di Anna Rita Rossi
Per portare un grande rispetto nei confronti di tutti occorre cominciare dai bambini. I bambini saranno le persone di questa grande e forte nazione che è l’Italia.
La scuola è aperta a tutti: lo dice espressamente l’articolo 34 della Costituzione.
Un’alternativa alla frequenza delle aule scolastiche è rappresentata infatti dall’istruzione parentale conosciuta anche come scuola familiare
Le tre ragioni principali per cui le famiglie decidono di educare personalmente i propri figli:
– Motivi religiosi
– Crescente insoddisfazione nei confronti del sistema scolastico carente sia didatticamente che strutturalmente
– Impossibilità di trovare una scuola valida nelle vicinanze della propria abitazione
Altre motivazioni altrettanto importanti possono essere:
– Maggiore libertà – alcune famiglie preferiscono gestire personalmente il tempo con i propri figli senza sottostare ad orari e a regole non condivisibili
– Rispettare l’individualità del proprio figlio – non tutti imparano con gli stessi ritmi e l’educazione parentale offre l’opportunità di seguire i tempi del singolo.
– Evitare gli episodi di violenza o di disagio come il bullismo
– Evitare le pressioni sociali del gruppo – fumo, droga, sesso precoce sono solo alcuni esempi.
– Rapido progresso in tutte le aree di studio.
– Più tempo per creare un forte legame familiare: l’educazione parentale permette di stare con i figli quando sono riposati e liberi dai “compiti a casa”, non solo al rientro da scuola o nei weekend.
– Affrontare e approfondire studi che solitamente non vengono svolti a scuola – per esempio musica, arte, educazione fisica ecc…
I bambini educati in famiglia imparano a gestire anche le attività quotidiane (riordinare, pulire, cucinare, costruire, ecc…) osservando i propri genitori in maniera naturale.
Aiutare in famiglia li rende responsabili e li fa sentire partecipi.
I bambini educati in famiglia comprendono che per ottenere una soddisfazione personale occorre impegnarsi e collaborare e danno un giudizio sulla qualità del loro lavoro comparando i risultati.
Esiste però un’altra motivazione:
Statisticamente si nota un maggiore senso di responsabilità da parte dei genitori stessi nei confronti dei propri figli.
Un numero crescente di famiglie si sta rendendo conto che l’educazione dei propri figli non può venire purtroppo più delegata. L’educazione parentale ci permette così,, in questo tempo di grande disorientamento sociale e di infinite sollecitazioni non sempre di buona qualità, di riflettere sulla responsabilità della formazione della vita di un’altra persona.
Molti adulti sono portati a pensare che l’educazione serva solo a trovare un lavoro, nonostante l’idea imposta di una precarietà persistente.
In maniera limitativa potremmo dire che per raggiungere questo scopo si deve attingere dalle conoscenze e dalle interazioni che oggi la scuola pubblica stenta a materializzare.
La scatola preconfezionata di saperi non messi al servizio di una formazione inter-disciplinare purtroppo si riduce al voto e manca di quei contenuti che un tempo hanno fatto della scuola italiana un’eccellenza.
Fondamentale per la crescita di una persona è l’acquisizione di valori, di un senso morale, di indipendenza, di autodisciplina, di responsabilità e dell’avere il coraggio di difendere le proprie convinzioni.
I nostri figli devono imparare a pensare,
devono conoscersi, accettare la loro unicità e comprendere quella degli altri.
I nostri figli sono i nostri figli
Ulteriori dettagli: https://www.miur.gov.it/istruzione-parentale
Nel solo Veneto 1300 famiglie hanno deciso di ritirare i figli da questa tragica scuola pubblica. È un segnale forte. Poi per ripartire occorre che anche sotto le bombe si studi come fu di esempio Luigia Tincani insegnando e Karol Wojtyla studiando