di redazione
Per la seconda volta, durante un’accesa audizione al Congresso sull’emergenza sanitaria da coronavirus, il senatore Repibblicano Rand Paul, del Kentucky, ha avuto un duro scontro verbale con Anthony Fauci, direttore del NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Disease). Fauci ha già perso molta fiducia, da parte della destra americana, dopo aver sminuito le valutazioni dell’ex presidente Donald Trump sulla situazione del COVID-19 e anche per aver coperto la presunta colpevolezza cinese sulle origini della pandemia e di non aver chiarito definitivamente cosa e come e quali collegamenti ci sono tra la ricerca scientifica americana e il laboratorio cinese.
Rand Paul ha accusato l’alto esperto di malattie infettive degli Stati Uniti – insieme ai finanziatori scientifici del governo – di finanziare la cosiddetta ricerca patogena Gain-Of-Function in Cina, un tipo di sperimentazione in cui i ricercatori migliorano la trasmissibilità, la virulenza o la gamma di ospiti degli agenti microbici, virus e batteri.
Durante il confronto, il senatore ha collegato il metodo di ricerca con una tesi: che la pandemia potrebbe essere stata causata da un incidente di laboratorio a Wuhan, in Cina.
Fauci, da parte sua, ha risposto a Rand Paul, “ufficialmente”, che il senatore non sapeva di cosa stava parlando.
La tesi che un incidente di laboratorio potrebbe essere responsabile del peggiore anno e mezzo che il mondo ha vissuto negli ultimi decenni ha ottenuto molto interesse dopo che imporanti scienziati hanno respinto un’indagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e il successivo rapporto che evidenzia ed indica l’origine naturale del virus come la spiegazione più probabile. Questo rapporto ha convinto un gruppo di scienziati a chiedere un’ulteriore revisione della ricerca sul laboratorio a Wuhan. Ma la cosiddetta “teoria della fuga dal laboratorio” è in realtà più un insieme di teorie che sostengono che la SARS-CoV-2, il virus che causa la COVID-19, ha iniziato la sua fase espansiva verso una pandemia globale da qualche parte in una struttura di ricerca.
In questo caso, il laboratorio colpevole è il Wuhan Institute of Virology, l’unico laboratorio cinese di livello 4 di biosicurezza. La prova di questa teoria sono i finanziamenti ai cosiddetti studi di Gain-Of-Function.
Il governo degli Stati Uniti ha finanziato esperimenti che hanno manipolato i coronavirus all’Istituto di virologia di Wuhan, i responsabili come Fauci non smentiscono questa accusa ma sostengono che quegli esperimenti non si qualificano come ricerca Gain-Of-Function, e, inoltre, che gli agenti patogeni manipolati non hanno scatenato la pandemia, una tesi questa si, riconosciuta dal senatore Rand Paul che ha dichiarato “Nessuno sta affermando che quei virus hanno causato la pandemia. Quello che stiamo affermando è che la ricerca sul Gain-Of-Function (guadagno di funzione) era in corso in quel laboratorio e il National Institutes of Health l’ha finanziata”.
I ricercatori di Wuhan stavano manipolando i coronavirus con i soldi degli Stati Uniti, ma non i virus che erano noti per colpire le persone. Il Gain-Of-Function è stato comunque ritenuto una causa possibile sulle origini del COVID-19 ed è ancora al centro della discussione.
È un collegamento che ha reso più difficile il dibattito sia sul metodo di ricerca, potenzialmente rischioso che sulle origini del COVID-19. Come per ogni problematica, per capire come il Gain-Of-Function e la teoria della fuga dal laboratorio si siano sovrapposti, bisogna analizzare passo dopo passo.
Le origini del guadagno di funzione. ( Gain-Of-Function)
Cosa è e cosa significa Gain-Of-Function? Non c’è una definizione unica, in ambito scientifico trattasi di ricerche su agenti microbici, virus e batteri, capaci di “acquisire delle nuove funzioni” ma in termini di politica governativa degli Stati Uniti e del dibattito sulla teoria della fuga dal laboratorio, Gain-Of-Function significa qualcosa di molto specifico: un esperimento condotto da ricercatori in cui un organismo microbico (batteri o virus) è ingegnerizzato in modo tale da ottenere una funzione che può migliorare la sua capacità di infettare, causare malattie o uccidere il suo ospite. La cosa più preoccupante è che la ricerca di Gain-Of-Function porta a potenziali pandemie patogene, simile a quella del Covid-19.
