Lettera aperta di Gaetano Insinna
Sono proprio le diversificate istanze di tutela quotidianamente espresse dai cittadini e dai colleghi rappresentati che mi inducono a riflettere sulle storture ed i gravami di un sistema ormai incancrenito che bisogna combattere per il bene comune del Nostro Corpo, della Società e, soprattutto, dei Nostri figli.
Il passaggio storico che attraversiamo è insidioso, immerso nella confusione di un cambiamento incessante, istericamente indotto e manipolato affinché nulla cambi davvero e il “progetto” si compia.
La scarsa capacità di leggere il nostro tempo, a mio modesto avviso, agevola la dissoluzione agognata e progettata dai menzogneri che affollano la “tavola di Sibari“, i primi ad essere intaccati da difetti e corruzioni. I costruttori degli iniqui regni che mai durano in eterno.
Non nascondo che ho l’impressione di vivere un periodo cupo, per molti versi drammatico e inedito. L’inedito di un tempo sospeso e schiaffeggiato da nuovi venti inclini alla dittatura. La dittatura che schiaccia le generazioni del presente e minaccia quelle future.
Nessuno di Noi è immune dai dubbi che martellano le rassicurazioni di facciata offerte dall’attuale classe politica, compagine che ha ridotto a brandelli ogni scampolo di credibilità.
Oltre alle regole scritte, alle dichiarazioni enfatizzanti i soliloqui e le miserevoli certezze diluite nel pallido squallore di chi non ha il coraggio di decidere, restano in piedi le commedie interpretanti codici e sentenze verosimiglianti.
Patetiche comparse calcano platee recitando il mantra messo a punto per sorprendere gli sciocchi con nuove forme inconsistenti di promesse sputate controvento, abilmente amplificate dalla propaganda sotto l’ombrellone della stampa di partito, il disinformante merchandising di chi spaccia le notizie per vendere qualcosa senza offendere nessuno.
Nulla di nuovo è nato sotto il sole… Tanti hanno tradito. Sono solo i figli di una democrazia dantesca che continua a sublimare e santificare il limite dell’inutile finzione. I figli della nuova repressione, i figli del sessual-consumismo feticistico, ora divenuto pseudo-razional-consumismo umanistico. I veri fiancheggiatori di questa nuova dittatura pseudo sanitaria imposta dal nuovo ordine mondiale, dalle banche e dalle multinazionali del farmaco.
In questi anni ho sempre risposto ad ogni scomoda domanda formulata dai miei colleghi e li ho esortati a riscoprire la voglia di leggere, la fame del sapere e l’importanza dell’informazione.
Informarsi ed informare, sapere e far sapere significa far conoscere ciò che facciamo, soprattutto per ottenere dagli altri quelle reazioni che ci sono indispensabili se vogliamo valutare il Nostro operato e adattarlo alle altrui esigenze, senza imporlo per ottenere il consenso a tutti i costi.
Dicono alcuni che la propaganda “può essere la verità”, la pubblicità “dovrebbe rappresentare la verità”, ma ciò che affermiamo con sincerità, senza propaganda o pubblicità, deve necessariamente essere la verità.
Noi stiamo erodendo ogni credibilità e consenso. Stiamo perdendo ogni considerazione per il ruolo e la funzione. La stessa considerazione faticosamente conquistata negli anni. Francamente non vorrei che l’utilizzazione delle Forze dell’Ordine fosse meramente strumentale alle esigenze di conservazione del potere politico, con quasi nessuna concessione alla funzionalità degli Istituti rispetto ai compiti affidatici dalla Costituzione.
Ci hanno resi gli “oggetti” di un discorso, spesso ambiguo e oscuro, fatto e preordinato sopra le nostre teste, impedendoci di essere, al pari degli altri cittadini e lavoratori, i “soggetti” di un vero rinnovamento culturale e sociale. Il punto fermo posto a presidio della sicurezza dei cittadini e della Patria.
Siamo e restiamo il fanalino di coda dell’Europa asseritamente democratica e civile e la Nostra appartenenza ad essa dovrebbe avere la sua importanza, non solo sulla circolazione delle merci e sull’agevolazione del dumping fiscale, ma anche e soprattutto su quella delle idee e dei diritti.
La responsabilità del mondo politico è ormai evidente, come la cattiva informazione in una materia delicata come il Covid.
Noi dovremmo essere al di sopra degli equivoci impieghi voluti dal mondo politico. Impieghi che non sembrano finalizzati a difendere la Costituzione, ma a raggiungere determinati obiettivi di potere tra le lotte di correnti, le lotte a livello personale o quelle in difesa degli interessi di alcuni e di ben noti gruppi economici.
Questo è un tempo che impone un cambiamento radicale prima del dissolvimento. Occorre cambiare la prospettiva per osservare l’orizzonte, consci del fatto che qualunque cambiamento necessita di tempo, ergo, il tema non può essere affrontato in maniera fugace e sbrigativa. Personalmente continuo ad amare la stupenda massima attribuita a Svetonio: «Festina lente», un serio richiamo all’importanza della meditazione.
Più invecchio e meno mi contento delle apparenze e finanche di ciò che è più prossimo al vero. Durante i confronti con questa rappresentanza politica al capolinea ho avuto modo di pesare il valore delle idee e la motivazione delle persone, rendendomi conto della parzialità che impedisce loro di scorgere gli errori.
Senza il coraggio di muoversi verso l’intero anche la verità sarà parziale. I frammenti di verità che emergono dagli scritti sono faziosità, ergo, falsità.
Li ho sentiti, li sento e li leggo, i nuovi e i vecchi profeti dell’apparenza, i rassegnati propugnatori del “meglio un cattivo accordo che una buona lite” … anche se mi punge vaghezza d’un qualche tornaconto personale… forse indimostrabile, ma pensabile.
Noi abbiamo ancora valori da difendere e giuramenti da onorare. Noi non possiamo avere paura e non possiamo tirarci indietro.
Cordiali saluti e buona vita, Gaetano Insinna
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