Senza speranza

Il potere dell'idiota o il potere delle cavie?

di Alessandro Porcu

Che dire? Il mio corpo “in discesa”, ora che ho quasi 67 anni, mi guarda attonito e cerca di consigliarmi. “Ferma, rallenta, vai piano, rifletti, trova il tempo per osservare, per pensare, per contemplare”… Di scatto lascio la postazione scrivente, mi alzo, mi giro e volgo lo sguardo attraverso la grande finestratura della porta a tre ante: una cascata di fiori di gelsomino e ole-andri bianchi e rosa, sul loro fluente tappeto di verdi foglie, inondano la mia mente! Attraverso le vetrate, quadrettate da solidi tondini di ferro battuto, che mi proteggono dalla loro tossicità olfattiva, ne posso ammirare la meravigliosa bellezza! Il breve intervallo contemplativo mi distacca la mente dal corpo, e il pensiero vola più leggero. Le dita calcano la tastiera come fosse quella di un pianoforte. Realtà e fantasia vorrebbero intrecciarsi in uno spartito esaltante. Ma forse non ci riusciranno. Gli uomini-popolo guardano le televisioni main-stream assorbendone i loro contenuti falsi e narcotizzanti. Proprio come fossero davanti agli inebrianti fiori, belli ma ingannevoli, che assalendoli con il loro profumo gli indeboliscono la mente, li narcotizzano. Si accorgono, ma troppo tardi, forse, di essersi pericolosamente beati di una visione tossica, capace di pro-durre in loro quel mal di testa, quel senso di nausea, quel viraggio dei sentimenti, che li rende dipendenti e automatici, ete-roguidati, incapaci di pensare, incapaci di decidere autonomamente. Gli uomini-popolo, anche a causa della loro ormai consolidata dipendenza, non sono più in grado di cogliere nemmeno il notevole incremento del “dosaggio narcotizzante”, che avviene quando l’innalzamento della “temperatura sociale e politica” cresce “pericolosamente” o stia per svilupparsi. Ciò proprio come quando dal fresco della notte al caldo meridiano i fiori di oleandro e gelsomino spandono maggiormente i loro profumi venefici. E’ in questi momenti, come oggi sta accadendo tragicamente, che le “piante elitarie del potere oligarchico” attivano la diffusione e l’incremento delle sostanze narcotiz-zanti e obnubilanti, destabilizzanti o guerresche. Si sa, le èlite giocano con anticipo, programmano la realtà, la inducono, la formano, la favoriscono. Si, la situazione metaforicamente descritta è anche quella attuale. In essa la maggior parte della popolazione viene diffusamente ed intensamente “narco-tizzata”, preda dell’inganno delle “élite al potere”, che con sempre maggiore costanza e frequenza la inonda di comuni-cazioni persuasive, programmi televisivi sincroni con contenuti subliminali, condizionanti, manipolati, modelli culturali di-visivi, droghe, abitudini alimentari dannose alla salute, emissione di onde sonore destabilizzanti la psiche, ed oggi anche farmaci che fanno ammalare e/o contengono nanotecnologie per il controllo da remoto, sia dell’individuo che delle mol-titudini. C’è una parte della popolazione che ha riconosciuto l’inganno e cerca di evitare tutto ciò, ma troppi sembrano ancora non averlo scoperto. Forse ci riusciranno, forse. Sarei portato a dire che ci riusciranno certamente: ma per umiltà umana non sono avezzo a considerare ogni mia certezza personale come fosse una certezza oggettiva per tutti, atta a consolare e rassicurare il prossimo. Debbo sempre ammettere di potermi sbagliare! Quindi certo che avverrà, ma altret-tanto certo di potermi sbagliare. Stiamo vivendo un “futuro-presente”, il futuro che le élite oligarchiche hanno progettato sprezzantemente, cinicamente, criminalmente con riguardo ai danni producibili, un futuro che gli uomini-popolo subiscono essendogli stato “inoculato” un pericolosissimo narcotico: la speranza. La speranza che chi in questo mondo gestisce il potere materiale e spirituale siano tutti uomini saggi, giusti, non criminali. Troppo ci sarebbe da indagare su questo popo-lare sentimento, su questo concetto, sulla creazione di questa parola, sulla sua storia… Certamente il suo retaggio culturale e soprattutto religioso, ci porterebbe a pensare che tale sentimento possa essere stato