Sorveglianza dell’influenza aviaria a Bangkok, Thailandia
I ricercatori nel 2011 hanno usato esperimenti di Gain-Of-Function per dimostrare che il virus potrebbe essere reso più facilmente trasmissibile tra i mammiferi. Autore: Richard Nyberg / USAID. CC BY-NC 2.0.
Il Gain-Of-Function che coinvolge la creazione di potenziali patogeni pandemici viene resa pubblica nel 2011 a causa di una controversia su due documenti sull’influenza: uno guidato da Ron Fouchier, dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, l’altro da Yoshihiro Kawaoka dell’Università del Wisconsin-Madison e l’Università di Tokyo. Questi studi, entrambi finanziati dal National Institutes of Health degli Stati Uniti, hanno esaminato le potenziali mutazioni che potrebbero permettere all’H5N1, o influenza aviaria, di diventare un agente pandemico trasmissibile all’uomo nelle giuste circostanze, creando un virus con le giuste caratteristiche. In sintesi, gli studi hanno descritto dettagliatamente e con estrema precisione di un tipo di virus che la comunità scientifica e le autorità sanitarie ha temuto per anni. La loro pubblicazione ha causato un’intensa preoccupazione e una tempesta di critiche.
Il dibattito nel 2011 ha portato alla creazione del “Framework for Guiding U.S. Department of Health and Human”. Ente pubblico con un compito specifico, definire linee guida per orientare le decisioni sui finanziamenti e sulle proposte di ricerca sul potenziale dei virus dell’influenza aviaria altamente patogeno come il H5N1, trasmissibile tra i mammiferi attraverso le goccioline respiratorie.
Questo nuovo dipartimento non si è occupato di tutti gli esperimenti più comuni di Gain-Of-Function.
Gli scienziati continuano ad alterare la funzione degli organismi in modi che probabilmente avvantaggiano l’umanità, come permettere lo studio dei coronavirus attraverso lo sviluppo di un ceppo del virus respiratorio del Medio Oriente (MERS) che può infettare i topi, animali tipicamente usati per studiare le malattie virali ma che sono resistenti al coronavirus MERS, permettendo ai ricercatori di studiare meglio la malattia nell’uomo.
La ricerca Gain-of-function coinvolge molti tipi di esperimenti sui microbi che evidenziano una vasta gamma di rischi incluso i potenziali agenti pandemici.
Le scelte politiche, nel 2011 limitavano la ricerca solo sull’influenza ma non è stato così.
Un veterinario raccoglie campioni da un dromedario dopo che un caso di sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) è stato trovato in Yemen nel 2014. Autore: Awadh Mohammed Ba Saleh / CDC Global . CC BY 2.0.
Nel 2014, scattano una serie di allarmi sulla biosicurezza – prima hanno coinvolto l’antrace, poi l’influenza aviaria ed infine il vaiolo. Questi fatti hanno spinto il governo degli Stati Uniti ad imporre una moratoria sugli esperimenti “Gain-Of-Function” che riguardano la ricerca per il potenziamento e perfezionamento della virulenza o la trasmissibilità dell’influenza, o il coronavirus della SARS responsabile delle epidemie del 2002-2003 e il coronavirus MERS. Il governo ha messo in atto un processo deliberativo tra le Accademie Nazionali di Scienza, Ingegneria e Medicina e il National Science Advisory Board for Biosecurity per sviluppare una serie di raccomandazioni sulla valutazione dei rischi e dei benefici della ricerca sul guadagno di funzione in questi virus. Le attività di sicurezza, meglio nota come “HHS Framework for Guiding Funding Decisions about Proposed Research Involving Enhanced Potential Pandemic Pathogens”. La sua attuazione nel corso di quell’anno ha portato alla revoca della moratoria sul finanziamento del Gain-Of-Function alla fine del 2017.
Ma come funzionano i finanziamenti del governo americano?
Per giustificare il finanziamento alla ricerca Gain-Of-Function, il governo degli Stati Uniti ha definitio alcuni criteri.
In primo, il progetto deve essere rivisto in modo indipendente per essere scientificamente valido.
