di Francesco Cappello
I vaccinati s’infettano con varianti naturali del virus. Essi, perciò, piuttosto che arrestarne la diffusione, alimenteranno la sua circolazione, dandogli continuità con le fasi precedenti. Inoltre i vaccinati possono produrre varianti da vaccino resistenza e andare incontro a potenziamento della malattia nel momento in cui dovessero contagiarsi con una delle varianti in circolazione. Un circolo vizioso infernale che potrà tornare a riempire le terapie intensive.
Il Sars Cov-2 non ha una sua individualità definita. Chi ne viene a contatto si infetta piuttosto con una pluralità di Sars Cov-2. [vedi Verso la prima ondata artificiale da vaccino]. Si tratta di una popolazione virale che viene selezionata dal sistema immunitario dell’ospite umano.
Ci si vaccina contro un virus che non esiste più, quello della prima ora. I vaccinati saranno soggetti ad infettarsi con le varianti del virus in circolazione. Quando accadrà rischieranno il potenziamento della malattia (ADE) che per tanti (non sappiamo quanti) potrà anche essere fatale e questo perché i loro anticorpi vaccinali potranno risultare non neutralizzanti per il virus attualmente circolante e nella prossima stagione. Il sistema immunitario dei vaccinati si ritrova “programmato” dal vaccino. La memoria immunitaria indotta dalla vaccinazione orienta il sistema immunitario a rispondere all’eventuale infezione con virus effettivamente circolanti (che vengono riconosciuti come fossero il virus vaccinale) usando unicamente gli anticorpi vaccinali che però non sono in grado di fermare il virus neutralizzandolo (risposta debole). Il virus che infetta la persona può allora causare un’infezione cronica che può manifestarsi causando un’infiammazione che sfocia in malattie autoimmuni. In alternativa a questo processo può anche accadere una replicazione virale incontrollata a causa del mancato ed efficace contrasto che può velocemente portare al potenziamento della malattia. Come affermano le agenzie regolatorie, i vaccinati non sono protetti dall’infezione. Non è solo la fascia di popolazione più vulnerabile ad essere messa a rischio dall’ADE (*). Tutti i vaccinati sono suscettibili ad ammalarsi di COVID subendo il potenziamento, manifestando, quindi, in modo amplificato, tutta la sintomatologia e le complicanze associate alla COVID. L’EMA ha dichiarato che nel caso di una eccedenza consistente di casi di potenziamento rispetto all’incidenza attesa, i vaccini dovranno essere ritirati immediatamente. Come è noto si sono anche manifestati fenomeni autoimmuni, in seguito a vaccinazione: polmoniti con coagulopatia, ictus e ischemie negli anziani. In particolare. la dott.ssa Bolgan documenta come siano ben 22 le proteine umane, distribuite in vari distretti del nostro organismo, che mostrano omologia molecolare con la spike virale! In tutti questi casi il sistema immunitario può attaccare l’organismo che dovrebbe proteggere, scambiandolo per il virus, innescando, di conseguenza, un largo spettro di patologie autoimmunitarie.
Per quanto riguarda l’insorgenza della trombosi/trombocitopenia va detto che, nel caso della terapia genica con l’uso di vettori adenovirali, è stata una delle reazioni avverse contemplate e quindi conosciute. Le agenzie regolatorie hanno ritenuto che poiché nella terapia genica l’inoculazione avviene per via endovenosa, cioè sistemica, mentre nel caso dei vaccini a base genica è come noto intramuscolare, cioè locale, quest’ultima modalità di inoculazione comportasse un rischio di trombosi da potenziamento assai più basso e quindi è stato sottostimato. Il motivo per cui dagli studi clinici non è emersa questa criticità potrebbe essere dovuto all’esclusione dei soggetti a rischio di trombosi. Dagli studi clinici ufficiali si vede, infatti, l’esclusione dei soggetti a rischio di patologie cardiovascolari, quelle con patologie tumorali, autoimmuni e allergiche. Su queste categorie oggi sottoposte a vaccinazione è perciò in atto una sperimentazione di massa. Per queste persone in altri termini non sono previste analisi prevaccinali che ne appurino l’idoneità alla vaccinazione e l’eventuale esonero.