creato per gli umili, non certo dalle élite per loro stesse, visto che esse azzardano, sfidano l’Umanità stessa, la loro identità naturale biologica, progettano e attuano i loro piani, inverando il futuro che loro vogliono, ad ogni costo. Un sentimento da abolire quindi? Direi sempli-cemente che si tratti di un “sentimento corrotto”, rielaborato da un’élite a suo vantaggio esclusivo. Non solo frutto di una giudi un pianoforte. Realtà e fantasia vorrebbero intrecciarsi in uno spartito esaltante. Ma forse non ci riusciranno. Gli uomini-popolo guardano le televisioni main-stream assorbendone i loro contenuti falsi e narcotizzanti. Proprio come fos-sero davanti agli inebrianti fiori, belli ma ingannevoli, che assalendoli con il loro profumo gli indeboliscono la mente, li narcotizzano. Si accorgono, ma troppo tardi, forse, di essersi pericolosamente beati di una visione tossica, capace di pro-durre in loro quel mal di testa, quel senso di nausea, quel viraggio dei sentimenti, che li rende dipendenti e automatici, eteroguidati, incapaci di pensare, incapaci di decidere autonomamente. Gli uomini-popolo, anche a causa della loro ormai consolidata dipendenza, non sono più in grado di cogliere nemmeno il notevole incremento del “dosaggio narco-tizzante”, che avviene quando l’innalzamento della “temperatura sociale e politica” cresce “pericolosamente” o stia per svilupparsi. Ciò proprio come quando dal fresco della notte al caldo meridiano i fiori di oleandro e gelsomino spandono maggiormente i loro profumi venefici. E’ in questi momenti, come oggi sta accadendo tragicamente, che le “piante elitarie del potere oligarchico” attivano la diffusione e l’incremento delle sostanze narcotizzanti e obnubilanti, destabilizzanti o guerresche. Si sa, le èlite giocano con anticipo, programmano la realtà, la inducono, la formano, la favoriscono. Si, la situ-azione metaforicamente descritta è anche quella attuale. In essa la maggior parte della popolazione viene diffusamente ed intensamente “narco-tizzata”, preda dell’inganno delle “élite al potere”, che con sempre maggiore costanza e frequenza la inonda di comuni-cazioni persuasive, programmi televisivi sincroni con contenuti subliminali, condizionanti, manipolati, modelli culturali divisivi, droghe, abitudini alimentari dannose alla salute, emissione di onde sonore destabilizzanti la psiche, ed oggi anche farmaci che fanno ammalare e/o con-tengono nanotecnologie per il controllo da remoto, sia dell’individuo che delle molti-tudini. C’è una parte della popolazione che ha riconosciuto l’inganno e cerca di evitare tutto ciò, ma troppi sembrano ancora non averlo scoperto. Forse ci riusciranno, forse. Sarei portato a dire che ci rius-ciranno certamente: ma per umiltà umana non sono avezzo a considerare ogni mia certezza personale come fosse una certezza oggettiva per tutti, atta a consolare e rassicurare il prossimo. Debbo sempre ammettere di potermi sbagliare! Quindi certo che avverrà, ma altrettanto certo di potermi sbagliare. Stiamo vivendo un “futuro-presente”, il futuro che le élite oligarchiche hanno progettato sprezzan-temente, cinicamente, crimi-nalmente con riguardo ai danni producibili, un futuro che gli uomini-popolo subiscono essen-dogli stato “inoculato” un pericolosissimo narcotico: la speranza. La speranza che chi in questo mondo gestisce il potere materiale e spirituale siano tutti uomini saggi, giusti, non criminali. Troppo ci sarebbe da indagare su questo popolare sentimento, su questo concetto, sulla creazione di questa parola, sulla sua storia… Certamente il suo retaggio culturale e soprattutto religioso, ci porterebbe a pensare che tale sentimento possa essere stato creato per gli umili, non certo dalle élite per loro stesse, visto che esse azzardano, sfidano l’Umanità stessa, la loro identità naturale biologica, progettano e attuano i loro piani, inverando il futuro che loro vogliono, ad ogni costo. Un sentimento da abolire quindi? Direi sempli-cemente che si tratti di un “sentimento corrotto”, rielabo-rato da un’élite a suo vantaggio esclusivo. Non solo frutto di una giusta ed equilibrata umanità, quanto