Diritto di microfono

Chi concede il diritto di microfono?

La circolazione delle idee è importante quanto l’accesso alle notizie, alle fonti, ai documenti
di Sergio Bagnasco
La cosiddetta “opinione pubblica” si forma prevalentemente sulle informazioni proposte dai media.
Rilevante, dunque, in una democrazia analizzare come sono organizzati i media, chi li controlla, il grado di libertà di cui godono dal potere politico e da quello economico-finanziario, spesso intrecciato con quello politico.
La circolazione delle idee, l’accesso alla platea mediatica e al microfono sono importanti tanto quanto l’accesso alle notizie, alle fonti, ai documenti.
Conoscere per deliberare non è uno slogan, ma il pane di cui ogni giorno dovrebbe nutrirsi ogni cittadino per difendere e far crescere la democrazia.
L’accesso alle fonti, nell’era di Internet, è apparentemente semplice, ma se una persona non è stata educata al pensiero critico … sarà difficile che si dedichi alla ricerca e all’approfondimento e se avviene spesso si troverà in difficoltà perché gli mancano le griglie interpretative, le conoscenze di base per interpretare quel che legge. Spesso manca proprio l’alfabetizzazione di base; difficile comprendere un testo di legge, un regolamento, un semplice contratto … se non si conosce la lingua utilizzata per scrivere questi testi.
Da questo punto di vista il sistema scolastico ha fallito perché non forma il cittadino; così tanti diplomati e persino laureati non sanno rapportarsi con le istituzioni, non sanno esercitare i propri diritti … e non sono nemmeno in grado di comprendere un semplice contratto di conto corrente.
In queste condizioni diventa più facile accontentarsi della TV e illudersi di essere informati perché si seguono le innumerevoli trasmissioni di cosiddetto approfondimento o addirittura perché si legge qualche quotidiano.
Succede così che ciascuno di noi è alla mercé dei media: di quel che ci propongono.
Chi concede il diritto di microfono?
Chi concede il microfono decide come orientare l’opinione pubblica.
Decide cosa è “notiziabile” e cosa deve essere silenziato.
Decide se informare o creare spettatori passivi di siparietti in cui un reggi-microfono fa da amplificatore a quel che dice il politico di turno su questo e quello, così conosciamo cosa pensa Tizio e Caio su qualcosa ma non conosciamo ciò su cui Tizio e Caio hanno espresso giudizi.
Sappiamo, per esempio, che Letta è a favore di quel che definisce “ius soli”, mentre Salvini e Meloni sono contrari, ma in cosa consiste questo ius soli?
Mistero mediatico, così ciascuno può dire quel che vuole e chi ascolta si formerà un’opinione sulla base della simpatia che gli suscita l’affabulatore di turno.
Così, crisi di rappresentanza e crisi di rappresentazione sono due facce dello stesso problema, che si risolverà quando cominceremo a comprendere che una democrazia cresce solo se lo Stato investe sulla formazione del cittadino, a partire dalla scuola.
Perché la sovranità appartiene al popolo e ciò richiede che il popolo si prepari come un tempo si preparavano i rampolli dei sovrani.

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