In particolare le trombosi sono annoverate e conosciute dalla case farmaceutiche tra gli effetti avversi gravi delle terapie geniche utilizzate per fronteggiare i tumori.
Con l’avanzare della campagna vaccinale cresce il numero delle persone vaccinate conviventi con altre non contaminate dal vaccino. Le prime avranno una risposta al virus programmata, orientata dal vaccino. Risponderanno alle infezioni con anticorpi vaccinali specifici per il virus vaccinale, indipendentemente dal virus con il quale si troveranno effettivamente a fare i conti o con il quale avevano già imparato a convivere se portatori asintomatici. In queste condizioni la vaccino resistenza selezionerà nella nuvola dei mutanti in circolazione ceppi resistenti. I non vaccinati si troveranno inevitabilmente a convivere con i vaccinati – quali potenziali centri diffusori di varianti vaccinali del virus selezionati dal processo di vaccinazione.
Il naturale processo di endemizzazione ne risulterà ostacolato se non impedito. C’è qualcosa di inedito proprio in conseguenza delle dimensioni di massa della vaccinazione operata nei confronti di un virus di questo tipo troppo facilmente mutante (ecosistema virale).
Normalmente e fisiologicamente l’endemizzazione risulta dal concorso diversificato e funzionale di più sistemi immunitari che nel loro complesso imparano a convivere con alcuni rappresententi meno aggressivi ossia attenuati, in grado di infettare ma non di procurare la malattia. Una vaccinazione naturale. È così che si realizza, in condizioni fisiologiche, una convergenza tra le reciproche necessità di sopravvivenza dell’umano e le forme virali che lo abitano. Se si esclude il caso della spagnola, una vaccinazione di massa, rispetto a virus di questa natura, appare inedita (la vaccinazione antinfluenzale pur essendo una pratica globale è limitata ad alcune fasce della popolazione). Una vaccinazione di massa su un’ampia fascia di popolazione su scala mondiale non ha precedenti. Viene cancellata propriamente la plasticità del sistema immunitario complessivo della comunità, un metasistema immunitario di un metaorganismo. Una creatura di creature la cui difesa si ottiene, grazie all’interazione virtuosa tra singole individualità, quale proprietà emergente dell’insieme. La vaccinazione di massa disarma o rende più vulnerabili i sistemi immunitari delle persone più sane rendendo assai più vulnerabile l’insieme dopo che già distanziamento e lockdown hanno agito nello stesso verso. Dovevamo limitarci ad isolare e curare le persone con più fragili, con deficit immunitario e comorbilità e invece abbiamo messo in quarantena gli asintomatici positivi. La vaccinazione irretisce i sistemi immunitari più robusti con effetti assai preoccupanti e difficilmente prevedibile nella loro estensione.
Si stanno creando le condizioni perché l’epidemia che verrà generata dalla vaccinazione stessa, possa essere più imponente e pericolosa di quella dell’anno appena trascorso. Il potenziamento, come abbiamo visto, causando una proliferazione virale incontrollata, determina una carica virale eccezionalmente alta che incrementando la contagiosità dei vaccinati potrebbe provocare un aumento complessivo dei contagi.
