Siamo noi a vivere qui

Giù le mani dalla Bielorussia

di Valeriy Dzerkach

Nel 2000, il mistico regista Alessandro Amenabar, autore del film dal titolo “Altri” è una sorpresa al festival del cinema di Cannes ed ha raccolto anche delle opinioni diverse. Il messaggio principale ci rimanda alla verità che tutto il mondo è individualista e unico, e tutte le persone sono diverse. Il conflitto sorge all’incrocio di due mondi: il mondo dei vivi e il mondo dei morti, entrambi appartenenti alla realtà. Anche se è troppo difficile devono adattarsi, imparare ad accettarsi e vivere in armonia. Imparare a vivere insieme nel bene è compito anche della società dove le opinioni sono tante quanto lo sono i cittadini. Il rifiuto dell’altro genera conflitti e caos. Questa è il concetto del film.

Un caldo agosto del 2020

Quello che è successo nella tollerante Bielorussia è ancora sotto la lente degli analisti politici. Subito dopo le lezioni in quasi tutta la Repubblica, come per magia, centinaia di migliaia di persone si sono riversate in strada per manifestare il loro dissenso all’esito del voto. Negli ultimi anni, nei diversi paesei, i risultati dei referendum sono sempre stati rifiutati, generando così problemi in tutta la comunità.

Non c’e’ bisogno di precisare il luogo, basta liberalmente posare il dito sulla mappa. Qualsiasi evento, o per bambini e flash mob, eventi con esplosioni sociali e colpi di stato, richiede un’attenta preparazione e creatività degli ideatori. Trotsky parlò di gruppi sociali espressivi nella società: “La gioventù è un barometro della rivoluzione”; ma nessuna persona insoddisfatta del risultato della votazione, suona immediatamente il campanello del vicino che la pensa allo stesso modo e dice: “Hai sentito, caro? Andiamo in piazza!” Comunicando costantemente “dentro di se’, pensando che l’intera società immagina allo stesso modo. Per questo, è ingenuo pensare a dozzine di migliaia di persone incattivite dagli occhi di fuoco e pronti a riversarsi nelle strade delle città. Ovviamente non tutti hanno ricevuto una chiamata “dall’alto”, ma per la volontà, del “leader del gruppo”. Questo metodo di gestione e funzioni comportamentali della società è stata elaborato ai tempi del network marketing. “Vasya conosce Anya, Anya conosce Petya, perché quel Petya sa “. Il passaparola della nonna, 40 anni fa, è stato sostituito con le nuove tecnologie delle comunicazione sperimentate prima nell’ambito degli affari, e poi nella politica.

Nelle società democratiche, come si defniscono i paesi europei, per espriemere il dissenso, dovrebbero creare petizioni, raccogliere firme per annullare i risultati di un referendum e questo processo è civile, in questo modo c’è rispetto delle autorità e non genera rivolte. In Europa, nessuno finanzia rivolte distruttive per se stesso ma queste vengono realizzate in altri paesi, per accusare la mancanza di democrazia e dopo imporre sanzioni economiche al fine di indebolire un concorrente all’interno del mercato finanziario.

“Puramente affari – niente di personale” dicono i grandi produttori dall’estero. Ebbene, i frutti di un tale accordo sono utilizzati dai rappresentanti dell’élite politica mondiale per cui non piace l’unione tra Bielorussia e Russia.

Democrazia

Finché esiste il mondo civilizzato, finché esiste l’idea del potere delle democrazie, cioè del popolo, non c’è quindi giustizia sociale, dai tempi dell’antica Grecia-dittatura della maggioranza. I democratici locali 2000 anni fa hanno risolto il problema dei dissidenti in modo semplice e senza denaro: seppellivano nel terreno gli indesiderati fino alle spalle e gli calpestavano la testa con i cavalli. Molto è stato scritto sulla democrazia. Per capire cosa sia, si può fare riferimento al libro del procuratore capo del Santo Sinodo Konstantin Pobedonostsev “Democrazia. La grande menzogna del nostro tempo”.

Il mondo moderno (anche quello antico, dell’età del rinascimento) manipola la coscienza civica delle persone, usando fake news e usando diversi trucchi zombificando la popolazione in modo tale che chiunque abbia una reputazione poco onesta e un passato criminale possa diventare un deputato del parlamento. Questa è la realtà confermata. Spesso le decisioni dei deputati non corrispondono ai bisogni dell’elettorato. Oppure le decisioni degli euro-parlamentari corrispondono alle eseginze del popolo europeo? Esattamente no, non corrispondono alle necessità richiesta dalla gente per quanto riguarda la Bielorussia e la Russia. Ma noi abbiamo fatto una scelta. Ricordiamo i nostri parlamentari della metà degli anni ’90, che alla fine hanno portato al referendum repubblicano.

Fu allora che il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko fu costretto a fare appello direttamente al popolo, gettando via le “catene della democrazia”. E nessuno ha contestato i risultati del referendum del popolo bielorusso, come esempio di democrazia diretta. Nello stesso anno, si è tenuta per la prima volta l’Assemblea popolare bielorussa, che non solo ha confermato la volontà del popolo, ma anche ha determinato le modalità per l’ulteriore sviluppo dello Stato. Questa forma di controllo del popolo su tutti i rami del governo è un fatto piuttosto raro nella politica mondiale, ma può essere abbastanza efficace.

VI Assemblea popolare bielorussa

Ogni 5 anni si svolge l’Assemblea popolare bielorussa, in queste ore si tiene la nuova Assemblea popolare a cui partecipano dall’ 11 al 12 febbraio 2021, i delegati di tutte le regioni della repubblica. Non è in discussione l’emergenza. I tempi sono difficili, nel mondo vi sono tutte le condizioni per la tempesta perfetta. Pandemia, crisi economica mondiale, azioni su vasta scala di disobbedienza civile radicale in molti paesi del mondo, problemi ambientali e conflitti armati. Il mondo sta cambiando rapidamente e, tenendo conto dei nostri problemi interni, delle pressioni esterne sulla repubblica, il Presidente da solo non ha il diritto di fare una scelta sul futuro percorso di sviluppo. L’attuale incontro è simile a quel referendum del 1996. Se i precedenti incontri si erano tenuti sotto lo slogan “Insieme per una Bielorussia forte e prospera”, ora la situazione richiede un’analisi rigorosa della realtà. E questa responsabilità per le decisioni prese, insieme al capo dello Stato, dovrebbe essere condivisa dai delegati che rappresentano tutti i settori della società. Coloro che si sono identificati come “combattenti inconciliabili contro il regime”, ovviamente, possono trascorrere la loro “passerella” in terra straniera, nella terra dei protettori e finanziatori. Chi crede che dovrebbe vivere in Patria, questa è la sua terra, e lui è quella parte del popolo, senza la quale il popolo non è completo, e può prendere parte all’Assemblea. Questa può essere sia la presenza sia le parole di commiato del candidato delegato. La situazione è tale che dobbiamo decidere ed essere responsabili delle sorti del Paese, perché tocca a noi vivere qui.

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