di Francesco Cappello
Con Livio Giuliani ex dirigente di ricerca dell’ISPESL [Istituto per la ricerca e prevenzione sul lavoro) dell’INAIL, oggi portavoce dell’ICEMES [International Commission for electromagnetic safety], padre dello standard di sicurezza italiano dei 6 volt/metro, ripercorriamo le vicende e il contesto storico in cui è maturato il del caso di
Alexander Lerchl, un esempio di scienziato prezzolato per dire il falso a proposito di aspetti delicatissimi legati alla salute pubblica e ai danni genetici provocati dalle radiazioni emesse dai dispositivi cellulari.
Alexander Lerchl, professore di biologia presso la Jacobs University tedesca, che per quasi 15 anni ha diffuso disinformazione intorno alla ricerca del rapporto tra l’uso dei telefoni cellulari e le rotture del DNA; ricerche condotte presso l’Università di Medicina di Vienna.
Ora, la corte d’appello di Brema, in Germania, gli ha ordinato di fermarsi o di affrontare una multa di $ 300.000 o sei mesi di carcere. Un’indagine durata un anno apparsa su Microwave News ha rivelato come Lerchl, pur diffondendo un flusso apparentemente infinito di bugie,
abbia ricevuto 5 milioni di dollari in borse di ricerca dall’ufficio tedesco per la protezione dalle radiazioni, noto come BfS. Lerchl è diventato il ricercatore di laboratorio di ricerca sulle Radio Frequenze (RF) meglio finanziato in Germania, in Europa e molto probabilmente nel mondo.
Il BfS è anche lo sponsor principale dell’ICNIRP, la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti, che ha a lungo rifiutato di riconoscere qualsiasi legame tra radiazioni RF e cancro.
Buona visione
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