pericoloso, infatti leggendo dai primi articoli, non si interessa dell’emergenza sanitaria che ha in modo chiaro evidenziato le disfunzioni, la scarsa protezione e la divisione tra le persone e la comunità.
Alcune parole e rimandi, chiariscono le vere intenzioni, così si legge: “il provvedimento ha lo scopo di promuovere lo sviluppo della concorrenza e di rimuovere gli ostacoli all’apertura dei mercati, per rafforzare la giustizia sociale, la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, la tutela dell’ambiente e il diritto alla salute dei cittadini”.
Questo è nel paragrafo d) in cui sono menzionati i servizi pubblici locali a rilevanza economica in merito alla necessità di una loro ottimale organizzazione territoriale, il resto del provvedimento supera i precedenti tentativi di privatizzazione per la globalità dei servizi coinvolti. La conferma dell’intento solo di tipo finanziario è fissato nel paragrafo o) rimandando alla normativa relativa al Terzo Settore.
Il nuovo decreto cambia totalmente la funzione dei Comuni e il ruolo di garanzia dei diritti svolto, come si vuole in una società civile, dai servizi pubblici locali, il ddl concorrenza nel paragrafo a) pone la gestione dei servizi pubblici locali come competenza esclusiva dello Stato da esercitare nel rispetto della tutela della concorrenza separando con precisione, pagragrafo b) le funzioni di gestione da quelle di controllo.
Il decreto privatizzazioni rovescia la realtà, bisogna riconoscerlo, sono un capolavoro nel favorire i soliti noti. E’ vita facile per gli imprenditori che andranno a gestire parti del servizio pubblico, a loro gli viene richiesto una misera e poco rilevante relazione annuale sui dati di qualità del servizio e sugli investimenti effettuati ma per i dirigenti e funzionari, operanti nei Comuni, la realtà è diversa, devono affrontare le fatiche di Ercole: dovrà produrre “una motivazione anticipata e qualificata che dia conto delle ragioni che giustificano il mancato ricorso al mercato” paragrafo f) e dovrà tempestivamente trasmetterla all’Autorità garante della concorrenza e del mercato paragrafo g); dovrà prevedere sistemi di monitoraggio dei costi paragrafo i); dovrà procedere alla revisione periodica delle ragioni per le quali ha scelto l’autoproduzione. Per quanto riguarda i servizi pubblici a rilevanza economica paragrafo. d) ovvero acqua, rifiuti, energia, e trasporto pubblico, si prevedono inoltre incentivi e premialità che favoriscano l’aggregazione “ricordate le multiutility?
Il decreto non si limita alle privatizzazioni, o meglio Draghi non è sazio, prevede al paragrafo q) una revisione della disciplina dei regimi di proprietà e di gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni, nonché di cessione dei beni in caso di subentro, anche al fine di assicurare un’adeguata valorizzazione della proprietà pubblica, nonché un’adeguata tutela del gestore uscente.
Quanto sia veramente inutile, beffardo questo provvedimento lo si legge al paragrafo t), i cittadini invitati, come utenti, alla definizione della qualità, degli obiettivi e dei costi del servizio pubblico locale, la barzelletta giusta per continuare la presa in giro.
E’ molto pericoloso quanto voluto da Draghi, è un assalto ed un tentativo di indebolire ancora di più i diritti delle persone, ai beni comuni e alle comunità locali. Questa è la verita ed è chiara a tutti, almeno speriamo, una volontà complice di un governo che non può più nascondere di essere completamente al servizio dei grandi interessi finanziari e che ha chiesto ed ottenuto un Parlamento sordo, cieco ed ubbidiente per poter avere mano libera su tutte le scelte fondamentali di ridisegno della società.
Quindi per i Comuni, per quegli uomini onesti e capaci, primi cittadini non cambia assolutamente nulla, anzi, restano i vincoli sempre più stringenti impendendo, nel nome del debito, ogni possibilità di movimento. Nulla cambia, i bilanci non si toccano e tutto questo inciderà sempre più sulla vita dei cittadini. Come spesso ripetuto, gridato, scritto da diversi sindaci italiani, “e’ impossibile governare la città se non possiamo mettere risorse”.
Provate ad immaginare la risposta del governo di Draghi: “ non vi è alcun bisogno di governare i Comuni e le città: è sufficiente mettere tutto sul mercato”
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