di Maurizio Torti
Cosa significa e cosa si intende per embargo?
Da secoli definito semplicemente come assedio, una strategia di guerra, in seguito gli stati, riconoscendosi nelle Nazioni Unite hanno definito l’embargo in due atti specifici: il primo, uno stato dispone il sequestro di navi mercantili estere ancorate nei suoi porti o presenti nelle sue acque territoriali, o impedisce loro di allontanarsene, ma anche come atto di rappresaglia o di pressione politica nei confronti di un altro stato.
Il secondo atto è un provvedimento con cui uno stato o un gruppo di stati vieta l’esportazione di armi, munizioni e di qualsiasi prodotto che possa servire alle nazioni in guerra o anche fuori da eventi bellici, delibera la sospensione di forniture di determinate merci per esercitare su una nazione pressioni o ritorsioni di natura politica: l’embargo del grano, del petrolio e sull’oro, divieto di esportazione del metallo, decretato da uno stato a difesa della propria riserva aurea.
C’è un’altra definizione dell’embargo, pochi la conoscono, ed è nel linguaggio giornalistico, impedimento posto alla diffusione e alla pubblicazione di una notizia prima di un termine stabilito: la trasmissione è una violazione di embargo.
Dagli anni 90 gli embarghi sui trasferimenti di armi, sono stati uno degli strumenti a cui si è fatto spesso ricorso, principalmente dopo la fine della guerra fredda, per garantire la sicurezza internazionale attraverso il divieto di trasferimenti di armi verso uno Stato. L’embargo delle armi è diventata la barzelletta del secolo.
Il Sipri di Stoccoma e l’Università di Uppsala hanno realizzato un report intitolato “Gli embarghi delle Nazioni Unite” sono stati presi in esame ventisette casi ai quali sono abbinati undici studi resi noti successivamente alla pubblicazione del rapporto: Libia, Ruanda, Sierra Leone, Sudan, Somalia, Eritrea-Etiopia, Haiti, Liberia, Yemen, Afghanistan ed ex-Jugoslavia.
Raccontare nel dettaglio tutte le violazioni dell’embargo di armi diventa quasi impossibile, forse mille pagine di Sovranità Popolare ma non chiudiamo gli occhi sul nostro paese. L’Italia ripudia la guerra, ma vende le armi a: Emirati Arabi, India, Arabia Saudita, Yemen, Egitto, Turchia e Pakistan.
L’industria italiana di armamenti impegna 150.000 persone. L’azienda più importante è Leonardo, con oltre 3,2 miliardi, opera in altri settori come i sistemi spaziali e satellitari, navali, terrestri e nelle telecomunicazioni. Nel 2018 le forze armate italiane hanno partecipato a 36 operazioni in 23 stati di tre continenti, impiegando 6400 soldati. Pochi giorni fa si sono concluse le manovre militari nel Mar Nero, Sea Breeze 21, guidate dagli Stati Uniti e dall’Ucraina, l’Italia ha partecipano con una unità navale. Quali altre aziende italiane producono e vendono armamenti? Rwm Italia 294 milioni, Mbda Italia 234 milioni, Iveco Defence 200 milioni, Rheinmetall Italia 188 milioni, Beretta 76 milioni e Piaggio Aero 58 milioni. Nel 2018 il 70% del nostro mercato l’ha coperto Leonardo, che è controllata al 30% dallo Stato. Chi deve controllare è anche il controllato, ed è facile chiudere gli occhi quando in ballo ci sono tanti soldi”.
Quante violazioni dell’embargo di armi sono state compiute dall’Italia” Chi decide sull’inizo o la fine di un atto di embargo? Può essere deciso dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dall’Unione Europea. Durante la guerra fredda, il diritto di veto paralizzò, di fatto, l’attività del Consiglio di Sicurezza, e furono emesse raramente decisioni vincolanti (contro la Rodesia del Sud e contro il Sudafrica). Ma siamo veramente sicuri che sia così? Siamo soddisfatti e condividiamo il comportamento di alcuni stati all’interno del Consiglio di Sicurezza?
23 giugno 2021 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite vota sulla necessità di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba.
184 paesi sono favorevoli, Brasile, Ukraina e Colombia astenuti, votano contro Stati Uniti ed Israele.
E’ un fatto storico, è una vittoria per Cuba e l’isolamento di Usa e Israele è un risultato palese, univoco e importante.
Dal 1961 gli Stati Uniti impongono l’embargo a Cuba ma non sono riusciti a scalfire la dignità dei cubani e lo hanno dimostrato sui temi sanitari ed umanitari i medici di Cuba, citati in tutto il mondo per la loro competenza e generosità e per aver costituito delle vere e proprie “brigate della sanità” nei paesi che avevano più bisogno, compresa l’Italia.
Nel mondo che desideriamo non è più accettabile essere governati da poche decine di uomini, noi siamo una moltitudine, siamo miliardi di cittadini.
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