Gli effetti avversi a medio e lungo termine non sono noti. Mancano i dati. Tuttavia sappiamo che all’ADE, con il suo pauroso corredo di danni multiorgano, si sommano l’enorme gamma di effetti autoimmuni, le molteplici patologie derivanti dalla tossicità della spike, quelle da interferenza genica, riattivazione di infezioni virali e batteriche pregresse ecc. (1)
Mina Kelleni della Minia University titola un suo lavoro, la cui pubblicazione è stata negata: Autoimmunità e potenziamento del COVID-19 dipendente da anticorpi della vaccinazione contro la SARS CoV-2: diritti umani globali, conoscere per decidere
ecco l’abstract
I vaccini a base di mRNA e adenovirus, tipi di vaccinazione a base di acido nucleico, sono stati rispettivamente approvati per il pubblico per la prima volta o per la prima volta in commercio in assoluto. Tuttavia, questi nuovi tipi possiedono un potenziale rischio di indurre malattie autoimmuni, ad es. trombocitopenia e alcune di queste complicanze potrebbero anche essere la causa di alcune delle segnalazioni di morte improvvisa post vaccinazione, ad es. miocardite autoimmune e tromboembolia immunitaria. Inoltre, tutti i tipi di vaccini SARS CoV-2, a seconda dell’immunogenicità della proteina spike, in particolare quelli convenzionali inattivati, potrebbero aumentare la probabilità di gravità del COVID-19 in caso di reinfezione attraverso il potenziamento dipendente dall’anticorpo che potrebbe anche essere la causa di alcuni degli eventi avversi gravi, effetti riscontrati con la somministrazione di plasma convalescente a pazienti COVID-19. È importante sottolineare che abbiamo chiesto al CDC di modificare la sua raccomandazione neutra e di sconsigliare la somministrazione di vaccini a base di acido nucleico a persone che si lamentano di malattie autoimmuni. Inoltre, esortiamo la FDA a considerare una rivalutazione dell’approvazione di emergenza concessa al vaccino Pfizer-BioNTech SARS CoV-2 mRNA (BNT162b2) poiché un rischio aggiuntivo specifico dell’azienda potrebbe essere presente desiderando una rivalutazione indipendente dell’importante pan-esperimento nazionale. D’altra parte, siamo d’accordo con la decisione dell’EMA di rivalutare la sicurezza del vaccino Oxford / AstraZeneca (AZD1222) che alla fine ha portato a una potenziale etichettatura di trombosi e invitiamo l’EMA a giudicare in modo simile il vaccino Johnson & Johnson JNJ-78436735. Ancora più importante. Deve essere garantito un diritto pubblico costituzionale morale, legale e sacro di conoscere e decidere sulla base di un rapporto rischio-beneficio personalizzato ed è una vera sfortuna che a una bozza di questo manoscritto sia stata negata la revisione tra pari anche prima si sospettava la mortalità post vaccinazione. Infine, condanniamo totalmente, da un punto di vista medico, qualsiasi politica nazionale che necessiti di questi vaccini sperimentali e condanniamo anche la vergognosa sentenza della Corte europea dei diritti umani secondo cui la vaccinazione obbligatoria non violerebbe la legge sui diritti umani e suggeriamo che la corsa rapida a sviluppare e approvare i vaccini contro la SARS CoV-2 con tutti i suoi aspetti politici ed economici potrebbe finire con un Ade artificiale che potrebbe superare COVID-19 nei suoi pericoli con tutto il potenziale per sostituire il Premio Nobel con una pena detentiva indipendentemente dagli accordi firmati che non garantirà mai l’impunità.
Ecco la risposta della dott.ssa L. Bolgan alla domanda: nonostante la doppia dose di vaccino, assistiamo a casi di infermieri con covid che infettano pazienti e contatti. Come mai?
Siamo di fronte a qualcosa di particolare. Alla base delle persone vaccinate che diventano sintomatiche e fanno la malattia, infettando coloro coi quali interagiscono, abbiamo due meccanismi: o la persona ha una infezione asintomatica da una variante circolante adesso e non sapeva di averla, oppure aveva una infezione persistente virale, magari presa anch’essa in maniera asintomatica nel corso dell’anno scorso, e la vaccinazione riattiva l’infezione. La RIATTIVAZIONE VIRALE è un fenomeno abbastanza descritto in letteratura. Possiamo avere la riattivazione di altri virus ed infezioni batteriche latenti. Ho ricevuto segnalazioni di riattivazione per esempio della tubercolosi, oppure del fuoco di sant’Antonio… o di infezioni batteriche importanti, quindi è plausibile si riattivi anche il Sars Cov 2 persistente. Però, nonostante il meccanismo noto, non sono ancora disponibili gli studi e vedremo cosa ci dirà la letteratura per questi casi specifici. Quindi, una volta che la persona riattiva il Sars Cov 2 diventa sintomatica e fa la covid. In questo caso la persona potrebbe andare incontro al potenziamento e avere addirittura una forma più grave di covid. I vaccinati, in base alle informazioni che mi arrivano, non solo trasmettono il virus, ma sono anche più contagiosi. E questa è l’altra caratteristica del potenziamento della malattia: avere una carica virale molto più alta rispetto a un non vaccinato che si infetta. Il vaccinato nel momento in cui si infetta diventa estremamente contagioso.
