di Massimo Franceschini
Non comprendere le reali esigenze del Paese sarebbe un grave ed imperdonabile errore politico Sono onorato di poter riprendere la collaborazione con questa rivista, nel frattempo notevolmente cresciuta in quantità e qualità. Lo faccio in un momento politico che reputo assai insidioso, anche da un punto di vista sociale e culturale: penso alla continua distruzione – accelerata in modo repentino con l’“emergenza” sanitaria – di quei diritti civili e sociali che, pur con tutte le parziali e contraddittorie attuazioni, avevano in qualche modo caratterizzato il mondo post Seconda Guerra Mondiale. Così, quel grande “reset” paventato a Davos, altro non può essere inteso se non come inizio di un percorso che potrebbe culminare con l’instaurazione di un potere globale tecnocratico, splendidamente servito sul “piatto d’argento” del terrore virale. La constatazione dell’enorme pervasività del pensiero unico dominante apparentemente “progressista”, non lascia ben sperare sulla capacità di riscatto politico delle società civili: strette fra errate considerazioni in economia che impediscono di pensare ad una prosperità costruita su monete e politiche sovrane, subito possibili con un po’ di “sforzo” anche nella UE, coartate da un’etica di “responsabilità vaccinal-sociale” del tutto distorta sia scientificamente, sia giuridicamente, sono anche assai “mal servite” da chi, potenzialmente, potrebbe favorire una politica del tutto nuova culturalmente, organicamente trasparente e costituzionalmente sovrana e, soprattutto, di un certo peso elettorale. Infatti, pragmaticamente, il vero problema politico del nostro Paese è presto detto: manca un Partito Unitario di Liberazione Nazionale, come ad esempio da me illustrato nel recente omonimo libro: una formazione unitaria, potenzialmente in grado di captare tutto il panorama politico, culturale ed associativo costituzionalmente orientato; anche capace di intercettare i cosiddetti “delusi”, stavolta assai numerosi se consideriamo quelli di 5 Stelle, Lega e Fratelli d’Italia. Una formazione del genere, sarebbe non solo in grado di crescere attraendo una parte della cosiddetta “maggioranza silenziosa”, ma potrebbe divenire, data la grandezza potenziale, un faro politico, culturale ed operativo non indifferente, capace di ergersi come sponda di sostegno, difesa, collegamento e proposta alla società civile, organizzata e non. Tutto questo, in breve tempo, diventerebbe un “affare” inevitabile anche per i media mainstream, un soggetto comunque dotato di un suo media, capace di iniziare varie tipologie di pressioni su politica ed Istituzioni ben prima della scadenza elettorale.
Infatti non dobbiamo dimenticare che, vista la velocità con cui il sistema corporativo globale si sta muovendo verso l’“internet tecnocratico delle cose” stile Cina, la prossima tornata elettorale si svolgerebbe in una situazione socio-politica ancor più disastrata di quella odierna, anche da un punto di vista democratico. La domanda che si pone quindi è: cosa dobbiamo fare per dare una speranza al Paese? Dal mio punto di vista, la cosa è abbastanza semplice, anche se contemporaneamente difficile, viste le divisioni ideologiche, personalistiche ed il proliferare dei “luoghi virtuali di esistenza”. Infatti, dobbiamo certo riflettere sugli effetti di internet e dei social media che, a ben vedere, hanno contribuito ad una sostanziale falsa percezione di vitalità, non avvalorata dalla reale rispondenza sociale, per non dire elettorale: i caldi e rassicuranti “luoghi” virtuali hanno probabilmente ingenerato percezioni di vitalità e forza del tutto ipotetiche, lontane da un reale “possibile”. L’unica strada, alla quale sollecito quanti in grado di farsene portavoce presso le “giuste” orecchie, a mio modo di vedere potrebbe essere la seguente: dovrebbe formarsi un comitato autorevole di personalità culturali, giuridiche e politiche, capace di essere preso in considerazione dal panorama politico, culturale ed associativo costituzionalmente orientato per iniziare una veloce fase costituente, come da me illustrata anche nelle fasi organizzative e procedurali. Per essere inclusiva e non facilmente delegittimabile dalla propaganda del sistema, tale soggetto dovrebbe rivolgersi in maniera autorevole, ma comprensibile, abbandonando gli “ismi” ed intellettualismi di stagioni politiche ormai passate, per guardare ai valori universali della nostra Costituzione e farne quel programma attuativo di “riscatto sovrano”, che è già scritto nei suoi valori ed articoli fondamentali. Il soggetto politico da me auspicato, dovrebbe anche darsi necessariamente pace riguardo questioni relative a posizionamenti geo-strategici, ora del tutto fuori da ogni reale controllo e proposizione, questioni che potrebbero essere anche divisive vista l’oggettiva occupazione del nostro Paese da parte della NATO, che però non può giustificare il contemporaneo “innamoramento” per la Cina da parte di altri “sovranisti”. In conclusione, esorto tutti quelli che potrebbero essere in grado, in qualsiasi modo, di favorire quanto da me brevemente illustrato, ad iniziare immediatamente a darsi da fare: non comprendere la necessaria urgenza e contemporanea qualità consapevole nell’azione necessaria, è un errore che il Paese non può più permettersi.
Tanto d’accordo che con giuristi costituzionalisti e altre personalità stiamo pensando alla costruzione di un Comitato Costituzionale di Liberazione Nazionale. Pieno accordo anche sul “programma”.
Ciao Lidia bene allora se ti fa piacere tienici aggiornati, oppure se preferisci scrivi e noi pubblichiamo
Grazie. Quando sarò nelle condizioni di farlo, scriverò con molto piacere. Ora siamo in fase di discussione.
Ciao pioi proporre i dubbi e i punti in discussione magari è utile per una condivisione maggiore. Attendiamo con interesse
Ho saputo che “Liberiamo l’Italia” ha fatto un accordo con Vox Italia e voleva fare anche un accordo con FSI ( Fronte Sovranista Italiano ) che ora si fa chiamare “Roconquistare l’Italia” ma gli hanno dato picche, convinti che da soli prima o poi faranno sfraceli, sbagliatissimo, “Liberiamo l’Italia” aveva già fatto accordo con Italexit di Paragone ma giustamente ci ha ripensato visto l’atteggiamento negativo di Paragone:
https://www.liberiamolitalia.org/2020/12/03/il-partito-mai-n-a-t-o/
A sua volta, è notizia recente, che Vox Italia si è divisa in due, quella più autenticamente sovranista rimane quella che fa capo a Toscano e Fusaro, l’altro quello fake sovranista fa capo all’Avv. Marco Mori che farà accordo con Paragone e l’aderenza alla NATO per loro è un punto fermo.
Ergo, sulla base di questi fatti, è un peccato che queste tre forze iniziali non siano già unite e addirittura una delle tre, Vox Italia, già si è divisa in due, peccato anche che “Riconquistare l’Italia”, ex FSI, voglia correre da sola a tutti i costi.
Come se ne esce? Un primo passo potrebbe essere la fusione fra “Liberiamo l’Italia” e la parte di Vox Italia quella più autenticamente sovranista che fa capo a Toscano e Fusaro, una volta fatto questo potrebbero allearsi e/o fondersi con questo prossimo Partito Unitario di Liberazione Nazionale,insomma, l’unione fa la forza!!
Manovre in corso questo sicuramente. Prima delle prossime elezioni c’e’ ancora un po’ di strada. Tutto e’ possibile