di Vittorio Nicola Rangeloni
Nel pomeriggio di ieri le forze armate d’Ucraina hanno aperto il fuoco verso Kominternovo, piccolo villaggio della Repubblica Popolare di Donetsk. Due civili, un uomo e una donna di classe 1963 e 1964, hanno riportato ferite e sono stati ricoverati in ospedale. Sono risultati inutili i tentativi dei medici di salvare la vita alla donna, deceduta questa mattina.
Negli ultimi giorni si è registrato un nuovo aumento delle ostilità. Solamente tra giovedì e venerdì otto miliziani della Repubblica Popolare di Donetsk sono rimasti uccisi dal fuoco ucraino. Quattro di essi erano medici militari, accorsi ad evacuare un miliziano ferito, dopo aver richiesto una tregua alla controparte ucraina. Nonostante la conferma di questa tregua, con in supporto di un drone per correggere i tiri di mortaio, è stato aperto il fuoco contro l’automobile su cui i medici militari si apprestavano a raggiungere le posizioni al fronte. Kiev ha negato le proprie responsabilità in merito all’accaduto, affermando che l’auto dei miliziani fosse esplosa su una mina anticarro. Successivamente l’intelligence della DNR ha pubblicato le riprese aeree dimostrando le responsabilità ucraine.
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