piuttosto grimaldello per il suo completo assoggettamento. Ironia della sorte, una parola oltre che corrotta, virata, abusata, è perfino “corporeizzata” da chi, in Italia, è colui che ce ne ha imposto, per associazione con il proprio cognome, la sua vuota personalità, il suo potere estorsivo, ricattatorio, falsificatorio, criminale, la sua evocazione di una condizione di vita non certamente migliore. Vita? Il perfetto contrario del significato che la parola tradizionalmente voleva significare! Tanto da farci quasi dire “vorremmo vivere senza che la speranza ci guidasse più”! Ma forse è proprio così che deve essere: non più ci si deve e non ci si dovrà far guidare dalla “speranza”, ma dalla consape-volezza! D’altra parte anche un’autostima equilibrata e consapevole non implicherebbe il dovere primario di sperare di poter preservare assolutamente la sicurezza del nostro solo corpo, poiché ciò che primariamente dovremmo preservare è la nostra anima, ovvero lo “spirito” che guida la nostra anima, la nostra “essenza vitale”, anche quando avesse “abbandonato” il “nostro” corpo per sempre. Possiamo non sperare nella vita del nostro corpo, ma dobbiamo e possiamo difendere la purezza della nostra anima, per continuare a farci guidare dal nostro Spirito, sia che poi fosse costretto ad abbandonare il nostro corpo, a causa di ciò che questa dittatura feroce sta attuando contro l’umanità, sia che il nostro corpo sopravvivesse agli attacchi di quegli esseri vuoti e maligni che stanno attuando un loro “strategico” piano di sterminio. La speranza è tipica dell’uomo che, come affermava Edmund Husserl (1), “é un essere che progetta il suo futuro”… “Ma la realizzazione del pro-getto da esplicare secondo ragione, mettendo da parte l’impulso e l’istinto, si scontra con il sentimento dell’indetermina-tezza del futuro che genera il timore” (2). Infine una nota citazione del filosofo e ma-tematico Alfred North Whitehead (3), il quale sosteneva che “è compito del futuro l’essere pericoloso; ed è tra i meriti della scienza l’equipaggiare il futuro per i suoi compiti”! Proprio così, una scienza che nella taciuta tempesta di contraddizioni, indeterminatezza ed indecidibilità avrebbe dovuto equipaggiare il futuro pericoloso! Aggiungerei: pericoloso perchè? Pericoloso per chi? Frasi composte da illustri scienziati che dalla fine dell’800 ad oggi (4) hanno contribuito a costruire la cultura e le conoscenze della nostra attuale società, potrebbero esserne citate a iosa, colorando pagine di sentimenti non certo rassicuranti e a dir poco inquietanti! Già, la “psicopolitica digitale” sembra essere stata in grado di impadronirsi del comportamento delle masse su un piano che si sottrae alla coscienza (5): “i big data si presentano oggi non solo nella forma del Grande Fratello, il Big Brother, ma anche del big deal. I big data sono, prima di tutto, un grande affare: i dati personali vengono incessantemente monetizzati e commercializzati. Gli uomini vengono processati e trattati, oggi, come pacchetti di dati, che è possibile sfruttare sul piano economico. Così diventano essi stessi una merce. Big Brother e big deal, inoltre, si coalizzano: lo stato di sorveglianza ed il mercato coincidono”. “I big data hanno inaugurato una nuova società digitale di classi”. Ma “la memoria digitale consiste di puntidi- presente indifferenziati, per così dire morti viventi: le manca ogni orizzonte temporale esteso, che caratterizza invece la temporalità del vivente. La vita digitalizzata perde, così, vitalità: la temporalità del digitale è quella dei morti viventi”. “I big data suggeriscono un sapere assoluto. Tutto è misurabile e quantificabile: le cose rivelano le loro correlazioni segrete, sinora rimaste nascoste. Anche il comportamento umano deve diventare prevedibile: si annuncia una nuova era del sapere. Le correlazioni sostituiscono la causalità: l’è-così prende il posto del perchè. La quantificazione della realtà basata sui dati allontana completamente lo spirito dal sapere”… “i big data sono privi di concetto e di spirito. Il sapere assoluto che promettono coincide con il nonsapere assoluto”.

