di Stella Khorosheva
La libertà di viaggio è una migliore qualità della vita, ma condizionata dal tuo stipendio limitativo della tua libertà e felicità. Essere legale è un principio della libertà o una cosa contro la logica? Sicurezza per oggi e per domani è un diritto o una fantasia? Siamo testimoni di una terribile crisi umanitaria come quella che abbiamo conosciuto dopo l’incidente di Chernobil. Una volta tutti discutevano su “si”o “no” all’energia nucleare. Tutte le comodità donate dall’uomo al progesso, sono garantite dalla diversità della materia: il vetro, il ferro e legno come tutto è costituito dagli atomi, che si muovono caoticamente, ma sempre all’interno della materia. Sapendo che la vita di oggi è basata sul denaro e non sulla centralità dell’uomo, c’è sempre il rischio di tradimento, di incapacità, di stanchezza a causa dello sfruttamento nei luoghi della produzione. Come per l’energia degli atomi fuoriusciti da Cernobil, espulsi dalla materia, così le guerre, la violenza, la povertà e lo sfruttamento, spingono milioni di uomini a comportarsi allo stesso modo. Siamo testimoni dello scoppio umanitario. Tutto si può fare ma non tutto si fa bene.
Ottenere un visto in capitale dello stato prescelto, per chi fugge dalla guerra e dalla povertà è l’unica soluzione per evitare la schiavitù o la morte. Ridurre la burocrazia, creare corridoi umanitari in aree martoriate da conflitti, è una priorità nella libera circolazione delle persone, oggi non può essere solo uno slogan. Fu la “mancanza di libertà di movimento” nell’URSS che divenne una stratteggia di marcheting per facilizzare il suo crollo. L’Europa chiede di essere umani e di accogliere i rifugiati a braccia aperte. Milioni di italiani, e non solo, si sono prodigati per manifestare solidarietà e sostegno nell’accoglienza ai rifugiati. Il Santo Padre ha chiamato i suoi fedeli implorandoli ad aprire ogni appartamento, ogni porta ai bisognosi senza fare alcuna distinzione. Quante persone sparse per il mondo avrebbero potuto evitare la violenza e la schiavitù sessuale se fosse stato più facile ottenere un visto nel paese di sbarco! Centinaia di migliaia di rifugiati hanno rischiato la loro vita e molti sono riusciti ad avere una nuova vita, passando da Lampedusa e raggiungendo altri paesi europei. La situazione dei migranti al confine tra Polonia, Paesi baltici e Bielorussia contraddice tutti i meravigliosi slogan ed appelli dell’ Europa.
La Repubblica di Bielorussia ha scelto la strada della semplificazione burocratica accellerando il rilascio di una identià personale per raggiungere l’Europa, ma l’Europa ha deciso di respingere i rifugiati al confine Bielorussia e Polonia. Quali immagini ci vengono proposte quotidianamente se non quelle di uomini, donne e bambini, al freddo, con gli occhi spaventati ed affamati ma sono li, scappano dalla guerra, dalla violenza e dalla povertà, apoggiati dalla stessa Europa (paese della NATO). Ahimè, quasi l’intero globo è attraversato dalla guerra. Restano da chiarire le fonti e le cause delle guerre. Ma perché colpevolizzare il paese che semplifica la procedura per il transito dei rifugiati senza violare alcuna legge? Perché imporre sanzioni, atto violento che colpisce un intero popolo? Perché l’europa, ribadendo il dovere dell’accoglienza ai rifugiati, contemporaneamente inasprisce le sanzioni contro chi vuole alleviare le sofferenze sostenendolo nel suo desiderio di viaggio? Cosa c’è di meglio del dialogo reciproco? E l’ultimo pensiero della signora Merkel di trasferire i rifugiati dai confini della Polonia direttamente in Ucraina è sconcertante. L’Ucraina non fa parte dell’Europa e non ha firmato alcun trattato per i rifugiati. E cosa fare degli ucraini fuggiti dalla perestrojka e dalla guerra? La pacatezza di una persona che ha semplificato il transito dei bisognosi evoca rispetto e orgoglio nonostante per continue pressioni dei burocrati dell’Occidente, impegnato nel distorcere i fatti e colpevolizzare nemici fantasmi. Finora il nemico dell’Occidente è il nostro stile di vita umano, naturale, equo, che ha permesso di resistere alla guerra 1939-1945, che si è trasformata, ahimè, in fasi più laiche: umiliazioni, sabotaggi, minacce, tradimento a tutti i livelli: vita sociale, economica e spirituale dell’ultimo dei Mohicani (in questo caso, un paese che difende la sua terra da un altro Maidan alimento per una prossima guerra civile). Nel resto delle ex repubbliche dell’URSS si verificarono Maidan di diversa gravità, ma con le stesse conseguenze: la perdita della sovranità, l’incertezza sul futuro, il declino della moralità e la tranquillità nella vita quatidiana. Puoi solo alzare le spalle mentre ascolti i media nazionali occidentali. Attraverso tutti i canali, si sente solo rabbia e condanna contro la Repubblica di Bielorussia nei confronti dei migranti. Viene colpevolizzata anche la Federazione Russa. Inizialmente il racconto dei media europei evidenziava così: “Vogliamo andare in Germania”, in poche ore è cambiato in: “Il freddo della foresta e il coinvolgimento di Putin nella sofferenza delle persone che vogliono arrivare in Europa attraverso la Polonia. Tutto questo, per l’Europa è un motivo perfetto per inasprire le sanzioni. Sanzioni contro le compagnie aeree che trasportano migranti, oggi ne accusano altre, lasciando la Polonia senza alcuna colpa mentre in alcune città della Polonia manifestano nostalgici nazisti. Ma sono rimasta a dir poco sorpresa quando ho sentito al TG di Rai 3, un appello rivolto ai rifugiat “non prendete pasticche dai soldati bieloussi.
La continua chiusura della frontiere d’avanti alla sofferenza ha sconvolto tutti e l’aggressività delle sanzioni sono una provocazione al conflitto e alla crisi, non la soluzione.
L’Associazione Art Coupe, fungendo da mediatore tra lo spazio post-sovietico e il mondo esterno, invita tutte le associazioni che sostengono la non violenza a realizzare una serie di trasmissioni, nella forma di un tavolo di lavoro con l’esperti internazionalisti al fine di identificare le cause della catastrofe umanitaria e creare meccanismi per la sua soluzione. L’apertura al dialogo, l’analisi dei trattati internazionali questo consentirà di comprendere e neutralizzare la pioggia di accuse. È difficile per un uomo semplice comprendere il flusso continuo di accuse che, alimento per l’odio e la paura verso il prossimo. Ricordiamo sempre che la diffamazione e l’incitamento all’odio e l’instillazione di paura e panico sono atti criminali.
Commenta per primo