I vaccini di per sè non sono contagiosi, perchè non hanno contenuto infettivo, ma se la persona presenta l’infezione in fase asintomatica (e quindi non sa di essere infettato) -o da una infezione persistente o da una variante presa ora- nella prima settimana c’è il rischio che riattivi il virus e sviluppi la covid, sia nella forma sintomatica influenzale sia nella forma più grave della malattia, e diventa contagiosa, anche se non lo sa nei primi giorni. Il proteggersi da un vaccinato dipende dal momento in cui diventa sintomatico, potrebbe esserci un periodo in cui già potrebbe essere infettivo ma non ha ancora i sintomi. Restiamo ancora in una fase di valutazione, non ci sono analisi attualmente disponibili a scopo di diagnostico per verificare se la persona ha in corso l’infezione in forma persistente. Le forme con persistenza virale sono negative al test molecolare nasofaringeo, bisognerebbe cercare il virus nelle feci, e fare il sequenziamento per avere informazioni affidabili sulla presenza di varianti del virus. Questi test indicati andrebbero fatti, come andrebbe tenuto il vaccinato in osservazione per vedere se svilupperà o meno l’infezione.Dati di letteratura ci dicono che i vaccinati infettati selezionano dentro di sé le varianti, e sono quindi contagiosi con le varianti e le diffondono. Le varianti vaccinali sono virus con morbilità, patogenicità e capacità di trasmissione diversa rispetto a quello che viene selezionato nell’organismo della persona non vaccinata. L’andamento naturale della malattia porta alla selezione di varianti nel tempo, che causano sempre meno la malattia e tendono alla forma asintomatica.
In questo caso, invece, i vaccinati fanno l’esatto contrario: tendono a selezionare varianti che potrebbero essere anche più pericolose. Ci sono dati provenienti da epidemie con altri virus sempre a RNA, in cui si è visto che la vaccinazione di massa su gran parte della popolazione ha portato a curve epidemiche addirittura più imponenti rispetto a quelle che si avevano con la malattia naturale. E’ uno scenario che non possiamo in questo momento prevedere: speriamo quindi non ci sia un aumento di casi, ma l’aumento delle varianti è sotto gli occhi di tutti.
L’informazione parla di una grossa diminuzione di casi in Inghilterra o Israele a seguito della vaccinazione, che pare abbia portato a una caduta di contagi e di decessi : ci chiediamo da dove saltano fuori questi dati tranquillizzanti. Bisogna vedere come hanno fatto la valutazione, perché sono dati facilmente manipolabili: è sufficiente fare meno test per avere meno casi di contagiati e anche di decessi stessi se non si classificano come positivi per il covid, oppure posso diminuire il numero di cicli per cui abbiamo la caduta dei contagi, sia sintomatici che asintomatici e dei decessi. Questa è una manipolazione che senz’altro stanno facendo e quindi bisognerà attendere i dati reali dei decessi per tutte le cause.Una puntualizzazione: la persona non è coperta da subito da anticorpi protettivi, quindi la caduta dei casi di covid non è legata ora alla vaccinazione, perché le tempistiche non sono coerenti con lo sviluppo di anticorpi protettivi.
OSSERVAZIONI: “si obbliga al vaccino ma non si protegge la salute propria e degli altri. Non sarebbe importante tenere gli operatori vaccinati a casa fino alla certezza dello sviluppo di anticorpi, perché al pari dei non vaccinati, potrebbero infettarsi ed infettare? Se l’obiettivo è di tutelare la salute pubblica come al primo comma del decreto… dovrebbero essere tenuti a casa.”
Non solo: non è sufficiente fare gli anticorpi, ma bisognerebbe verificare se questi sono protettivi nei confronti delle varianti circolanti. Gli anticorpi prodotti con un vaccino che provengono da una sequenza vecchia di più un anno, è scontato non proteggano contro la variante, c’è letteratura in esubero da questo punto di vista. Il fatto che la persona sia vaccinata e sviluppi anticorpi non è sufficiente per garantire protezione alla persona, anzi l’avere anticorpi può predisporre al potenziamento della malattia con un infezione molto imponente, con quindi capacità di contagio maggiore, e anche per lei di sviluppare la polmonite più grave.
