Traduzione del comunicato del Coordinamento Europeo di Via Campesina del 17 marzo 2021
ad opera del collettivo Babel dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare
La pandemia da COVID19 ha accresciuto la consapevolezza della necessità di prepararsi a una possibile crisi dell’approvvigionamento alimentare in Europa.
In effetti, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, così come le future pandemie e le possibili tensioni geopolitiche, rendono il nostro sistema alimentare più fragile. La sua crescente complessità, con una maggiore dipendenza dai trasporti, dalla logistica, dalla fornitura di energia e da Internet, lo rende anche più vulnerabile.
Per questi motivi, accogliamo con estremo favore la decisione presa dalla Commissione Europea di affrontare la questione nell’ambito della strategia Farm to Fork e chiediamo un ambizioso piano di emergenza europeo per la sicurezza alimentare.
In qualità di rappresentante dei piccoli e medi agricoltori in tutta Europa, il Coordinamento europeo di Via Campesina (ECVC) ritiene che un piano di emergenza per la sicurezza alimentare dovrebbe includere quattro livelli:
1 – Una strategia per garantire una migliore resilienza alimentare in tutti i territori europei. Per questo è indispensabile un’agricoltura viva e diversificata in tutti i paesi, portata avanti da molti agricoltori. Agricoltori, cittadini e autorità locali dovrebbero essere tutti pienamente coinvolti nel processo per rendere i sistemi alimentari europei più resilienti, per riconquistare la sovranità alimentare sulle politiche agricole e alimentari.
Dobbiamo riconoscere l’importanza dell’autonomia all’interno dei modelli di produzione, dopo che la pandemia ha dimostrato che la dipendenza da risorse esterne rende i modelli di produzione più fragili.
2 – Una forte protezione e una divisione più equa delle risorse agricole. Serve una forte infrastrutturazione europea per garantire che la terra, l’acqua e le sementi siano gestite in modo da dare la priorità alla resilienza alimentare. Sottolineiamo la necessità di una direttiva UE sulla terra e di politiche che proteggano i diritti degli agricoltori sulle sementi (articolo 9 dell’ITGRFA).
3 – Ricostruire le riserve strategiche di cibo in ogni paese dell’UE. L’UE ha una regola secondo la quale ogni Stato membro dell’UE dovrebbe avere riserve di petrolio per almeno 90 giorni, ma nessuna regola per le scorte alimentari. La maggior parte dei paesi, come Cina, Stati Uniti, Russia o India, dispone di riserve strategiche più forti di noi. Non possiamo dipendere solo dal commercio internazionale per garantire la nostra sicurezza alimentare, perché sappiamo tutti che in caso di crisi alimentari mondiali, i mercati saranno destabilizzati e la capacità o la volontà di importare ed esportare cibo ne subirà le conseguenze. Queste riserve strategiche devono essere gestite pubblicamente e servire a regolare e bilanciare i mercati.
4 – Includere la questione della sicurezza alimentare europea in tutti i negoziati di politica internazionale e porre fine agli accordi di libero scambio. Questo significa dare la priorità alla sovranità alimentare rispetto ad altre considerazioni, come la concorrenza o l’accesso a nuovi mercati.
Il piano deve cercare di rilocalizzare le filiere alimentari e ridurre gli sprechi come parte dei negoziati politici, garantendo la sostenibilità e raggiungendo la coerenza sulle questioni ambientali.
La DG AGRI ha avviato una consultazione per raccogliere analisi e proposte sul piano di emergenza per l’approvvigionamento alimentare e la sicurezza alimentare. Chiediamo ai nostri membri e partner, alle organizzazioni della società civile e ai cittadini consapevoli dell’importanza dell’agricoltura di spingere per un piano forte basato su un’agricoltura vivace e sostenibile ovunque in Europa.
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