La metafora della paura

Libertà condizionata

Allegoria della paura

di Carlo Grossi

Ho analizzato con minuziosa attenzione il crescendo dell’allarme sin dall’inizio, un anno e mezzo fa, momento in cui l’ex premier Conte chiedeva agli italiani…”un piccolo sacrificio per riconquistare in fretta la piena libertà”. Egli mentiva sapendo di mentire!

La paura, alimentata dal mainstream media, si è insinuata attraverso un linguaggio convenzionale farcito di allarmismo, paternalismo, frasi retoriche, concetti politically correct accompagnati per contro da limitazioni e divieti crescenti, controlli da Stato di polizia, provvedimenti accettati con rassegnazione perché inevitabili necessari al bene comune, la vulgata ufficiale questo diffondeva attraverso mantra del genere…”andrà tutto bene!” con intento illusorio, imbonitorio mentre tutto in realtà stava andando a puttane!

Sono seguiti mesi di proibizioni supportate da numeri allarmanti diramati a reti unificate, rilevati tramite tamponi Pcr con cicli di amplificazione ben oltre il range di attendibilità consentito. Pochi i medici che hanno portato alla luce queste anomalie per lo più bersagliati da censure e minacce di radiazione.

La battaglia contro le assurdità emanate con atti amministrativi, tesi a rafforzare i divieti e prorogare uno stato di allarme come mai finora era accaduto in Italia, ha raggiunto il livello di guardia con la proibizione di ospitare in casa propria più di cinque persone, un provvedimento per il quale sono state violare le più elementari regole di privacy e di libertà individuale. Neanche i grandi disastri come il crollo della diga del Vajont o il terremoto in Irpinia hanno scatenato un allarmismo tanto ingiusto quanto inopportuno.

Si è passati da un Dpcm all’altro in un crescendo di misure spesso smentite addirittura dagli stessi organi para-governativi come il Cts, concepito per giustificare talune misure.

Nulla, neppure le palesi contraddizioni hanno instillato il dubbio o indotto le persone a razionalizzare la paura. Le scene alle quali ho purtroppo spesso assistito non consentivano illusioni, la psicopandemia aveva arrecato danni irreversibili al tessuto sociale, a quegli individui che incontrando in strada il proprio simile senza mascherina o con la stessa calata per prendere una boccata d’aria facevano notare le manchevolezze, gli stessi che segnalavano gli assembramenti nell’ abitazione del vicino o reputavano insopportabile che due persone parlassero a distanza ravvicinata. Il nemico invisibile ha mietuto vittime soprattutto sul piano psicologico, le persone venute a mancare nel corso dell’epidemia, sappiamo oggi che per buona parte non erano positive al virus e sono decedute a seguito di errori terapeutici dovuti principalmente ad un protocollo ministeriale sbagliato e alle mancate autopsie sulle prime vittime vietate proprio dal ministro della sanità. Basterebbe questo per capire l’imbroglio ma evidentemente gli effetti della propaganda del terrore restano. Oggi, in un momento di libertà condizionata da una serie di incertezze legislative, stanno cercando di portare avanti le vaccinazioni nonostante le circa 350 vittime ufficiali registrate, molte reazioni avverse e fenomeni trombotici spesso gravi. Ai vaccinati con Astrazeneca, presidio nel mirino dell’agenzia del farmaco per presunta nocività, si sta proponendo il mix con Pfizer o Moderna teste di serie tra le pozioni geniche fin qui introdotte. Si paventano le cosiddette vaccinazioni eterologhe, un esperimento nell’esperimento, una doppia violazione dei disciplinari della sperimentazione e dei diritti umani! Come se non bastasse Draghi ha emesso da un paio di giorni un Dpcm nel quale si forniscono linee guida riguardo l’utilizzo del “Green Pass”, una sorta di lasciapassare basato su dati sanitari che faciliterebbe la libera circolazione fuori I confini o addirittura tra regioni di colori diversi. Non un obbligo ma uno strumento, l’ennesimo, utile al popolo di cavie libere forse di circolare in gabbie più grandi. Ritengo che gli inoculati si precipiteranno a registrarsi sull’ app all’uopo istituita, nella convinzione di riacquistare la libertà e fosse altro per marcare la differenza con la massa di ignoranti, incoscienti, gli stigmatizzati e detestati no-vax. Non sarà una stella sulla manica ma un’app telefonica a consacrare la discriminazione e l’effetto duale della paura per propiziare l’ascesa del nazismo 2.0 che bussa alle porte semi-scardinate dello Stato democratico.

Accorrete quindi compatti, servono i numeri per dare forza e magari sostanza di legge ad un obbligo che introdotto come non obbligo aleggia come tanti altri abusi patiti inutilmente da oltre un anno.

Così agiscono le dittature in divenire: terrorizzano, dividono, quindi si instaurano approfittando della divisione generata dalla paura, attraverso un espediente che non paragoneremo stavolta al cavallo di Troia avendo a disposizione il pipistrello di Wuhan. Cambia la metafora ma non la sostanza, sempre di leggende legate ad un inganno subito si tratta!

 

 

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