Ci viene chiesta una vaccinazione per proteggersi e per proteggere i pazienti già con patologie: quindi è un danno fatto all’operatore il fatto di vaccinare con qualcosa che non protegge, è un danno da vaccino a tutti gli effetti, anche se non ha reazioni avverse, se dovesse prendersi la covid ed infettare, e può chiedere il risarcimento danni all’ospedale stesso perché gli è stato imposto un vaccino che non ha protetto né sé stesso né i pazienti.Un gruppo di ricercatori dell’Università di Tel Aviv ha riscontrato un’abbassamento dell’efficacia del vaccino covid rispetto a varianti del virus con relativo rischio Covid. I risultati dell’indagine in un paper, ancora in preprint: Evidence for increased breakthrough rates of SARS-CoV-2 variants of concern in BNT162b2 mRNA vaccinated individuals
I ricercatori hanno scoperto che la prevalenza della variante B.1.351 tra i pazienti che hanno ricevuto due dosi del vaccino era circa otto volte superiore rispetto a quelli che non erano stati vaccinati. I dati suggeriscono che la variante sudafricana è in grado di eludere la protezione del vaccino rispetto al ceppo originale. Ecco un altro dato significativo riguardante Israele (fonte ufficiale cbs): negli ultimi due mesi, i giovani tra 20 e 29 anni hanno fatto registrare un picco di mortalità, come mai prima, negli ultimi 6 anni. Il 44% in più rispetto alla media.Così in Cile, altro solerte esecutore della campagna vaccinale
Dalle pagine de Il Messaggero l’allarme del virologo Andrea Crisanti: «In Cile terapie intensive piene nonostante tante persone vaccinate, colpa delle varianti».Troppo facile immaginare che le covid causate dal vaccino saranno interpretate come l’avvento di nuove patologie covid. La covid 21-22- ecc. affrontabili con ulteriori ed estese campagne vaccinali. Ne è convinto A. Draghi che appare, sin d’ora, assai consapevole della necessità di piani di vaccinazione di massa reiterati: “Dovremo continuare a vaccinarci per anni a causa delle varianti” e quindi “ci saranno nuove gare per gli anni a venire” dice nel corso di una conferenza stampa dell’8 aprile scorso
Il sospetto è che, raggiunto l’obiettivo dell’autorizzazione da parte di EMA, questo genere di vaccini (a base genica) venga poi ritirato e che l’epidemia sia stata utile al fine di testarli direttamente sulla popolazione. Ottenuti questi dati è molto facile pensare che puntino verso i vaccini a proteine.
Si ricordi la crisi che negli ultimi anni aveva investito il settore biotech del farmaco. Un mancato rientro degli investimenti del settore risolto brillantemente dall’avvento della “pandemia” da covid. Sono ben 500, come ha fatto notare la dott.ssa Bolgan, i farmaci biotech, per la cura della Covid, autorizzati con eguale procedura di emergenza Fast-Track.
La reiterazione dei piani vaccinali e una popolazione con danni vaccinali assai diffusi garantiranno una forte ripresa del settore.I piani vaccinali stanno cambiando molto disordinatamente. Dopo delimitazione della vaccinazione agli over 60 è recente l’allarme dei rischi anche rispetto a questa fascia d’età: Ema, “Ictus e ischemie anche negli anziani”. J&J e VaxZevria verso il ritiro -In corso studi sul vettore virale, se i dati dovessero confermare il sospetto, anche se in rari casi, i farmaci verrebbero tolti dal mercato Europeo
Ecco un commento della dott.ssa Bolgan alle recenti raccomandazioni dell’EMA:
“L’Astrazeneca informa i medici della necessità di fare farmacovigilanza attiva, di segnalare obbligatoriamente le reazioni avverse e di informare i pazienti del rischio di trombosi.
Nessun accenno alla valutazione prevaccinale del rischio ed eventuale esonero per patologia o predisposizione. Le raccomandazioni ufficiali non la prevedono nelle precauzioni d’uso, nè tantomeno nelle controindicazioni.
