Malattia e Libertà

Apriamo la porta, spezziamo le catene e andiamo verso l’aria aperta per respirare aria pura

di Pierluigi Paoletti

“La malattia del nostro tempo è la mancanza di significato della vita, e questa mancanza di significato ha sradicato l’uomo dal cosmo. La mancanza di significato è il prezzo che l’umanità ha dovuto pagare per il suo tentativo di evitare la responsabilità.”   Thorwald Dethlefsen

Non c’è dubbio che questo periodo rimarrà nella storia del genere umano. Come verrà ricordato dipenderà tutto dalle scelte che faremo e come risponderemo alle forti provocazioni di questi eventi.

Potrebbe essere ricordato come il periodo in cui tutto il mondo venne messo in ginocchio da un virus malefico che nemmeno i vaccini riuscirono a debellare, oppure rimanere nei libri di storia come quel momento storico in cui le persone iniziarono a prendere coscienza di ciò che nelle loro esistenze non andava e cominciarono a porvi rimedio rivedendo le loro convinzioni e il loro modo di vivere.

La malattia in una visione olistica, non è mai cattiva perché è solo la manifestazione materiale di quei conflitti, delle nostre paure, che ci ostiniamo a non voler vedere e risolvere. Se questi conflitti venissero portati alla coscienza per essere elaborati e gradualmente superati, la malattia non avrebbe più ragione di esistere perché corpo e coscienza sono in armonia.

La differenza di questo momento storico così particolare è che oggi ci dobbiamo confrontare con la malattia non solo a livello individuale, ma tutti insieme e tutti nel medesimo momento. Questo vuol dire che la malattia ci spinge a riflettere profondamente sul nostro attuale modello di vita, sui nostri valori, la qualità delle relazioni e le nostre priorità sia a livello individuale che collettivo.

Ovviamente possiamo ignorare il messaggio profondo della malattia che come collettività siamo chiamati ad elaborare e tranquillamente prendere uno dei tanti vaccini sperimentali per continuare le nostre vite come se niente fosse accaduto, ma dobbiamo fare molta attenzione perché in questo caso non potremo liberarci dalla malattia che continuerà ad inviarci messaggi sempre più pesanti fino a quando non si risolveranno i conflitti che l’hanno generata.

Il mondo di oggi purtroppo è orientato a rifiutare i segnali, rifuggire dalla malattia e soffocare i sintomi. Soprattutto gli esseri umani si rifiutano di confrontarsi con le conseguenze che i loro comportamenti hanno generato, andando addirittura contro quelle che sono le leggi naturali come se gli esseri umani fossero superiori a quelle leggi universali. Un po’ per convenienza, un po’ perché così fan tutti, un po’ per la pigrizia di dover affrontare i cambiamenti necessari a riallinearsi con la natura e così via.

Così facendo abbiamo permesso ai nostri stili di vita di violentare la natura, cementificandola, creando cibi geneticamente modificati, irrorando di veleni i nostri campi, avvelenando le nostri fonti d’acqua. Addirittura si sta cercando di modificare il DNA umano, senza conoscerlo nemmeno perché gran parte di esso lo definiamo con disprezzo “spazzatura”.

Abbiamo permesso a organismi privi di anima come le corporations, di avere diritti al pari degli esseri umani, di crescere a dismisura fino al punto di organizzare la nostra vita e sostituirsi alla politica, di calpestare i diritti umani in nome di un’economia basata solo sul profitto e la sopraffazione.

I nostri corpi si sono progressivamente indeboliti alimentati da cibi industriali privi di energie vitali, imbottiti di veleni e di grasso; respiriamo l’aria inquinata delle nostre città e le nostre coscienze si sono assopite nel sonno ipnotico causato dal martellamento mediatico. Ci siamo dimenticati della compassione e dell’Amore per seguire solo il benessere materiale dato dal denaro.

