Stà cedendo il muro che fino a questo momento ha tenuto bloccato il mercato del lavoro, per evitare un bagno di sangue e la classica macelleria sociale. Problema: il Governo sa bene cosa succederà e come farvi fronte ma le pressioni di Confindustria sono forti. E come fronteggiare un’eventuale emorragia di posti di lavoro?. A oggi non si vede neanche l’ombra di un piano per il dopo. Nessuno ha ancora formulato una concreta proposta di ammortizzatori sociali e piani di incentivo per i re-impieghi. Non lo ha fatto il Governo. Ma neanche i partiti, i singoli esponenti politici, i sindacati, la Confindustria, le altre associazioni datoriali come Confartigianato o Confapi. Neppure singoli autorevoli studiosi, centri studi, centri di ricerca, università. Niente di niente.
Siamo sicuri che questi soggetti possono continuare a rappresentarci? Possono continuare a difendere i nostri diritti e a gestire le nostre vite?
Nessuno lo sa. Ma la resa dei conti arriverà. Un anno di emergenza sanitaria, un anno di mercato del lavoro finito sotto anestesia dopo il blocco ai licenziamenti voluto dall’allora governo Conte lo scorso maggio. Da allora, cambio di esecutivo a parte, tutto o quasi è rimasto fermo. Le imprese e l’industria italiana non hanno voluto/potuto varare piani esuberi, nonostante i fatturati ridotti allo zero ma per alcune multinazionali italiane e non solo, i conti sono cresciuti tantissimo. E soprattutto non hanno voluto dotarsi di nuove e specifiche competenze, vista l’impossibilità di realizzare i piani di uscita ma si potevano preparare, non era difficile prevenire e creare scenari possibili durate la crisi sanitaria. Ora però, un passo alla volta, il mercato del lavoro potrebbe tornare al suo equilibrio naturale, fatto di, scivoli, uscite, pre-pensionamenti in favore dell’ingresso di nuove risorse. E forse il problema sta proprio qui. Parti sociali, governo, economisti, conoscono bene come affrontare la situazione e non lo dicono? Chissà. Ammesso e non concesso che Palazzo Chigi tiri fuori dal cassetto un’altra proroga di tre mesi. Ma tanto prima o poi il mercato dovrà tornare agli antichi equilibri. E allora? per ora il buio totale.
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