Anzi, la prof.ssa Marcucci consulente AIFA per l’EMA, suggerisce addirittura la vaccinazione delle persone predisposte per patologia, escluse tra l’altro dagli studi clinici (persone anziane con patologie cardiovascolari su cui si farà quindi sperimentazione), con una palese violazione del principio di precauzione. Nessuna valutazione anamnestica di famigliarità, nessuna indagine analitica prevaccinale …solo un tranquillizzante “chi ha avuto trombosi non ha rischi in più. (…) Anzi, a maggior ragione deve vaccinarsi perché sappiamo che il Covid scatena eventi trombotici”
Quindi i vaccinati avranno un duplice rischio: quello di sviluppare subito la trombosi da vaccino, o di farla quando si infetteranno, perché ricordo che, come sostenuto dalle agenzie stesse, i vaccinati non sono protetti dall’infezione e, come non dicono ancora le agenzie per un’inaccettabile mancanza di dati, sono predisposti al potenziamento della malattia proprio con lo sviluppo della polmonite eosinofila e possibile coagulopatia come reazione avversa grave/fatale.Inutile dire che le terapie intensive saranno sovraffollate a breve, se non si fermerà questa strategia vaccinale che mette a rischio la vita della fascia di popolazione più vulnerabile.
Conclusioni
La vaccinazione ha senso solo per malattie non curabili né prevenibili in alcun modo, e con un efficacia dimostrata. Nel nostro caso il vaccinato non è protetto dall’infezione; può selezionare varianti da vaccino più aggressive di quelle contro cui è stato vaccinato e diffonderle tra i suoi primi vicini. Attenzione che il vaccino non può proteggere dalle varianti che genera per vaccino resistenza (2). La vaccinazione, perciò, non interrompe il contagio. Il vaccinato è, oltretutto, soggetto a sviluppare patologie varie e complicazioni anche fatali nel breve, medio e lungo termine, una volta venuto a contatto con il virus effettivamente in circolazione (mutato rispetto a quello per cui si è vaccinato).
Riaperture e adozione generalizzato del protocollo della terapia domiciliare precoce con i giusti farmaci dovrebbero andare di pari passo alla proibizione del protocollo vigente: Tachipirina e vigile attesa e al blocco totale della campagna vaccinale. Lockdown, restrizioni, vaccini complicano e perpetuano la “pandemia” in modo criminale, impedendone l’endemizzazione.(*) Il potenziamento della malattia dipendente dall’anticorpo è noto sin dalle esperienze precliniche relative alla sperimentazione contro le prime forme di Sars (2002/2003) e nel caso della Dengue ed altre (vd. a seguire i lavori della dott.ssa Bolgan)
(1) vedi i lavori della dott.ssa Loretta Bolgan
COVID-19 IL VACCINO
• Parte Prima: le piattaforme tradizionali (vaccini a virus attenuati, inattivati, a proteine ricombinanti e a nanoparticelle) e gli adiuvanti vaccinali, con approfondimenti sulla genetica dei virus, la risposta del sistema immunitario ai vaccini e la nanotossicologia.
Prima Parte SCARICALA QUI
• Parte Seconda: le piattaforme innovative (vaccini OGM a vettori virali e a DNA/RNA) con l’approfondimento dei risultati sperimentali dei due vaccini attualmente in commercio in Italia con tecnologia a mRNA (vaccino “Pfizer” e “Moderna”), in particolare riguardo le criticità sulla qualità, l’efficacia, e la sicurezza di questa nuova tipologia di vaccini, nonchè l’aggiornamento sul vaccino a vettore adenovirale (vaccino “Astrazeneca), già revisionato nel primo ebook
Seconda Parte SCARICALA QUI (mRNA)
Seconda Parte SCARICALA QUI (Spike)Vedi L’inchiesta a cura di FPS. con la partecipazione della dot.ssa L. Bolgan
1. Gli effetti dei Vaccini Covid-192. I Vaccini e il meccanismo del danno. 3. Il sistema Vaccinazione Militare e varie commissioni Parlamentarivedi anche
Il Comitato Corona. Discussione tra l’avvocato Reiner Fuellmich, l’avvocatessa altoatesina ed una ricercatrice esperta, la dr Vanessa Schmidt-Krüger, un’impressionante relazione sui danni da vaccini covid(2) https://www.nature.com/articles/s41586-021-03324-6
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