di Stella Khorosheva
Sono trascorsi quasi due anni, dopo una durissima prova siamo tutti abbastanza stanchi, ora possiamo riprendere a vivere, siamo rinati e ne giova la nostra morale ed il nostro fisico ed estetico.
La sera del 17 luglio del 2021 è stata un vero sollievo, la rinascita al parco di Villa Braila a Lodi dove ci ha accolto in tutta la sua bellezza, anche se era illuminato solo dalla luce delle stelle e con tutte le giuste precauzioni per seguire le raccomandazioni sanitarie, siamo andati al teatro.
Tanti Lodigiani, famiglie e bambini hanno conosciuto le storie di altri bambini vissuti nel lontano 1850, Igluscia di 12, Pavluscia di 12, Costia di 10, Fedia di 14.
Durante quegli anni era piuttosto nomale che i bambini lavorassero sodo senza guardare l’età e l’orario. Solo uno su questi cinque non aveva un lavoro e tutto quanto accadeva durante l’impero russo.
“Un cacciatore perduto nella notte si imbatte in un gruppo di bambini contadini che siedono attorno al fuoco, fanno la guardia ai cavalli e si raccontano storie terribili sui goblin, sirene, brownies e altri spiriti maligni. Il più piccolo, Vania di 7 anni faceva fatica ad ascoltare, gli si chiudendo gli occhi per il gran sonno e sporadicamente alzava la sua testa riccia e bionda”.
Si può solo ammirare la filosofia e la fantasia che liberano i piccoli lavoratori non curanti dei pericoli notturni nascosti tra gli alberi e le siepi, dalla presenza di lupi e senza certezza di un domani.
Meno di 100 anni dopo, i tempi sono cambiati, i piccoli andavano a scuola e da grandi avevano un lavoro, ci era tutto per le vacanze e per lo sviluppo… ma oggi altra volta non è più una certezza per nessuno e immaginare il futuro è sempre più difficile.
Forse basta fare come i piccoli lavoratori, non si lamentavano ma con l’ironia si acconfrontavano tutto che inconprensibile per loro affrontando le difficoltà con dignità e sprigionando tanta fantasia, questa è ancora oggi la grande differenza che distingue un adolescente da un adulto.
Ma siamo pronti a ritornare al buon futuro?
La storia è stata raccontata da due voci: maschile e femminile e dai suoni della natura, componendo così una magica atmosfera per cui la teatralità ha toccato tutti noi incantati da quel mix di suoni e colori. La natura aiutava alla notte teatrale risvegliare l’anima sensibile tramite grande l’impegno dei artisti.
L’opera è tratta da un racconto dello scrittore russo Turghenev, per chi vuole approfondire suggerisco di scoprire «Note del cacciatore».
L’azione nasce nell’ambito del progetto Scuola Popolare della Camera del Lavoro di Lodi e segna la ripresa dell’attività teatrale del Laboratorio degli Archetipi. Drammaturgia ideata da Giacomo Camuri insieme a Marco Pepe. Due attori Marco Pepe e Michelangiola Barbieri Torriani. Maschere ideate da Sabrina Inzaghi, Musicha di Emanuele Chiaramonte e degli effetti di luce creati da Andrea Butera.
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