Secondo, l’agente patogeno da creare deve essere ragionevolmente giudicato come una fonte credibile di una potenziale pandemia umana futura. Terzo, una valutazione dei rischi potenziali complessivi e dei benefici associati al progetto deve determinare che i rischi potenziali rispetto ai benefici potenziali per la società sono giustificati. Quarto, non ci devono essere metodi alternativi fattibili e ugualmente efficaci per affrontare la stessa ricerca in un modo che ponga meno rischi dell’approccio proposto.
Il progetto deve anche soddisfare tre metodologie di processo gestionale e avere un laboratorio con un adeguato ed elevatissimo sistema di sicurezza, un piano di comunicazione responsabile per pubblicare i risultati, e un meccanismo di finanziamento con una supervisione efficace per la sicurezza. E infine, il progetto deve essere “eticamente giustificato”, anche se non è chiaro cosa significhi oltre i primi sette punti.
Cosa è successo da allora? Dopo la nuova politica di revisione e la revoca della moratoria, il mondo del Gain-Of-Function si è ritirato in silenzio, almeno in apparenza. Non è chiaro se condizionato perché non c’erano esperimenti in fase di realizzazione, o nuovi sviluppi. Le polemiche non sono mancate e tutte incentrate sulle indicazioni della politica per la nuova gesitone dei piani di ricerca. Ma è possibile, anche se non definitivo, che l’amministrazione Trump non si sia preoccupata del piani per la ricerca Gain-Of-Function, e altrettanto possibile che nessuno in un ruolo di supervisione della politica fosse particolarmente entusiasta di renderlo un problema a meno che non fosse necessario durante quel periodo.
Il 2020 segna un ulteriore cambiamento
I membri del comitato consultivo federale per la biosicurezza hanno sollevato preoccupazioni sulla trasparenza del processo di revisione del Gain-Of-Function. Il dibattito è alimentato dalle preoccupazioni che l’organismo che è stato istituito per valutare la ricerca, in passato, non ha diffuso pubblicamente i suoi risultati, i membri di tale organismo restano sconosciuti, e il numero di articoli che ha esaminato (e approvato o negato) erano altrettanto sconosciuti. Chi ha chiesto una maggiore trasparenza ha sottolineato l’importanza della costruzione della fiducia e nel fornire ai ricercatori che hanno studiato la biosicurezza, informazioni sul processo decisionale applicato alle revisioni del finanziamento del Gain-Of-Function.
Gli oppositori ad una maggiore trasparenza hanno notato che gli organi di revisione, a quel livello di governo sono raramente trasparenti come sperato dai proponenti, e Christian Hassell al Dipartimento della Salute ha affermato che rendere trasparente questo organo potrebbe dissuadere gli scienziati, i ricercatori dal servirlo. (Anche se queste condizioni non hanno mai fermato o rallentato, a nostra conoscenza, la voglia e l’interesse dei ricercatori a lavorare per la biosicurezza nel National Science Advisory Board).
Kenneth Bernard, attualmente membro nel consiglio, ha notato che c’erano potenziali rischi scientifici e di sicurezza associati alla rivelazione di informazioni sui tipi di ricerca in corso di revisione, tra cui far apparire gli Stati Uniti come se stessero conducendo un programma segreto di armi biologiche. Ma in un momento in cui i funzionari cinesi stanno sollevando domande su ciò che accade nei laboratori del governo degli Stati Uniti come Fort Detrick nel Maryland, una mancanza di trasparenza ha probabilmente reso quel problema ancora più grave nel 2021.
Scoppia l’emergenza per il COVID-19
Come spesso accade per la biosicurezza, gli esperti si sono affrettati a partecipare ai dibattiti sul Gain-Of-Function alla pandemia. Pochi hanno continuato a discutere le revisioni del Gain-Of-Function e la ricerca, da allora è rimasta in gran parte indiscussa, con l’eccezione della teoria che la SARS-CoV-2 è un prodotto di un esperimento di Gain-Of-Function.
Cosa hanno a che fare COVID-19 e il Gain-Of-Function l’uno con l’altro? Poiché la tesi che il COVID-19 deve essere sfuggito dall’Istituto virologico di Wuhan abbia ottenuto il sostegno del pubblico e di alcuni membri del Congresso, i dibattiti sulla ricerca sul Gain-Of-Function sono ritornati ad essere un punto di discussione importante.