Solo oggi, risvegliandoci da un lunghissimo sonno nel quale l’intera popolazione mondiale era caduta, possiamo e/o potremmo capire quanto e come altrettanto lunga sia stata la “preparazione” scientifica, culturale e ideologica dell’attuale “complotto” mondiale delle elite oligarchico-mondialiste. Un fare ieri, ed un “disfare” oggi, per portare la società industriale verso un “transumanesimo” deciso dall’alto, presentato come risposta ai problemi causati dall’uomo umanità, invece che dalle stesse elite oligarchiche, come sarebbe stato giusto affermare, le quali pur avendo guidato e indotto quegli stessi problemi con l’ideologia delle magnifiche sorti e progressive della scienza, svincolata da sentimenti umani e sop-rattutto da un vero di-battito/confronto/ percorso decisionale etico e coscienziale (veramente democratico, veramente partecipato), ne vorrebbero adesso guidare la dismissione, cambiando l’uomo-umanità piuttosto che la scienza! Del resto che aspettarsi? Quando mai chi crea un problema paradigmatico può riuscire a risolverlo senza mutare quel paradigma del quale risulta imbevuta la propria coscienza-conoscenza? Avevano “ragione” da vendere, stavano preparando “un futuro pericoloso”, un futuro pericoloso per la popolazione mondiale! Oggi quel pericolo si sta inverando! E lo spettacolo è proprio quello di uno sterminio totale, compiuto con grande determinazione “scientifica”, razionalista, “cartesiana”, disempatica, piena zeppa di sentimenti ostili per l’uomo-umanità-popolo. Il transumanesimo è ormai fra di noi, il popolo-umanità-cavia ne è la prima formazione, che lo si capisca o no! L’idiota invece è ormai il moderno eretico. Infatti il termine “eresia” significa, in origine, scelta.

“L’eretico, dunque, é qualcuno che ricorre ad una scelta libera. Egli ha il coraggio di deviare dall’ortodossia: coraggiosamente, si libera dalla coercizione alla conformità. L’idiota come l’eretico è una figura della re-sistenza contro la violenza del consenso: egli conserva il fascino dell’outsider. Oggi, a fronte della crescente coercizione alla conformità, é più urgente che mai affinare la coscienza eretica”(5). Siamo di fronte ad un processo sociale che afferma ed attua una scienza senza spirito, che sta producendo umani senza spirito, senza essenza vitale umana, senza anima, senza coscienza. È questo quello che vogliamo? La residuale umanità- spirito riuscirà a preservare sé stessa senza assumere tutta la responsabilità della gestione terrena? Oppure lo potrà fare solo sapendo confermare, consolidare o elaborare, produrre ed attuare un modello per uomini-umanità-mondo? Io sono speranzoso! Ma una cosa è certa: sarà dura, durissima… Tutti i possibili paradigmi sociali, tutte le verità assolute dovranno essere messe in discussione, ogni contributo dovrà essere esa-minato a 360°, con serietà e con rispetto: anche quello che ci porterebbe a credere che gli extraterrestri possano essere in parte, se non del tutto, agenti di tanti “strani” cambiamenti/ eventi su questo meraviglioso pianeta, che l’umanità stessa sia sempre stata specie aliena, magari frutto di interventi di ingegneria genetica, come certi studiosi portebbero a credere con i loro studi (6). Note e riferimenti: (1) Edmund Gustav Albrecht Husserl é da considerarsi “il padre delle ricerche contemporanee nella psicologia cognitiva e intelligenza artificiale, si veda: https://it.wikipedia.org/wiki/Edmund_Husserl; (2) idem , con riferimento a citazioni di Alfred North Whitehead e Ernst Bloch; (3) s.v. https://it.wikipedia. org/wiki/Alfred_North_Whitehead; (4) si potrebbe rivedere il mio articolo su questa stessa rivista, N.° 3, 2021, una sorta di rensione del libro “L’Istituto Tavistock” di Daniel Estunin; (5) s.v. “Psicopolitica. Il neoliberalismo e le nuove tecniche del potere” diByung-Chul Han; (6) Fra le tante, si vedano, soprattutto, le ricerche di Mauro Biglino, pubblicate negli ormai numerosi suoi libri.

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