Tutto ciò ha generato conflitti interiori perché nel nostro intimo sappiamo che questa non è la vita per cui siamo venuti su questo pianeta e il costo di tutto questo è proprio la malattia e per alcuni, la morte prematura.

Il primo passo per iniziare a guarire e diventare immuni alla malattia, qualsiasi forma abbia, è quello di prendere coscienza di tutto ciò, informarsi e prendersi la responsabilità delle proprie azioni smettendo di alimentare tutte quelle abitudini che ci stanno uccidendo. Dopo questo primo grande passo, dobbiamo attivare la nostra volontà e dirigerla verso quelle cose che ci  portano benessere come passare più tempo all’aria aperta, mangiare sano, respirare aria pura e così via.
All’inizio non sarà semplice perché vivremo crisi di astinenza come tanti tossici che cercano di disintossicarsi, le nostre droghe sono la televisione, i social, gli zuccheri, i cibi industriali, il lavoro…il denaro.

Dovremo tagliare le dipendenze che giorno dopo giorno abbiamo permesso di prendere il controllo delle nostre vite e ridare il giusto peso agli affetti, alle relazioni.

Una delle dipendenze più difficili da debellare è quella di delegare la nostra vita e le nostre scelte a qualcuno, sia essa la politica, la religione, l’economia, la medicina, la scienza.

Ci si accorgerà che quello che ha il maggior valore non è il denaro, ma il nostro tempo e come lo impieghiamo. Soprattutto ci accorgeremo che quello che ci fa stare bene è la quantità di Amore e passione che mettiamo nel fare le cose e non il ritorno economico che ci danno.

Un avvertimento però va dato: chi comincia questo percorso di ritorno in sé, non può tornare più indietro. Il cambiamento quando inizia, diventa irreversibile e niente può tornare come prima. Il primo periodo non è piacevole perché ci fa uscire da tutto ciò che conosciamo per sperimentare strade e modalità nuove. Una sorta di terremoto emotivo che mette in discussione e rivolta tutti gli aspetti della nostra vita. L’unico suggerimento è quello di non provare a fare resistenza perché il cambiamento in sé non è doloroso, ma lo diventa se gli si resiste.

Poi finalmente tutto si calma e la sensazione che si prova è quella di chi riesce a vedere le cose più nitide, i pensieri come i colori, esattamente come accade quando torna il sole dopo una giornata di pioggia.
Si diventa più sensibili e ci si accorge subito dei tentativi di manipolazione e delle cose dissonanti.

Le cose iniziano a manifestarsi per come effettivamente sono e non come qualcuno le vuole far apparire e solo allora si comprende il significato più profondo della favola del bambino che vede l’imbarazzante nudità del Re, mentre tutti gli altri lo vedevano vestito di ermellino.

Si apprezza di più la vita all’aria aperta, il movimento e si fanno nuovi amici più in armonia con quello che stiamo diventando. Ricordiamoci che se fino a poco tempo fa questo era un percorso solitario e individuale, oggi è diventata una strada da percorrere collettivamente che richiede di ripensare le modalità della nostra vita comune, di rinnovare anche le istituzioni e le leggi che non ci rispecchiano più perché siamo profondamente cambiati e con loro il nostro rapporto con Dio e Madre Terra e le nostre relazioni economiche. In questo  cammino collettivo siamo anche chiamati a supportarci, comprenderci, guardandoci con indulgenza e aiutarci a vicenda perché è proprio la cosa che vorremmo che gli altri facessero con noi.

Una completa rEvoluzione che ci porta a sentire quanto siamo tutti collegati e finalmente a riconoscere che il motore di tutto è l’”Amor che move il sole e l’altre stelle” il verso con cui Dante chiude la sua Divina Commedia.

Se scegliamo questa strada, i libri di storia riporteranno come questa malattia fu il catalizzatore del cambiamento che portò il genere umano a ritrovare l’armonia, l’equità e la giustizia.

“È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate a fare cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi ”   Gianni Rodari

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