Dopo la dichiarazione del senatore Raud Paul che il National Institutes of Health ha finanziato la ricerca sul Gain-Of-Function, applicata nel laboratorio di Wuhan, ai dibattiti sulla tesi che sul virus SARS-CoV-2, l’analisi e gli studi sul “sito di scissione della furina” mostri segni di ingegneria genetica, le conversazioni sulla teoria della fuga dal laboratorio e sul Gain-Of-Function si sono completamente sovrapposte.
Ma questa connessione è ancora dubbia. Non c’è alcuna evidenza scientifica che un’ipotetica fuga dal laboratorio debba essere il risultato di un esperimento di Gain-Of-Function. Molti sostenitori della teoria ammettono semplicemente il potenziamento evitando di mostrarne la prova e dimenticano che la sicurezza del laboratorio non ha bisogno di esperimenti di Gain-Of-Function per essere il criterio più importante.
I temi politici e gli interessi scientifici hanno generato molta confusione per comprendere la ricerca di laboratorio così come con il metodo del Gain-Of-Function confonde le acque intorno alle origini del COVID-19.
Tutto questo caos comunicativo alimenta i dibattiti che fraintendono i rischi della ricerca nelle scienze della vita. Qualsiasi discussione sulla teoria della fuga dal laboratorio dovrebbe infatti essere divisa in due questioni ben distinte, la prima, se il virus è emerso da un laboratorio; la seconda, che tipo di esperimento potrebbe aver generato o creato il Covid-19.
Ad oggi, esaminando la documentazione a disposizione non è possibile bocciare questa tesi – che un esperimento di Gain-Of-Function sia da imputare come causa per la pandemia di COVID-19. Ci sono diversi articoli pubblicati con molti dettagli per dimostrare che la possibilità di ingegneria non è bassa.
Dall’altra parte, una recente revisione di questi argomenti da parte del biologo dell’Università di Sydney Edward Holmes conferma le origini zoonotiche (naturali) del virus SARS-CoV-2 escludendo da qualsiasi ruolo il Gain-Of-Function.
Il rapporto di Holmes evidenzia che gli elementi di base della SARS-CoV-2 non sono coerenti con la limitata ricerca sul Gain-Of-Function condotta all’Istituto di virologia di Wuhan, il che significa che anche l’esistenza di quella ricerca non si collega al COVID-19. Raramente esistono certezze nella scienza, specialmente nelle scienze della vita, ma sembra che la ricerca Gain-Of-Function non sia il responsabile per la pandemia.
Affinché i ricercatori siano impegnati in un esperimento sul Gain-Of-Function all’Istituto di virologia di Wuhan che ha portato a una fuga dal laboratorio, si dovrebbe accettare che si sia verificato un insabbiamento degli eventi, in sintesi nascondere la verità e non solo, si sarebbe dovuto mascherare un esperimento segreto e altamente tecnologico a fronte di ingenti risorse economiche, ma non così importante da indurre gli scienziati ad eliminare qualsiasi traccia e non abbiano mai cercato di pubblicare nessuno dei loro risultati.
Ma il lavoro di Holmes, nelle ultime settimane è stato rispedito al mittente, la teoria del Gain-Of-Function sembra essere diventata la tesi principale di molti scienziati e di alcuni commentatori politici.
Nonostante l’incertezza scientifica e il dibattito in corso, alcuni analisti sono già arrivati al punto di attribuire la colpa, per una potenziale fuga di notizie dal laboratorio, alle comunità scientifiche. A volte, alcune persone semplicemente vogliono o hanno bisogno che COVID-19 sia tutt’altro che naturale, perché altrimenti la società dovrebbe accettare che a volte la natura è proprio cattiva. Ma voler credere che gli agenti patogeni naturali non siano così letali o volere qualcuno da incolpare per questi pazzi 18 mesi non è una ragione per credere che solo gli umani possano aver creato questo virus.
Mentre il mondo, per fortuna, non ha ancora conosciuto una pandemia causata da un virus alterato, c’è stata una pandemia umana e un’epidemia animale causata probabilmente dalla fuga in laboratorio di virus naturali.
È probabile che la pandemia di influenza del 1977 sia sfuggita da un laboratorio, forse durante lo sviluppo del vaccino. Un’epidemia di afta epizootica del 2007 è stata causata da un tubo difettoso al Pirbright Institute, un centro di ricerca sulle malattie in Inghilterra, che ha portato a 276 bovini infetti in 9 fattorie. Nel primo caso, la genetica del ceppo dell’influenza ha mostrato che era più strettamente legato ai ceppi circolanti nel 1950, piuttosto che ai ceppi contemporanei. Nel caso dell’afta epizootica, l’analisi genetica ha anche rapidamente identificato il Pirbright Institute come la probabile fonte dell’epidemia, anche se le indagini sono continuate.
I due casi mostrano che i virus naturali tenuti nei laboratori per lo studio, i campioni di riferimento e la ricerca di base sulle malattie comportano alti rischi che vale la pena rivedere. Dal momento che l’Istituto di virologia di Wuhan era un punto di raccolta centralizzato per lo studio e per la conservazione di campioni di coronavirus, in molti modi questo tipo di fuga dal laboratorio sarebbe più probabile di un esperimento di Gain-Of-Function, anche se ancora non definitivamente provato.
Due cose importanti emergono da questo. La prima è che anche se ci fosse la prova definitiva di una fuga dal laboratorio di qualche tipo, a parità di altre cose sembra molto meno probabile che questa fuga dal laboratorio sia il risultato di esperimenti di Gain-Of-Function, e più probabile che sia il risultato delle normali funzioni di laboratorio nella raccolta e l’analisi di patogeni da ospiti animali. Questo era lo scopo primario dell’Istituto di virologia di Wuhan; è un laboratorio costruito vicino ad una nota fonte di coronavirus e altre malattie infettive.
Si può solo immaginare come il profilo di rischio aumenterebbe se i ricercatori dovessero sempre spedire per le analisi, quei campioni, migliaia o decine di migliaia di chilometri più lontano.
Per gli studiosi e la politica ha senso avere un laboratorio a Wuhan, ma non è un’attività priva di rischi.
Una domanda che ci siamo posti sulla teoria della fuga dal laboratorio è “una fuga dal laboratorio è un evento gravissimo. Ma gli esperimenti di Gain-Of-Function sono anch’essi un fatto gravissimo.
Le pandemie da tempo sono una preoccupazione – una fuga dal laboratorio è da tempo una preoccupazione.
E la supervisione per la sicurezza sanitaria di entrambi questi problemi rimane frammentata e debole.
Il COVID-19 fa paura. Gli esperimenti Gain-of-function sono spaventosi. Ma non tutte le cose spaventose sono collegabili. È possibile che il COVID-19 sia il risultato di una fuga dal laboratorio? E se lo fosse, ci sono ragioni per credere che questa fuga dal laboratorio sia il risultato di un esperimento di Gain-Of-Function?
Non c’è niente di particolare negli esperimenti di Gain-Of-Function che li renda più probabili di causare una fuga dal laboratorio rispetto a qualsiasi altro tipo di esperimento sugli agenti patogeni.
Alla fine, la comunità scientifica e quella politica hanno un forte interesse a continuare il dibattito sull’evidenza sia sulle origini del COVID-19 sia sugli esperimenti di Gain-Of-Function. Comprendere le origini del COVID-19 ci aiuterà a rilevare e a prepararci per future pandemie. Concordare delle linee guida internazionali sul Gain-Of-Function incoraggerebbe una ricerca sicura e responsabile ma è necessaria? Quali sono le sue vere finalità?
Tuttavia, al fine di continuare entrambe le discussioni, i ricercatori, i politici e i finanziatori devono separare le due cose l’una dall’altra e dalle altre forme di ricerca di laboratorio. Confondere le due cose non aiuta nessuno, e probabilmente rende più difficile risolvere entrambi i problemi.
Lettura suggerita: https://www.sovranitapopolare.org/2020/03/14/i-virus-non-riconoscono-il-nemico-italia-svegliati/
Fonte
https://www.nih.gov/news-events/gain-function-research-involving-potential-pandemic-pathogens
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26320212/
https://thebuletin.org/2021/08/covid-19-lab-leak-theory-gain-of-function-is-a-hot-topic-but-a-bad-explanation/
https://www.nhmrc.gov.au/about-us/news-centre/gain-function-research-review
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